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PER UNA SECONDA RIVOLUZIONE COPERNICANA, IN FILOSOFIA E PEDAGOGIA. DEWEY (in gran compagnia, ancor oggi) CONTRO LO SPIRITO CRITICO DELL’ILLUMINISMO ...

L’ATTIVISMO ACCECANTE DEL "FAR WEST" E IL "SAPERE AUDE" DELLA "CRITICA DELLA RAGION PURA": JOHN DEWEY SPARA A ZERO SU KANT, SCAMBIATO PER UN VECCHIO FILOSOFO "TOLEMAICO". Alcune sue pagine da "La ricerca della certezza" del 1929, con alcune note - di Federico La Sala

L’ASSASSINIO DI KANT, I CATTIVI MAESTRI E LA CATASTROFE DELL’EUROPA (COME DEGLI U.S.A.). “Come fu possibile la hitlerizzazione dell’Imperativo Categorico di Kant? E perché è ancora attuale oggi?” (Emil L. Fackenheim, Tiqqun. Riparare il mondo).
lunedì 16 maggio 2011
[...] Kant pretendeva di aver effetuato una rivoluzione
copernicana nel campo della filosofia, trattando il mondo, e la conoscenza che abbiamo di esso, dal punto di vista del soggetto conoscente. Alla maggioranza dei critici, questo tentativo di far ruotare il mondo conosciuto sul cardine dell’attività conoscitiva della mente sembra un ritorno a un sistema di tipo ultra-tolemaico.[...] Queste osservazioni non sono dirette particolarmente contro Kant, che in effetti, come si è già detto, (...)

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> L’ATTIVISMO ACCECANTE DEL "FAR WEST" E IL "SAPERE AUDE" DELLA "CRITICA DELLA RAGION PURA" --- SOCIOLOGIA, FILOSOFIA, E "BILDUNG": NOTE SULLA TEORIA DELLA "HALBBILDUNG" ("MEZZA-CULTURA") DI TH. W. ADORNO.

lunedì 26 aprile 2021

PER UN NUOVO ROMANZO DI FORMAZIONE ("BILDUNGS-ROMAN"), ALL’INSEGNA DI ERMES: “IO VORREI PENSARE CON IL CERVELLO INTERO”.... *


Recensione:

Theodor W. Adorno, Teoria della Halbbildung

Come primo passo introduciamo il significato di alcune parole tedesche. Bildung sta per formazione, cultura; per contestualizzare la parola, ricordiamo che la storia della letteratura riconosce una posizione specifica al Bildungroman, il romanzo di formazione, il cui paradigma è il Wilhelm Meister di Goethe. Alla Bildung Adorno appaia la Halbbildung, ovvero la semiformazione, la semicultura. Per completezza è necessario nominare anche la possibilità di una Unbildung, un’assenza di formazione. La tesi attorno cui si costruisce il libro di Adorno è “che la Bildung oggi sia diventata Halbbildung socializzata. Questo non dipende dalla sua stessa storia - né vuol dire che la pedagogia è regredita - ma soltanto dal fatto che essa è socialmente in sviluppo” (p. 54).

La Cultura intesa in senso forte fa riferimento a modelli di senso che non dipendono dal soggetto ed in quanto tali non sono contrattabili; quando la forza della tradizione e delle convenzioni sociali lo imponeva, l’assunzione di questo modello era d’obbligo. In questo modo il percorso di formazione dell’individuo aveva delle tappe ben definite e poteva essere valutato sub specie aeternitatis, per così dire. Oggi non è più necessaria tutta questa fatica, perché effettivamente era una faticaccia doversi formare senza seguire neanche il più piccolo impulso personale.

Qua potrebbe esserci un’obiezione. Pare infatti esagerato affermare che la formazione nei bei tempi andati passasse per l’assoluta negazione dell’individuo e l’assoluta acquisizione di ciò che è sovra individuale. E’ chiaro che si estremizza per rendere il discorso più lineare: “Se riferita alla situazione presente qui e ora l’affermazione dell’universalità della Halbbildung è indifferenziata e esagerata” (p. 21). In altre parole tanto un tempo era possibile sfuggire alla Bildung quanto oggi è possibile salvarsi dalla Halbbildung. Il peso della tendenza all’individuale è però radicalmente diverso; accogliere una parte di individuo un tempo non permetteva di disconoscere le leggi generali, la dominanza odierna del soggettivo fa sì che anche i fatti generali, ove acquisiti, perdano il loro significato:

