Il "coming out" (timido) del Prof. Corbellini
di Antonio Pirisi *
Fino a ieri collocavo G.Corbellini tra i più fieri avversari dell’omeopatia. Ora però nutro il sospetto che non sia (più) così e che anzi ne sia diventato un sostenitore convinto ma non ancora pronto a fare coming out.
Questa impegnativa affermazione risulterà perlomeno bizzarra se teniamo in conto (solo) il tenore delle ingiurie - imbroglioni, ciarlatanerie ecc. - che è uso rivolgere ad omeopati ed omeopatia, ma credibile se prestiamo attenzione anche allo stile retorico delle stesse. Lo dico da praticante: ci sono mille ragioni per criticare e dubitare dell’omeopatia e degli omeopati, prima tra tutte quella che ci vede avere idee molto diverse sul nucleo essenziale di personalità sul quale prescrivere i nostri rimedi.
Mille buone ragioni che però Corbellini trascura per poi andarsi a cercare, per muovere i suoi attacchi (e qui sta la stranezza che insospettisce), quelle che più balorde non si può.
La sua ultima performance è un articolo (‘Prima viene il paziente’, Il Sole 24ore 19/4/15) commemorativo della figura e dell’opera di Alberto Malliani nel quale, Corbellini, dopo aver ricordato come ‘l’idea teorica forte’ della ricerca del prof. Malliani si sostanziasse nel concetto di ‘malattia innervata’ (cioè a dire: le malattie qualunque sia l’organo in cui appaiono non sono avulse dall’organismo nella sua totalità) subito dopo, come se sussistesse una concatenazione causa-effetto, invita i medici: "se prendono sul serio il loro lavoro, a smetterla di flirtare con le medicine complementari (omeopatia ...) ... per inseguire convenienze, ma imbrogliando così i pazienti".
Ora, pur con tutta la cattiveria che c’è in giro, nessuno oserebbe mai pensare che una simile incongruenza argomentativa possa essere inavertitamente sfuggita a un intellettuale avveduto come Corbellini. Rimane dunque da accettare che egli l’abbia lucidamente voluta per smontare la tesi anti-omeopatia che dava ad intendere di volere invece sostenere. E tanto più vale quest’ipotesi, se consideriamo che neanche è concepibile che Corbellini ignori che, ormai qualche secolo fa, fù proprio S. Hanhemann a rappresentare l’organismo come una sorta di ‘sistema critico’. A evidenziare cioè quella proprietà per cui se una parte (... un organo) patisce una perturbazione, questa interessa tutte le parti del sistema.
Ecco, penso che Corbellini anche se in modo un po’ tortuoso, abbia voluto comunque (autorevolmente) dirci che molte tra le idee più interessanti della medicina moderna già erano esplicitate nelle teorie base dell’omeopatia! Prof. Corbellini, grazie del contributo alla causa e ... benvenuto tra noi.
Il "coming out" (timido) del Prof. Corbellini