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TEOLOGIA E FILOLOGIA: LA LEGGE DELLA CASA (ECO-NOMIA) DEL SIGNORE E L’ EU-CHARISTIA. "La parola «Eucaristia» deriva dal verbo greco «eu-charistèō/rendo grazie» che a sua volta proviene dall’avverbio augurale «eu-...-bene» e «chàirō-rallegrarsi/essere contento»" (Paolo Farinella, prete).

IL XXV CONGRESSO EUCARISTICO E LA VITA DEL MONDO. Benedetto XVI continua a parlare di "caristia" ("caritas") ma non ancora di "charistia" ("charitas")! Messaggio di saluto del Papa ai partecipanti al congresso nazionale ad Ancona (3-11 settembre) - a c. di Federico La Sala

(...) se il mio fratello commette una colpa contro di me, io devo usare carità verso di lui e, prima di tutto, parlargli personalmente, facendogli presente che ciò che ha detto o fatto non è buono (...)
domenica 11 settembre 2011 di Federico La Sala
Note introduttive sul tema (cliccare sui titoli):
IL NOME DI DIO. L’ERRORE FILOLOGICO E TEOLOGICO DI PAPA BENEDETTO XVI, NEL TITOLO DELLA SUA PRIMA ENCICLICA. Nel nome della "Tradizione"
PER RATZINGER, PER IL PAPA E I CARDINALI, UNA LEZIONE DI GIANNI RODARI. L’Acca in fuga
SE UN PAPA TEOLOGO SCRIVE LA SUA PRIMA ENCICLICA, TITOLANDOLA "DEUS CARITAS EST" ("CHARITAS", SENZA "H"), E’ ORA CHE TORNI A CASA, DA "MARIA E GIUSEPPE", PER IMPARARE UN PO’ DI CRISTIANESIMO. Federico La Sala (...)

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> IL XXV CONGRESSO EUCARISTICO E LA VITA DEL MONDO. ---- EUCARISTIA: "PER MOLTI", MA NON "PER TUTTI".

mercoledì 7 settembre 2011

EUCARISTIA: "PER MOLTI", MA NON "PER TUTTI". DAL VATICANO UNA NUOVA TRADUZIONE DEL MESSALE ROMANO *

33665. ROMA-ADISTA. Nel giro di uno o due anni cambierà la versione italiana delle parole della consacrazione del calice nella celebrazione della messa: sostituendo l’odierno "per tutti", in uso da oltre trent’anni, con la formula "per molti", più aderente al testo latino del Missale Romanum, che recita "pro multis". Il cambiamento avviene per volontà di papa Benedetto XVI, che ha comunicato il suo "indirizzo" al prefetto della Congregazione per il Culto divino, card. Francis Arinze, il quale a sua volta ne ha informato i presidenti delle diverse Conferenze episcopali nazionali in una lettera datata 17 ottobre 2006 e resa nota la scorsa settimana. La formula in latino, presente nel Missale Romanum, unico per tutte le nazioni e su cui si basano le traduzioni autorizzate nelle lingue nazionali, è: "accipite et bibite ex eo omnes: / hic est enim calix sanguinis mei / novi et aeterni testamenti: / qui pro vobis et pro multis effundetur / in remissionem peccatorum. / Hoc facite in meam commemorationem". L’espressione "pro multis" fu tradotta in italiano "per tutti" e nella maggior parte delle altre lingue in modo analogo: in tedesco "für alle", in inglese "for all", in spagnolo "por todos los hombres". In francese si recita invece "pour la multitude".

Il nuovo indirizzo vaticano era nell’aria da tempo ma mancava ancora una conferma ufficiale. Quel che è sicuro è che una resa letterale di "pro multis" non incontra il favore di molti vescovi e, malgrado le pressioni del Vaticano, era improbabile che le Conferenze episcopali decidessero autonomamente di affrontare la questione senza un ordine esplicito, tanto che Arinze impone un termine di "uno o due anni" per "prepararsi ad introdurre" la traduzione secondo le indicazioni del Dicastero. Lo scorso luglio, la Commissione liturgica della Conferenza episcopale statunitense, impegnata nella valutazione della nuova traduzione inglese della messa (v. Adista n. 57/06), aveva respinto un emendamento che voleva introdurre la formula "for the many" (per i molti) al posto di "for all" (per tutti) nella resa di "pro multis". La Commissione aveva motivato il rifiuto perché la "stragrande maggioranza dei membri della Conferenza episcopale è a favore di ‘per tutti’". Significativamente, però, i vescovi statunitensi avevano anche ritenuto non fosse il caso di affrontare la questione, vista l’"espressa intenzione" del Vaticano di esprimersi su questo punto. Nella lettera, il card. Arinze spiega la scelta di una resa "più precisa" della formula "pro multis" con l’intento di chiarire che "la salvezza non arriva in modo meccanico, senza la volontà o la partecipazione di ciascuno". Inoltre, il testo dei Vangeli sinottici è concorde nel fare uno "specifico riferimento a ‘molti’" (cfr. Mt 26,28 e Mc 14,24) e, tradizionalmente, il rito romano latino ha sempre recitato "pro multis" e non "pro omnibus". Il cardinale aggiunge che "per tutti", più che una "fedele traduzione", è "una spiegazione del genere più adatto ad una catechesi" e quindi non è più in linea con l’Istruzione Liturgiam authenticam che prescrive traduzioni "più fedeli al testo latino".

Il nuovo indirizzo per la traduzione arriva in seguito ad una consultazione, avviata nel luglio 2005, tra tutte le Conferenze episcopali nazionali in accordo Congregazione per la Dottrina della Fede. La discussione, a quel che risulta, è stata in alcuni casi molto tesa - non solo negli Stati Uniti - soprattutto perché cadeva in un momento in cui il dibattito liturgico è particolarmente acceso e il Vaticano sembra impegnato su più fronti in una "controriforma" della riforma liturgica introdotta dal Concilio Vaticano II. Il timore è che i fedeli non capiscano il nuovo testo o lo interpretino esclusivamente nel senso di una "restrizione" del numero dei salvati, una preoccupazione condivisa dallo stesso Arinze che invita i vescovi a "intraprendere la necessaria catechesi dei fedeli su questo punto".

Su questa stessa linea, in seguito alle recenti polemiche sulla direzione dell’officiante durante la messa (v. Adista n. 73/06), risulta significativa la calorosa esaltazione della liturgia di rito bizantino - in cui il prete è rivolto "verso Oriente" e non "verso il popolo" - cui il papa ha assistito il 30 novembre nella chiesa di San Giorgio durante il suo viaggio in Turchia. Il cerimoniere pontificio, mons. Piero Marini, generalmente considerato un sostenitore della riforma liturgica conciliare, sottolinea con enfasi le ragioni teologiche per cui, nel rito bizantino, "tutti i fedeli guardano ad Oriente, da dove Cristo verrà un giorno nella sua gloria": il sacerdote, infatti, "intercede presso il Signore per il suo popolo; egli cammina davanti al popolo verso l’incontro con il Signore". Di seguito, il testo della lettera inviata dal card. Arinze ai presidenti della Conferenze episcopali nazionali, in una nostra traduzione dal testo inglese pubblicato sul bollettino della Commissione liturgica della Conferenza episcopale statunitense. (alessandro speciale)

* Adista ::. Archivio anno 2006 ::. Adista Notizie n. 87


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