Obama, piano per controllo delle armi.
"Proteggere i nostri figli è la priorità
Alla Casa Bianca Obama presenta il suo piano per arginare i crimini da armi da fuoco davanti alle famiglie delle vittime della strage nella scuola del Connecticut. Tra le altre misure, lo stop ai caricatori con più di 10 colpi, controlli sui precedenti di chi acquista, attenzione alle malattie mentali e alle immagini violente in videogiochi, cinema e tv. I lobbisti della NRA: "Sarà la battaglia del secolo" *
WASHINGTON - "Proteggere i nostri figli è il primo compito di una società e non è un tema che può dividerci. Io amo il mio Paese e voglio che tutti siano felici e si sentano sicuri". Così il presidente degli Usa Barack Obama, presentando il più significativo sforzo mai fatto negli ultimi vent’anni da un’amministrazione Usa per contrastare la violenza generata dal troppo facile accesso alle armi. Obama annuncia 23 decreti e un impegno da 500 milioni di dollari. Il cuore delle riforme nel bando sulle armi automatiche e i caricatori di proiettili di grande portata e, soprattutto, nell’obbligo di controlli sull’identità e i precedenti degli acquirenti. Alcune misure sono immediatamente esecutive, altre richiederanno il sì del Congresso. In particolare, proprio il bando alle armi automatiche.
"Queste saranno riforme difficili - avverte Obama -. Si opporranno lobbisti e politici, che non vogliono perdere consensi e guadagni. Dietro le quinte opereranno perché nulla cambi". Obama si rivolge al Congresso: "Chiedo di approvare proposte specifiche e di farlo immediatamente. Serve un controllo del passato di tutti coloro che intendono comprare un’arma". Poi agli americani: "Chiedano al Congresso di agire. E se non lo fa chiedano spiegazioni". Al momento della firma dei decreti presidenziali, Obama viene circondato da un gruppo di bambini. L’immagine, trasmessa da tutte le principali Tv Usa, dà il senso della svolta. Un’ora dopo il discorso del presidente la National Rifle Association, espressione della potente lobby americana delle armi, diffonde a sua volta un annuncio ai suoi iscritti: "Sarà la battaglia del secolo". Obama vuole la riforma, spiega la NRA, "non per proteggere i bambini o per fermare i crimini. E’ per vietare le vostre armi". E in sei Stati - Wyoming, Alabama, Missouri, Montana, Texas, South Carolina - le autorità di polizia locali hanno già annunciato che ignoreranno qualsiasi legge per limitare l’accesso alle armi imposta dalla Casa Bianca.
"Stop ai caricatori con più di dieci proiettili. A cosa serve un caricatore da centinaia di pallottole? - chiede Obama in un passaggio del suo discorso -. A sparare più colpi nel più breve tempo possibile". Era questo che intendevano i Padri Fondatori quando, nel secondo emendamento della Costituzione Usa, inserirono il diritto a possedere un’arma per difendersi? "Rispetto le nostre forti tradizioni sul possesso delle armi - riprende il presidente -, ma serve un cambiamento. Serve da parte nostra un esame di coscienza. Ogni giorno che aspettiamo ad agire aumenta il numero delle vittime".
Il presidente cita un numero: 900, le persone morte a causa delle armi dopo la strage alla scuola Sandy Hook di Newtown, Connecticut, del 14 dicembre scorso. L’evento che ha spinto Obama a prendere l’iniziativa. "Novecento persone. E il 40 per cento della vendita di armi avviene senza informazioni su chi le acquista" dice il presidente, ringraziando le famiglie delle vittime della strage del Connecticut invitate alla Casa Bianca per l’annuncio che "hanno trovato il tempo di essere qui oggi". La strage di Newtown, che proprio Obama definì "il più brutto giorno della mia presidenza". Da quel giorno Obama ha promesso di concretizzare una più dura lotta contro quella lobby pro-armi che da tempo ha avvertito i suoi sostenitori delle reali intenzioni del presidente: costringerli a metter via i loro fucili.
Obama presenta un piano in tre parti, focalizzato su armi e violenza, istruzione, salute mentale, messo a punto nell’ambito delle indicazioni fornite dal vicepresidente Joe Biden che ha guidato una task force dedicata allo studio dell’argomento. Ecco dunque la richiesta al Congresso di approvare il bando alle armi d’assalto - in realtà la reintroduzione di un divieto in vigore fino al 2004 - e i limiti all’approvvigionamento di munizioni.
Obama propone uno statuto federale che ponga fine alla vendita di armi ad acquirenti per conto terzi e il controllo a livello federale, non di singolo Stato, dei precedenti di chi vuole acquistare un’arma. In particolare, le nuove misure proposte da Obama imporranno alle agenzie governative di rendere disponibili le informazioni relative alle persone in modo da impedire a individui "pericolosi" l’acquisto di armi. Ad oggi, secondo la "Brady Campaign to Prevent Gun Violence", il 40% degli acquisti di armi in America avviene senza simili controlli, comprese le vendite di armi effettuate da privati alle fiere del settore o via internet. Tra le altre misure, rendere illegali negli Usa le pallottole perforanti, sia impedendo la loro fabbricazione negli Usa che la loro importazione; adottare un programma per arruolare 1.000 vigilantes armati a protezione delle scuole. Obama chiede pene più dure per i trafficanti di armi, per chi vende armi ai criminali.
Il presidente quindi chiede una campagna di informazione nazionale sull’uso sicuro e responsabile delle armi e sulla loro detenzione in casa. E, al Centro per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie di Atlanta, di condurre una ricerca approfondita sulle cause degli atti di violenza legati alle armi, inclusa la verifica dell’influenza dei videogiochi violenti. Obama ha quindi nominato Todd Jones, attuale direttore ad interim, a capo dell’agenzia federale per i controllo di Armi, esplosivi, Tabacco e Alcol e ha chiesto al Congresso un rapida ratifica delle designazione.
Gli Stati Uniti "vantano" il più alto tasso di possesso privato di armi al mondo, mentre i lobbisti pro-armi etichettano ogni tentativo di arginarlo come una violazione del diritto a quel possesso, garantito dal secondo emendamento della Costituzione Usa. Argomentazione, quest’ultima, a cui si controbatte affermando che i padri fondatori del Grande Paese non potevano immaginare l’uso di armi d’assalto più di duecento anni fa, quando il possesso di pistole era comunemente considerato difesa personale e i fucili non sparavano più di un proiettile per volta.
Di fronte a questo dibattito, l’opinione pubblica americana appare più attratta da una vera e più forte azione federale che porti a un bando su scala nazionale delle armi automatiche simili a quelle in dotazione all’esercito, secondo il risultato di un sondaggio condotto dall’agenzia Associated Press. Per l’84 per cento degli adulti intervistati, sarebbe necessario anche fissare uno standard federale in merito a controlli sul passato di quanti intendano acquistare armi.
Sullo sfondo aleggia sempre il timore che la potentissima National Rifle Association e i suoi alleati al Congresso siano troppo forti per essere sconfitti. Proprio quella NRA che martedi scorso ha diffuso un video che definisce Obama un "ipocrita elitario", che a scuola protegge le sue figlie con agenti dei servizi segreti armati mentre non assume alcun impegno in merito all’impiego di guardie armate a difesa di tutte le scuole e tutti gli scolari d’America. La NRA conclude: "Il miglior modo per prevenire sparatorie e massacri è mettere un’arma in mano a più ’bravi ragazzi’".
* la Repubblica, 16 gennaio 2013)