NEL MERITO
DI PEPPE SINI *
Mi sembrano del tutto inadeguate le interpretazioni del risultato referendario prevalenti in questi giorni sui mezzi d’informazione.
Le interpretazioni "politiciste" che appiattiscono tutto sul confronto tra coalizione dei partiti berlusconiani e coalizione dei partiti antiberlusconiani dimenticano che l’intero ceto politico (opposizione parlamentare in primis) e’ largamente berlusconizzato, dimenticano che non sono state le macchine organizzative dei partiti politici a portare le persone a votare, e dimenticano che ci sono piu’ cose tra cielo e terra eccetera.
Ma non meno inette sono le interpretazioni "antipoliticiste" fondate sulla grottesca retorica "societa’ civile versus politica", che implicano una nozione di "societa’ civile" di sconfortante e non innocente stupidita’. Per tanti straparlatori sarebbe una buona medicina rileggersi gli illuministi scozzesi o i Lineamenti di filosofia del diritto di G. W. F. Hegel.
*
A me sembra che la maggioranza del popolo italiano ha votato nel merito, ovvero sui contenuti: certo, non i contenuti minuziosamente deducibili dal dettaglio dei testi dei quesiti, ma i contenuti cosi’ come i quattro referendum sono stati interpretati - tutto sommato correttamente - dal sentire comune: si e’ votato in difesa del diritto umano all’accesso all’acqua come bene comune; si e’ votato contro il nucleare; si e’ votato affinche’ tutti siano uguali dinanzi alla legge.
E su questi contenuti persone molto diverse con visioni del mondo molto diverse e con esperienze molto diverse si sono trovate d’accordo.
*
Trovo che sia un esercizio da perdigiorno patentati (ovvero da meschini subalterni all’ideologia dominante, cioe’ asserviti alla violenza dei poteri dominanti) discettare su quanto abbiano contato alcuni personaggi dello spettacolo e quanto il papa, quanto internet e quanto l’associazionismo, quanto i giovinetti saputelli e quanto i vecchi barbogi. In verita’ nessuno lo sa, e non e’ questo il punto. Quando su questioni fondamentali si pronuncia la maggioranza della popolazione di un paese, evidentemente nel determinarsi di quella espressione di volonta’ hanno influito una molteplicita’ di fattori in un intreccio complesso.
Cosi’ come trovo ridicole certe deduzioni epocali: gli italiani del 12-13 giugno sono gli stessi del giorno prima e del giorno dopo, con le loro sempiterne caratteristiche di bonomia e cialtronaggine, di arguzia e credulita’, e cosi’ via.
Ma l’assoluta maggioranza di essi ha colto il senso dei referendum ed ha colto l’occasione per esprimersi: dimostrandosi piu’ attenta e responsabile del ceto politico e degli agenti pubblicitari e delle pubbliche relazioni del comitato d’affari della classe dominante che ci ammorbano la vita con le loro interminabili narcotiche chiacchiere che servono a coprire il moltiplicarsi dei crimini e il tracimare della barbarie dei potenti.
*
Occorrera’ lavorare su questo risultato.
Lo dico perche’ vorrei fosse chiaro che la vittoria odierna non e’ definitiva e irreversibile, come non lo fu quella del referendum antinucleare dell’87. Va consolidata con un forte impegno comune e immediato per le fonti energetiche rinnovabili e le tecnologie pulite e sostenibili.
E perche’ non basta aver ribadito il principio della gestione pubblica dell’approvvigionamento idrico, occorre che il servizio funzioni e garantisca acqua potabile alla popolazione, altrimenti procede comunque come un rullo compressore la privatizzazione de facto.
E perche’ non basta aver affermato il principio dell’uguaglianza di diritti di ogni essere umano, occorre inverarlo nella prassi.
*
Ma lo dico soprattutto perche’ la lotta antinucleare deve porsi adesso in Italia l’immediato obiettivo del disarmo nucleare, e deve porsi quindi anche l’immediato obiettivo della cessazione delle guerre in corso cui l’Italia illegalmente partecipa.
E lo dico altresi’ perche’ la lotta per i beni comuni considerati come diritti umani dell’umanita’ intera deve porsi adesso in Italia l’immediato obiettivo della difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, e deve porsi quindi anche l’immediato obiettivo dell’abrogazione delle infami e assassine misure razziste imposte dal governo golpista.
E lo dico infine perche’ il pronunciamento referendario indica e invoca una politica alternativa fin d’ora concretamente possibile, una politica fondata sulla difesa della biosfera e dei diritti umani, sulla responsabilita’ e la solidarieta’. Questa politica ha un nome preciso ed occorre enunciarlo con chiarezza e senza esitazioni. Quel nome e’: nonviolenza.
* TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 589 del 17 giugno 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/