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CATTOLICESIMO E BERLUSCONISMO. LA "SACRA FAMIGLIA" DELLA GERARCHIA CATTOLICO-ROMANA E’ ZOPPA E CIECA: IL FIGLIO HA PRESO IL POSTO DEL PADRE DI GESU’ E DEL "PADRE NOSTRO".... E GIRA IL SUO FILM PREFERITO "IL PADRINO".

DO UT DES: VATICANO E COMMERCIO TEOLOGICO-POLITICO. La legge sul biotestamento: una paga per il Vaticano. Una nota di Marco Politi - a c. di Federico La Sala

Le gerarchie ecclesiastiche si adombrano, quando si accenna al do ut des. Ma è sotto gli occhi di tutti. In cambio delle concessioni sui principi “non negoziabili”, la Chiesa italiana chiude gli occhi sullo sfascio inflitto dal premier al Paese.
giovedì 28 aprile 2011 di Federico La Sala
[...] Berlusconi paga sull’unghia. Uno strapuntino nel governo ai responsabili-pronti-a-tutto. Una legge
sul biotestamento, che espropria il paziente di qualsiasi decisione, per tacitare la Chiesa e garantirsi
il suo appoggio [...]
LA QUESTIONE MORALE, QUELLA VERA - EPOCALE. AL GOVERNO DELLA CHIESA UN PAPA CHE PREDICA CHE GESU’ E’ IL FIGLIO DEL DIO "MAMMONA" ("Deus caritas est") E AL GOVERNO DELL’ **ITALIA** UN PRESIDENTE DI UN PARTITO (che si camuffa da "Presidente della Repubblica") e (...)

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> DO UT DES --- Da Mina Welby a La Malfa, i mille volti del fronte del «no». E Monicelli è il simbolo della protesta (di Alessandra Arachi)

venerdì 29 aprile 2011

Da Mina Welby a La Malfa, i mille volti del fronte del «no»

E Monicelli è il simbolo della protesta

di Alessandra Arachi (Corriere della Sera, 28.04.2011)

ROMA- Maria Antonietta Coscioni parte dal principio: «La chiamano legge sul testamento biologico. Peccato che in questa legge il biotestamento non abbia più alcun valore. La volontà della persona perde senso» . Radicale, la Coscioni è stata eletta alla Camera nel Pd proprio in virtù della battaglia vissuta sulla sua pelle con la morte del marito Luca. Il suo no al testo in esame a Montecitorio risuona forte e chiaro, proprio come quello di Mina, la moglie di Piergiorgio Welby.

Sopra di tutti quello di Beppino Englaro, il papà di Eluana, la donna chiamata a simbolo di questa legge. Dice: «Questa legge nasce da un evento che ha traumatizzato l’opinione pubblica, la morte di mia figlia Eluana. Ma per il motivo contrario a quello che dice Berlusconi. La gente è rimasta traumatizzata dalle sue parole. Soprattutto quando il premier ha detto che Eluana avrebbe potuto generare un figlio».

Ma la verità è che contro la legge in discussione alla Camera, sono parecchi i no che si levano decisi. Turbati. Sdegnati. Dal fronte politico, come dalla società civile. E se le anime cattoliche del Pd frenano, i laicismi di senatori come Ignazio Marino o Vincenza Vita trascinano. «Al Senato contro questo testo abbiamo fatto una battaglia che deve diventare un simbolo» , incita Vita. E spiega: «Non dobbiamo mai dimenticarci le parole del cardinal Villot, il segretario di Stato di Paolo VI: fu lui, in punto di morte, a dire che proprio sulla morte non c’è nessuno che possa dare lezioni. Anche Papa Wojtyla chiese di poter tornare a casa dall’ospedale, per morire» .

Walter Veltroni e Rosy Bindi, presidente del Pd, puntano il dito contro l’uso strumentale della legge che a loro dire sta facendo il Pdl. L’ecodem Ermete Realacci, invece, entra nel merito: «È sbagliato proprio fare una legge su un tema così delicato. Anche noi abbiamo sbagliato quando abbiamo cercato di farla» .

In Transatlantico il repubblicano Giorgio La Malfa passeggia nervoso: «È assurdo» , sbotta. Poi dice: «È un argomento terribile. Questo testo sancisce il dovere di continuare a soffrire» . E così dicendo interpreta gli umori che navigano anche fuori dalle mura dei palazzi. Meglio: i malumori. Come quello di Oliviero Toscani. «Ma come si permettono là dentro di decidere sulla mia morte?» . Il pubblicitario sembra non vederci dalla rabbia: «Saranno responsabili di tanti suicidi. Perché se non sarò consapevole chiederò a mio figlio di ammazzarmi, altrimenti farò come Mario Monicelli e mi butterò dalla finestra» .

Con Mario Monicelli l’attore Alessandro Haber (che a teatro sta portando Craxi sulle scene) ha girato sei film. E anche lui non esita a tirare in ballo il gesto estremo fatto dal regista della commedia all’italiana: «È stato un gesto di grande coraggio e forza. E chi sta cercando di impedirci di decidere come gestire la fine della nostra vita dovrebbe tenerne conto» .

Anche il regista Mimmo Calopresti alza le spalle e gli occhi al cielo: «Adesso non è più possibile neanche morire in pace? Se una persona lascia scritto un testamento, la sua scelta, che diritto hanno i signori che ci governano di non volerla rispettare?» .


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