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ITALIA. CULTURA E SOCIETA’ NELLA PUGLIA DELL’ETA’ GIOLITTIANA

PIERO DELFINO PESCE (1874-1939), LA RINASCENZA MEDITERRANEA, E LA BATTAGLIA CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA. Alcune pagine dal lavoro di Nicola Fanizza sull’intellettuale repubblicano di Mola di Bari e sulla cultura meridionale del primo Novecento - a c. di Federico La Sala

(...) Contro il disegno di privatizzare la gestione dell’acquedotto che avrebbe dato più da mangiare (ai gestori) che da bere (alla popolazione), Pesce continuò la sua battaglia, scrivendo nel 1912 anche un libello L’Acquedotto Pugliese - Storia di un carrozzone (...)
martedì 31 maggio 2011
[...] Dopo il 31 agosto del 1914 - termine perentorio di scadenza assegnato dalla legge Sacchi alla consegna del primo lotto di lavori -, la vicenda dell’Acquedotto Pugliese comincia a muoversi nella prospettiva indicata da Pesce: le inadempienze della società appaltatrice spinsero tutte le amministrazioni provinciali della Puglia a chiedere al Governo di attivarsi per affidare allo Stato sia il compito di portare a termine i lavori inerenti alla rete idraulica sia la gestione dello stesso (...)

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> PIERO DELFINO PESCE (1874-1939), LA RINASCENZA MEDITERRANEA, E LA BATTAGLIA CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA. ---- L’allarme dalla Puglia: qui stanno tradendo il voto sull’acqua (di Andrea Orsi).

mercoledì 15 giugno 2011

L’allarme dalla Puglia: qui stanno tradendo il voto sull’acqua

di Andrea Orsi (il Fatto, 15.06.2011)

La festa immensa e popolare del movimento per l’acqua pubblica in Puglia è durata poche ore. “Passata la festa, gabbato lo santo”, si leggeva tra i messaggi di allarme lanciati in rete, mentre sul sito del Consiglio regionale della Puglia appariva all’ordine del giorno la proposta di legge per la ripubblicizzazione dell’Acquedotto pugliese, la maggiore società europea di gestione delle risorse idriche.

Una scelta promessa fin dal 2005 da Nichi Vendola, ma non mantenuta fino in fondo - secondo il comitato pugliese per l’acqua pubblica - grazie a una serie di modifiche volute soprattutto dal Pd. L’articolo 5 della legge - approvata ieri in una lunga seduta pomeridiana - era la parte più contestata dai movimenti, soprattutto nel comma che manteneva la possibilità di affidare attività “strettamente connesse alla gestione del sistema idrico integrato” a società partecipate anche dai privati.

Un passaggio poi cambiato in extremis, specificando che ai privati potranno essere affidate solo “attività rinvenienti dalla gestione del sistema idrico integrato”, escludendo così la fornitura dell’acqua.


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