      • “Le idee a cui si estendeva la Bildung e che le infondevano vita hanno perso ogni vigore. Esse non attraggono più gli uomini come conoscenze - come tali appaiono arretrate rispetto alla scienza - né si impongono loro come norme di comportamento. Ad esempio, all’interno del sistema coattivo chiuso e totalitario la libertà e l’umanità hanno perso la loro capacità di penetrazione, poiché non è più assolutamente possibile conformare ad esse la propria vita; non sopravvive neanche la loro normativa estetica; le figure spirituali che li incarnano si sono rivelate in larga misura come logore, retoriche, ideologiche. I beni di cultura si sono sbriciolati non solo per quelli che non sono più colti, ma anche in se stessi, nel loro contenuto di verità. Quest’ultimo non è invariabile ed eterno, come voleva l’idealismo, ma ha la sua vita nella dinamica storico-sociale, come gli uomini, e può perire” (pp. 32-33).

La Halbbildung è l’insieme dei valori cui si riferisce l’uomo moderno. Non riconoscendo più valore alla dimensione spirituale della vita, ma solo a quella pratica, l’uomo rifugge dalla responsabilità verso le norme tramandate dalla tradizione. Questa, che è soggettivamente un’acquisizione di libertà si trasforma oggettivamente in una perdita di radici, di sicurezza: “La coscienza passa direttamente da una forma di eteronomia all’altra; al posto dell’autorità della Bibbia subentra quella del campo sportivo, della televisione e delle ‘Storie Vere’, che si fa forte della pretesa della letteralità, della attualità al di qua dell’immaginazione produttiva” (pp. 16-17).

In questa nuova situazione la Kultur viene ipostatizzata come un valore assoluto; ma, così facendo, la si sgancia dalle sue basi materiali rendendola vuota, pronta per diventare alimento dell’insaziabile sete della Halbbildung. Lo sganciamento inoltre è una mossa di comodo, sostenuta da chi è già in possesso della Kultur: “Nell’ipostatizzazione dello spirito da parte della Kultur in riflessione sublima la separazione socialmente imposta di lavoro fisico e lavoro intellettuale” (p. 12). L’intellettuale giustifica la sua distanza dalla materia e in tal modo diviene sempre meno spiritualemateriale, sempre più imbevuto di Halbbildung, che non è né spirito né materia.

L’accettazione di un contenuto così indefinito, così poco impegnativo dal punto di vista pratico, è sorte comune: “Le masse sono fornite, attraverso innumerevoli canali, con dei beni formativi che prima erano riservati al ceto elevato” (p. 55). La Halbbildung diviene così una nota di merito, proprio come una volta lo era la Bildung classica. Le conseguenze oggettive sono l’abbassamento del discorso pubblico su tutti i livelli; trattandosi di un fenomeno dialettico, vi sono anche conseguenze soggettive, di estremo interesse pratico:

      • “Soggettivamente, il meccanismo che determina il prestigio di una Bildung non più vissuta e in genere neanche più presente e la fallita identificazione con essa è quello di un narcisismo collettivo. La Hallbildung ha aperto a tutti il regno misterioso. Il narcisismo collettivo fa sì che gli uomini compensino la coscienza della loro impotenza sociale, che penetra dentro le stesse costellazioni pulsionali individuali, e, insieme, il senso di colpa per non essere e fare ciò che dovrebbero essere e fare secondo il proprio concetto, con l’appartenenza, reale o soltanto immaginaria, a un mondo superiore, completo, a cui attribuiscono le proprietà di tutto ciò che a loro manca, e da cui ricevono, in cambio qualcosa che sostituisce la partecipazione a quelle qualità” (p. 40).

Il narcisismo collettivo favorisce la focalizzazione del soggetto su se stesso; quanto più si dedica a se stesso, tanto meno comprende ciò che gli succede attorno. E’ però necessario capire il mondo che ci circonda, per non cadere vittima dell’insicurezza: quindi la Halbbildung

      • “si accompagna alla paranoia, alla mania di persecuzione. Ma l’evidente affinità di una situazione della coscienza come quella della Halbbildung con processi inconsci, psicotici, sarebbe una misteriosa armonia prestabilita, se i sistemi deliranti non avessero anche una funzione sociale, oltre al loro valore di posizione nell’economia psicologica del singolo. Essi sostituiscono quella cognizione dell’essenziale che è preclusa dalla Halbbildung. Chi manca della continuità del giudizio e dell’esperienza, è rifornito da tali sistemi di schemi per dominare la realtà, che, se è vero che non la raggiungono affatto, compensano però l’angoscia dell’incomprensione” (pp. 43-44).

