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ABITARE LA TERRA. In cammino verso l’Eden, il paradiso terrestre, o verso l’inferno terrestre? Il tema della casa nell’immaginario statunitense ....

AMERICAN DREAM. La crisi del sogno americano. Un saggio (con un’analisi del romanzo di Robert Marasco, "Burnt Offerings") di Mariantonietta Rasulo - a c. di Federico La Sala

“L’intero destino dell’America è contenuto nel primo puritano che sbarcò in America...” Sono queste le parole che Alexis de Tocqueville scrisse durante il suo celebre viaggio negli Stati Uniti
mercoledì 14 settembre 2011 di Federico La Sala
Il mito del Sogno Americano ha permesso la creazione di una società che aspira alla perfezione e che trova nel suburb, il quartiere residenziale, la sua realizzazione più significativa. Per questo osserveremo da vicino la cittadina di Levittown (Long Island), la prima forma di suburb costruita con l’intento di realizzare un nuovo ideale di vita familiare tale da rendere la casa un luogo sacro dal valore inestimabile. La metafora architettonica di Levittown, mutuata dal modello puritano, servirà alla nostra analisi per individuare il simbolo maggiormente tangibile dell’American Dream: la proprietà, la casa come possesso e sfoggio di benessere. (...) il romanzo Burnt Offerings, rappresenta uno dei più significativi esempi di trasposizione della Haunted House Formula come metafora dei problemi sociali ed economici dell’America degli anni Settanta

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> AMERICAN DREAM. La crisi del sogno americano. --- La nuova era di Barack Obama: «Portiamo la luce della libertà verso un incerto futuro».

mercoledì 23 gennaio 2013


-  Clima, eguaglianza, diritti e accoglienza
-  Ecco la nuova era di Barack Obama

-  Pochi attimi dopo aver giurato nelle mani di John Roberts, presidente della Corte Suprema, Obama si è rivolto alla folla del National Mall ripetendo più volte “We, the people”, le parole con cui inizia la Costituzione

-  Il presidente giura e si richiama ai Padri Fondatori: «Conservare la libertà richiede le azioni di tutti»

-  di Maurizio Molinari (La Stampa, 21.01.2013)

Con un discorso breve ma intenso il presidente Barack Obama ha chiesto all’America di «agire» per «portare nel presente» «valori e idee» dei Padri Fondatori della Repubblica americana, sottolineando le battaglia che ritiene decisive nei prossimi 4 anni: per la difesa del clima, l’eguaglianza dei diritti dei gay, l’accoglienza degli immigrati e la difesa democrazia nel mondo.

Pochi attimi dopo aver giurato nelle mani di John Roberts, presidente della Corte Suprema, Obama si è rivolto alla folla del National Mall ripetendo più volte “We, the people”, le parole con cui inizia la Costituzione. «Ciò che distingue l’America è il credo nell’uguaglianza fra tutti gli uomini» ha esordito, ricordando che “i patrioti del 1776 non si sono battuti per sostituire un re con i privilegi di pochi” e dunque resta l’uguaglianza il timone della nazione.

Da qui l’appello ai singoli cittadini perché «conservare la libertà collettiva richiede azioni di ogni individui» a cui spetta di «agire assieme, una nazione e un popolo». L’impegno per il nuovo quatriennato che inizia sono di «cogliere le possibilità illimitate» offerte «dalla fine di un decennio di guerre e l’inizio della ripresa».

Obama è a favore della «riduzione dei costi della Sanità e del deficit» ma non vuole smantellare l’impegno dello Stato federale per i cittadini perché «Medicare, Medicaid e Previdenza ci rafforzano». Le promesse riguardano i grandi temi: «Risponderemo alla minaccia dei cambiamenti climatici», «uguaglianza per i fratelli e le sorelle gay», «un metodo migliore per accogliere gli immigrati». E sulla politica estero l’impegno è a «restare l’ancora delle alleanze nel mondo», «sostenendo la democrazia dall’Asia all’Africa, dalle Americhe al Medio Oriente» nella convinzione che «una pace durevole non richiede una guerra perenne».

Nel finale ha ricordato Martin Luther King «che ci ha guidato in questo Mall» per terminare: «Portiamo la luce della libertà verso un incerto futuro».


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