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MESSAGGIO EVANGELICO E COSTITUZIONALE. «Voi siete il sale della terra; ma, se il sale diventa insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini (Mt 5,13).

PER I REFERENDUM UNA VALANGA DI "SI": "LA BANDIERA DELLA REPUBBLICA SU QUELLA SORGENTE". A 2011 anni dalla Buona Novella, una lettera di don Lorenzo Milani del 1955 - a c. di Federico La Sala

E don Milani disse: «L’acqua è di tutti»; "(...) con tutte le pretese di rivelazione che abbiamo, non sappiamo poi neanche di dove veniamo o dove andiamo, e qual è la gerarchia dei valori, e qual è il bene e quale il male, e a chi appartengono le polle d’acqua che sgorgano nel prato di un ricco, in un paesino di poveri"?!
martedì 14 giugno 2011 di Federico La Sala
Referendum: come, quando e per cosa si vota
Ecco cosa prevedono i quattro quesiti per cui gli italiani saranno chiamati alle urne il 12 e 13 giugno *
ROMA - Con la decisione della Cassazione, che ha stabilito che il referendum sul nucleare si svolgerà anche se il governo con il decreto Omnibus ha abrogato per un certo tempo la normativa a cui i quesiti si riferivano, rimette in moto la macchina referendaria anche per il quarto dei quesiti previsti.
Due giorni di voto quindi per gli (...)

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> PER I REFERENDUM UNA VALANGA DI "SI" ---- IN MEMORIA DI DON GIUSEPPE DOSSETTI. Ricostruire, cominciando domenica (di Angelo Bertani)

venerdì 10 giugno 2011


Ricostruire, cominciando domenica

di Angelo Bertani (Europa, 10 giugno 2011)

Dunque si può vincere anche sulla spinta dell’indignazione. Maria Cristina Bartolomei (su Jesus di maggio) ricorda che l’indignazione non è un sentimento di odio ma «è l’adesione affettiva ed emotiva al giudizio che distingue bene e male» (Kant). Certo, «Indignarsi non basta», come scrive Pietro Ingrao, ma può essere una buona partenza. Può aprire la strada per realizzare «la svolta mite di un paese stanco di urla» (Ilvo Diamanti, Repubblica, 6 giugno). «Partecipare è già vincere», spiegano i cattolici democratici milanesi Paolo Danuvola e Fabio Pizzul (Il sicomoro, 8 giugno).

Si tratta adesso di passare dalla liberazione alla ricostruzione. La prima occasione la offrono i referendum di domenica prossima. È importante che le voci significative del mondo cattolico, vescovi e settimanali diocesani abbiano auspicato la partecipazione e la scelta del Sì. Salvo i ciellini/pidiellini, e Avvenire (cfr. “Referendum , questioni di merito” di Sergio Soave, 2 giugno), l’“alleanza” tra la segreteria vaticana e il governo italiano sembra in difficoltà. «Il Vaticano ha chiuso gli occhi sulle violazioni più eclatanti dell’etica pubblica... Una delle più antiche diplomazie del mondo è stata piegata ai disegni di potere berlusconiano...» (Marco Politi, Il Fatto quotidiano, 1 giugno).

Ma per ricostruire una vita civile “a misura dell’uomo” serviranno partiti, programmi e soprattutto uomini. Il cardinale Bagnasco ha auspicato appunto una nuova generazione di cattolici impegnati in politica: persone di qualità e rettitudine, senza però costituire un nuovo “partito cattolico” (A. Tornielli, “La Chiesa in cerca di un partito”, La Stampa, 2 giugno).

A questo punto conviene rileggere le parole che Giuseppe Dossetti pronunciò nel 1993 e che oggi sono ancora più attuali: «Dobbiamo convincerci che tutti noi, cattolici italiani, abbiamo gravemente mancato, specialmente negli ultimi due decenni, e che ci sono grandi colpe (non solo errori o mere insufficienze), grandi e veri e propri peccati collettivi. I battezzati consapevoli devono percorrere un cammino inverso a quello degli ultimi vent’anni, cioè mirare non ad una presenza dei cristiani nelle realtà temporali e alla loro consistenza numerica e al loro peso politico, ma ad una ricostruzione delle coscienze e del loro peso interiore, che potrà poi, per intima coerenza e adeguato sviluppo creativo, esprimersi con un peso culturale e finalmente sociale e politico».


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