SCHEDA EDITORIALE *
Il pensiero occidentale
Matteo Tafuri
Commento agli Inni Orfici
Il sottile e profondo fascino misterico degli Inni orfici è celebrato in questo Commento, l’unico superstite ad oggi nel mondo, in lingua greca, in cui il trionfante platonismo d’età laurenziana si coniuga con le nuove istanze religiose, dando vita ad una sapientia filosofica e teologica, della quale erano depositari gli antichi teologi da Zoroastro a Ermete Trismegisto, Orfeo, Aglaofemo, Pitagora e Platone; essa fu trasmessa poi dai neoplatonici e culminò nella teologia cristiana, acme di un percorso iniziatico che conduce all’unità della Verità Rivelata.
Il Commento con la sua esegesi ai Poemi orfici rivela il nucleo dottrinale del pensiero dell’autore, in cui la teologia, la teurgia e la magia cerimoniale insegnano all’uomo come giungere al colloquio con gli angeli e ricongiungersi alla divinità. Gli Inni sotto il profilo ieratico-teurgico sono preghiere pronunciate dall’uomo per entrare in comunione con il divino, sotto quello magico, canti in grado di vincolare, di incantare, di infondere potere in colui che deve essere incantato e iniziato, il μύστης. Sulla base della translatio sapientiae pagana e biblicocristiana gli Inni orfici riproposti in questo Commento in chiave moderna rivendicano, sulle orme di Ficino, il connubio fra pia philosophia e docta religio. L’orfismo del Rinascimento è un rinascimento dell’orfismo, è la rinascita dei miti orfici ma soprattutto l’elaborazione delle dottrine orfiche in campo filosofico.
***
Matteo Tafuri
Vergato a Napoli per mano di Francesco Cavoti nel 1537, il Commento agli Inni orfici è l’unica opera, oltre ad un Pronostico ancora inedito, del filosofo e astrologo Matteo Tafuri, naturalista, raffinato interprete della fisiognomica e prodigioso nell’arte divinatoria. Affascinato dalle “scienze” occulte, dai sacri misteri divini e dai miti dei prisci theologi fa rivivere a nuova luce la sapienza orfica antica sovente concordata con le fonti evangeliche e restauratrice dell’originaria alleanza fra πίστις, εὐσέβεια ed ἔρως. Incline al platonismo, indulgente per i miti e per i fremiti religiosi, fedele alla philosophia Christi, tormentato dalle controversie teologiche, si accosta ai misteri divini orfici rivendicandone il carattere filosofico e teologico. L’impeto di fede, critico, d’impronta erasmiana, sembrò agli occhi dei suoi detractores superstizione e idolatria, più che palingenesi. L’impegno profuso per il rinnovamento della religio culminò in un’apologia dei veri principi del cristianesimo.
*FONTE: BOMPIANI.
* WIKIPEDIA: Matteo Tafuri (Soleto, 8 agosto 1492 - Soleto, 18 novembre 1584)
FLS