REGALO DI PASQUA!
Carissimo Emiliano diventa difficilissimo sconfiggere la stupidaggine divenuta col tempo molto furba forse perché nel nostro paese non sono mai mancati gli esempi. Non esiste, hai ragione tu, nessuna riflessione sana che può fare da modello etico-politico. Tutti si ammantano di principi, tutti ripetono le stesse parole, tutti sono troppo convinti, tutti si inventano, tutti si propongono, tutti si vendono. Qualcuno fa demagogia proponendo ragionamenti ingannevoli, in fondo parole buttate lì senza analisi appropriate. Vedi Emiliano, in fondo il discorso è molto semplice e non bisogna andare troppo lontano. Prendiamo soltanto un punto. Io bene o male seguo questo giornale on line e riconosco facilmente che tu hai fatto il possibile nel dare GIUSTI consigli a qualcuno nel mollare un simbolo fastidioso dove compare il nome di un personaggio che anche nel non volerlo definire un “gangster” dobbiamo ammettere che molte ombre gravitano sulla sua figura. Allora perché Barile neanche stavolta ti ha ascoltato? Semplice! Perché a San Giovanni in Fiore il politico prima fa i conti sul probabile consenso e poi si ammanta con le vesti dell’etica. D’altra parte quando tu eri giustamente candidato come indipendente con Italia dei Valori in appoggio a Callipo nessuno si è mosso per la tua battaglia isolata. Anzi a me è sembrato sciacallaggio e totalmente contraddittoria la presenza di un gazebo con i simboli del PDL, mentre tu su quel palchetto “all’angelo” sbraitavi contro i mafiosi calabresi indagati (tra questi anche Scopelliti) ed accertati, contro le manovre poco pulite, il tutto nell’indifferenza totale di questo bel popolo sangiovannese ricco, appassionato e perbene tanto caro a qualcuno. Sai io magari potrei sembrare di parte avendo avuto e avendole tuttora simpatie per i movimenti No e New global per i pacifisti e gli ecologisti ad oltranza per i centri sociali, per i sindacati di base, e soprattutto per gli anarchici non alla moda in definitiva per un futuro crollo delle scale (chi ascolta Claudio Lolli mi capisce). Ecco io potrei scrivere ancora per ore sulla strumentalizzazione, su programmi scopiazzati e non capiti, sulla mistificazione attraverso parole vuote di contenuto, ma è talmente forte lo spettro del passato (unica considerazione di Barile che ritengo abbastanza vera) che fa buttare la gente a capofitto verso un probabile nuovo che a parere mio copia molto del vecchio (tra gestione cooperative e sial da una parte e gestione ex fondo sollievo dall’altra vedo poche differenze) il metodo è quasi lo stesso, il fine è quello di sempre, il voto. Potrei fare delle considerazioni sugli “intellettuali” di “impegnocivile”, per dovere di cronaca potrei parlare della fine che fece un inserto di controinformazione con tanto di controredazione pieno di bellissime vignette e simpatici articoli “culturali” che si chiamava “l’I-SOLA” pubblicato in un periodo di breve durata nel ”La Città di Gioacchino”tra il ’94-’95. Le critiche mosse a Laratta non le vedo molto brillanti. Io semplicemente credo che quando si forma un gruppo non si capisce in fondo di che pasta sono fatte le persone. In Laratta probabilmente è prevalsa una scelta che non lo poteva avvicinare al partito di Berlusconi, mentre insieme con i cosiddetti “nemici” di prima, avendo quest’ultimi optato per un cambiamento più moderato verso l’unione con la sinistra democristiana rappresentata dal PP prima e in parte dalla Margherita dopo, ha aderito in maniera naturale alla fondazione del Partito Democratico. Sull’adesione alla provincia Crotone si sono fronteggiate due posizioni, e non sappiamo se la gente abbia deciso liberamente di non fare raggiungere il quorum, a me è un po’ dispiaciuto, ma condividendo la scelta individuale di andare o meno a votare ho accettato democraticamente quel risultato senza farla troppo lunga su fantomatiche manovre dall’alto. Anzi è probabile che chi non si è recato alle urne lo abbia fatto liberamente e convintissimo allo scopo di invalidare il referendum in modo più certo. Per quanto riguarda l’amico Tullio Cusani gli ho brevemente esposto delle mie considerazioni che in parte coincidono anche con il tuo consiglio non ascoltato. Purtroppo il suo intervento compare isolato e senza link nelle pagine nuove del giornale e questo non mi sembra corretto in periodo di campagna elettorale. Io mi ero prefissato di intervenire a proposito ed esclusivamente quando veniva tirato in modo scorretto il nome di Vattimo, però anche se negli articoli propagandistici che ultimamente sto leggendo ci sono solo riferimenti a Vattimo di poco conto (tipo l’elenco delle persone che l’hanno votato senza approfondire i motivi perché l’hanno votato dimenticando che parecchi della sinistra lo votarono perché il filosofo era ed è di sinistra), quello che invece non sopporto e il non voler capire da parte di qualcuno che tu semplicemente ed oculatamente consigliavi lo sganciamento da quel simbolo e soprattutto da quei nomi presenti nel simbolo. Perché i simboli non sono tutti uguali, rappresentano cose diverse. Per esemplificare: il simbolo della pace veicola alcuni contenuti, quello delle “SS” filo e neonaziste rimanda ad altro. E quei ragionamenti che fa qualcuno sulla coscienza che senso hanno, quando si partecipa all’elezione di candidati politici? Cioè mica siamo chiamati ad esprimerci su problemi di bioetica! E poi se la coscienza dovesse esprimersi su quale sistema politico sia più giusto credo che non avrebbe difficoltà a vedere più vicini ad un’idea di giustizia quei sistemi utopici ed economici proposti dalla tradizione del socialismo e comunismo cosiddetto anarchico e libertario oppure, perché in parte molto simili, quelli proposti dalla prima comunità evangelica e non certamente quei modelli di impianto economico capitalista e liberista. Emiliano, più di un mese fa lanciai un allarme perché vedevo quella autonomia degli albori di questo laboratorio un po’ piegata per volontà di qualcuno, adesso è un po’ più chiaro forse anche a te che la direzione che ha intrapreso negli ultimi tempi “la voce di fiore” sia propagandistica e di parte e meno male che ad equilibrare ci sia l’onnipresenza di La Sala che propone e ripropone riflessioni alla luce di interessanti pezzi giornalistici e di grandi firme nell’ambiente culturale e politico, se non fosse stato per questo, caro Emiliano, ultimamente eravamo messi un po’ male. Io credevo che i nemici della voce erano all’esterno, poiché ogni tanto intervenivano in modo ridicolo a punzecchiare Saverio Alessio, te ed altri e la “voce” stessa come strumento. Qualcuno dall’esterno si prendeva il lusso di dire che quel nostro peculiare sentire comune rabbioso a volte anche apocalittico e catastrofista fosse da non tenere in conto. Adesso quello spirito che ritrovo nel tuo ultimo intervento viene criticato dall’interno, ma la cosa peggiore caro Emiliano è un’altra: io ho l’impressione che quello che ti e ci può caratterizzare, con le dovute differenze soggettive, non venga neanche minimamente compreso e sentito nel momento in cui è apostrofato come sbiadito e non chiaro.
Buona Pasqua, Franco Spina.
Nb. Anche per un corretto uso della democrazia e se questo mio intervento credi che possa meritare una prima pagina fai tu.