La Halbbildung non conduce all’essenziale. Questa è la grande sconfitta dell’uomo postmoderno, ovvero lo svelamento del fatto che non esiste Un essenziale. Ciascuno è chiamato in proprio alla scoperta dell’essenza che sostanzia il mondo. Ma essendo individuale questa essenza perde la sua caratteristica fondante e diviene un puro accidente. La Halbbildung ormai divenuta modalità normale, automatica, di avvicinarsi alla Kultur non permette di cogliere la propria limitatezza, la propria relatività, sola via attraverso la quale sarebbe possibile una sua correzione:

      • “ Come quest’ultimo (l’inconscio) anche la Halbbildung è tendenzialmente sorda e refrattaria alle parole altrui: ciò che rende così difficile la sua correzione pedagogica. Essa potrebbe essere combattuta efficacemente solo a condizione di operare sul nucleo profondo della psiche: di sciogliere le sue sclerotizzazioni fin dalle prime fasi evolutive, e rafforzare la capacità di riflessione critica. Ma esigenze di questo tipo urtano abbastanza presto contro una barriera. La conoscenza sociale di quell’assurdo male che è la Halbbildung conferma la tesi che non è possibile cambiare isolatamente ciò che è prodotto e riprodotto da datità oggettive, che obbligano la sfera della coscienza all’impotenza. Nel tutto contraddittorio anche il problema della Bildung si involge in un’antinomia. Parlare disinvoltamente della Kultur come di una realtà coerente e non problematica è ingenuo e goffo e ideologico, se si considera la tendenza alla sua liquidazione che si manifesta oggettivamente, al di là di tutti i confini dei sistemi politici. Non si può, soprattutto, fare della Kultur astrattamente considerata la norma o il valore, perché assicurazioni di questo tenore recidono il legame che tutto ciò che è culturale deve avere con l’instaurazione di una vita degna dell’uomo, come autocoscienza padrona di se stessa, e contribuiscono a quella neutralizzazione dello spirito che a sua volta distrugge la Bildung” (pp. 47-48).

La distruzione della Bildung non è la fine della Bildung. Le sue macerie sopravvivono all’interno della Halbbildung. Solamente supponendola ancora intera, ancora effettiva, ancora efficiente è possibile riscoprirne l’importanza. Si chiede quindi al soggetto uno sforzo pragmatico, quello di supporre all’orizzonte delle proprie azioni un significato, spirituale e materiale insieme, al quale offrire la propria incondizionata adesione. Solo attraverso un comportamento coerente è possibile dimostrare l’importanza della Bildung nei dannati anni della Halbbildung:

      • “Ciò che si può chiamare culturale senza infamia, che è al di là del feticismo culturale, è unicamente ciò che si realizza grazie all’integrità della propria forma spirituale, e retroagisce sulla società solo mediatamente, attraverso questa integrità, e non attraverso un adattamento immediato ai suoi ordini. Ma la forza necessaria per questo compito non è data allo spirito da altro che da ciò che in passato era la Bildung. Tuttavia, se lo spirito fa ciò che è socialmente giusto fare solo quando non si dissolve nell’indifferenziata identità con la società, è giunto il tempo dell’anacronismo che consiste nel tener fermo alla Bildung, dopo che la società l’ha privata della sua base. Ma essa non ha altra possibilità di sopravvivenza fuorché quella che consiste nell’autoriflessione critica sulla Halbbildung che essa è necessariamente diventata” (pp. 50-51).

* FONTE: SPAZIOTERZOMONDO, TM-EXPRESS, 10 GIUGNO 2011.


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Sul tema, in rete, si cfr.:

PER UN NUOVO CNR! ALL’INSEGNA DI ERMES: “IO VORREI PENSARE CON IL CERVELLO INTERO”. IN MEMORIA DI ENRICO FILIPPINI E DI MICHEL SERRES

Federico La Sala


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