«Realizziamo insieme il nostro sogno, riprendiamo Milano»
di Giuliano Pisapia (l’Unità, 28 maggio 2011)
Una città in marcia verso uno sviluppo sostenibile, che torna a giocare alla pari con le grandi città dell’Europa e del mondo. Una comunità di cittadini felici di vivere la loro città finalmente affrancati dalle ansie di una gestione scandita dalla paura dell’altro e del diverso. Una città in cui si respira aria pulita, nelle strade e nei palazzi delle istituzioni. Una città finalmente capace di valorizzare l’universo femminile. Una città in cui i giovani, stufi di sentirsi narrare al futuro, possano essere protagonisti, qui e ora.
Questo è il volto di Milano che mi impegno a disegnare a partire da martedì, se sarò eletto Sindaco. All’inizio era solo un sogno, poi nel corso di undici mesi di una campagna elettorale sempre più partecipata, è diventato probabile, poi possibile. Non ho mai visto in trent’anni di attività politica tanta partecipazione, tanto entusiasmo come nelle ultime due settimane di campagna elettorale. Ora, con l’aiuto dei milanesi, questo sogno può diventare finalmente realtà.
Economia della conoscenza, creatività digitale, tecnologie verdi, ricerca scientifica: saranno motori innovativi dello sviluppo ritrovato di Milano che deve tornare a essere capitale economica del paese. E’ in questo quadro che vive e si realizza anche la nostra Expo 2015 che, andando oltre i sei mesi effettivi di esposizione, dovrà lasciare lavoro, intelligenza e nuovi spazi al servizio dei cittadini e non una cementificazione fine a se stessa. Nella convinzione che l’ambiente naturale, dall’aria al verde, è un bene comune da difendere con determinazione perché l’aria che respiriamo e l’acqua che beviamo non sono “negoziabili”.
La mia Milano sarà una città aperta e inclusiva, in cui il cittadino sarà al centro: soggetto e non oggetto. Donne e uomini, bambini e anziani da strappare alle loro solitudini, nuovi cittadini in arrivo dai quattro punti cardinali, a tutti il Comune aprirà le sue porte per ascoltare i loro bisogni senza mai mancare di dare risposte. Dal centro alle periferie per troppo tempo trascurate, da cui intendo far partire la mia azione di governo per porre fine a un loro degrado in cui possono annidarsi ingiustizie e criminalità. Milano garantirà il diritto a un luogo di culto per ogni religione, come dicono la Cei, il cardinale Dionigi Tettamanzi e la nostra Costituzione. Non ci sarà l’islamizzazione di Milano. Una moschea c’è in tutte le grandi città europee, c’è a Roma, Milano anche in questo deve essere una grande città europea. E in ogni caso lavoreremo per rendere la città più sicura e serena, convinti peraltro che la serenità ci puòessere solo se c’è una vera giustizia. Quindi l’affermazione della legalità, il rispetto dei diritti e dei doveri, per tutti e senza distinzioni, saranno la base della nostra azione. Ma con una consapevolezza: più sicura è una città illuminata, che vive e non chiude i suoi quartieri.
E non c’è luce più grande di quella trasmessa dalla Cultura, in tutte le sue possibili declinazioni. Qualcuno ha detto che con la cultura non si mangia. Invece nella mia Milano sarà il principale motore di sviluppo: dalle scuole alle università, dalla Scala ai teatri sperimentali, dalle pinacoteche alle biblioteche di quartiere, gli investimenti in questo settore metteranno in moto un meccanismo virtuoso di creatività e innovazione che garantirà alla città di essere tra i protagonisti che stanno disegnando il futuro del mondo.
Speriamo lunedi di fare il balzo definitivo nel futuro