CIRCOLO CULTURALE IMPEGNOCIVILE
SAN GIOVANNI IN FIORE Comunicato n° 2 N. E. 15 .06.11
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Il senso del voto :
la Città ha presentato il conto !
e adesso vuole crescere.
Quella parte di società sangiovannese che ha accompagnato Antonio Barile nella Rivoluzione politica conclusasi il 30 maggio 2011 è sempre stata consapevole della forza e della giustezza delle proprie ragioni. A darle però torto erano i numeri della politica.
Con quest’ultima tornata elettorale, il primato etico è diventato anche primato politico.
Con il 30 maggio: coloro che avevano costruito da protagonisti o da comprimari la società che abbiamo conosciuto per lunghi decenni sono stati messi finalmente ai margini perché la Città ha presentato loro il conto.
Comprendiamo come, dall’altra parte, non sia facile prendere o rendere atto di ciò: è certo più comodo e rassicurante per loro leggere (o tentare di far leggere ai loro referenti nazionali) l’evento come una “pericolosa affermazione della destra berlusconiana”, o come “una pura manifestazione di egoismo del nostro popolo che ha subito il ricatto di Scopelliti”, o ancora come una “forte ubriacatura o infatuazione dei sangiovvannesi”
Una lettura più rispettosa della verità li obbligherebbe a fare pubblicamente i conti con se stessi e ad ammettere ciò che, forse, non riusciranno mai ad ammettere e cioè che il Gruppo di Oligarchi al governo locale, per le gravissime colpe accumulate, era stracotto da tempo ma la forza immagazzinata era tale da impedire un esteso risveglio delle coscienze e consentire la sua penosa sopravvivenza chissà per quanti anni ancora se non si fosse verificato il “miracolo Barile”. I commentatori di stampa e mass media, così come quella parte di “intellighenzia” che ha preferito finora fare come le “tre scimmiette”, dovrebbero, se trovassero la capacità di guardare con occhio sereno e critico ciò che sta loro intorno, ammettere di essere stati, finora, incapaci di scorgere o di narrare in modo adeguato il disgusto crescente che la gente provava per il malcostume affermato nel corso dei decenni. E dovrebbero tutti, nessuno escluso, ove fossero aperti ad una lettura attenta e spassionata del voto, ammettere che la vittoria di Antonio Barile è stata una vittoria del popolo, di tutto il popolo, quello che ha un’anima di “destra” come quello che ha un’anima di “sinistra” o di “centro”, che ha voluto riprendersi la propria piena libertà, che ha voluto punire i responsabili di tanto malessere ed ha voluto recuperare il proprio diritto di partecipare, in modo libero e consapevole, alla vita politica della Città. Realizzando, con il superamento della attuale concezione dell’idea di “partito”, un’operazione politica che potrebbe costituire un modello a livello regionale se non nazionale.
Una conferma di tutto ciò la si può vedere nel modo in cui si è orientato il consenso elettorale raccolto attorno a Monica Spadafora. Al momento decisivo è emerso con grande chiarezza che anche in quella parte di società vi fosse piena consapevolezza dei guasti presenti nella nostra comunità e della necessità di procedere ad un totale, radicale cambiamento.
A dimostrazione del grado di profondità che la capacità di condizionamento della Oligarchia era riuscita a raggiungere, rileviamo come in nessuno dei periodici del luogo o delle pagine locali dei quotidiani provinciali, o delle agenzie mass mediatiche operanti sul territorio, sia stato possibile, finora, scorgere traccia di tentativi di individuazione delle ragioni profonde o delle responsabilità di quanto è avvenuto.
Le analisi politiche che si svolgono al di fuori del ristretto circuito di questi medesimi periodici, quotidiani o agenzie, sono invece di ben altra natura.
La conclusione di Riccardo Allevato alla sua puntuale, acuta, veritiera e, ovviamente, impietosa analisi relativa al momento politico e soprattutto al comportamento di quelli che si dicono essere gli eredi del prestigioso Partito Comunista, è una splendida pennellata di poesia, psicologia e politica, laddove egli vede la “grande commozione” del popolo in festa per le strade di S. Giovanni in Fiore inneggiante alla vittoria liberatoria di Antonio Barile, beneficamente “proiettata sul nostro futuro”.
Si può quindi affermare che il futuro politico della nostra Città in questa Nuova Era si apre all’insegna delle migliori condizioni e dei migliori auspici.
Dobbiamo però tutti acquisire la consapevolezza che sarà necessario un cambiamento anche nel comportamento di ciascuno di noi..
Noi cittadini dovremo dotarci della pazienza che comporta la sistemazione dei mille sballati tasselli della nostra vita sociale, come sarà, ad esempio, necessario per assecondare la scelta di sottoporre la gestione dei rifiuti solidi urbani ad una politica capace di scongiurare per sempre la condizione che si registra tragicamente a Napoli.
D’altra parte, coloro che sono stati investiti di un ruolo nel nuovo quadro politico dovranno assecondare con la massima convinzione e disponibilità il bisogno manifestato dal popolo di trovare nella nuova classe dirigente atteggiamenti di responsabilità, di rispetto delle leggi e delle prerogative che la legge assegna alle cariche istituzionali, soprattutto alla figura del Sindaco che deve essere confortato in questa delicatissima fase e non sottoposto a pressioni che tendano a vincolare la sua azione. Occorre che si affermi ogni giorno di più il concetto che la politica è servizio alla comunità; per cui non vi è alle viste nessuna distribuzione di potere bensì di carichi di fatica. E la fatica, per essere massimamente proficua e rispondente all’interesse generale, deve essere svolta da chi è, complessivamente, meglio attrezzato.
Antonio Barile deve poter scegliere quindi i suoi collaboratori in piena e totale autonomia di giudizio.
L’esigenza più avvertita dalla cittadinanza in questa fase politica è quella di trovare in tutti coloro che svolgono una funzione politica o pubblica la più grande, disinteressata, meticolosa cura per l’interesse generale
E’ questo il viatico che serve ad Antonio Barile e alla sua Giunta nel loro impegnativo ma entusiasmante compito di
dare “nuova” vita alla nostra Città e di indicare per essa nuovi orizzonti culturali, sociali, politici ed economici.