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AMERICAN DREAM. La crisi del sogno americano. Un saggio (con un’analisi del romanzo di Robert Marasco, "Burnt Offerings") di Mariantonietta Rasulo - a c. di Federico La Sala

“L’intero destino dell’America è contenuto nel primo puritano che sbarcò in America...” Sono queste le parole che Alexis de Tocqueville scrisse durante il suo celebre viaggio negli Stati Uniti
mercoledì 14 settembre 2011 di Federico La Sala
Il mito del Sogno Americano ha permesso la creazione di una società che aspira alla perfezione e che trova nel suburb, il quartiere residenziale, la sua realizzazione più significativa. Per questo osserveremo da vicino la cittadina di Levittown (Long Island), la prima forma di suburb costruita con l’intento di realizzare un nuovo ideale di vita familiare tale da rendere la casa un luogo sacro dal valore inestimabile. La metafora architettonica di Levittown, mutuata dal modello puritano, servirà alla nostra analisi per individuare il simbolo maggiormente tangibile dell’American Dream: la proprietà, la casa come possesso e sfoggio di benessere. (...) il romanzo Burnt Offerings, rappresenta uno dei più significativi esempi di trasposizione della Haunted House Formula come metafora dei problemi sociali ed economici dell’America degli anni Settanta

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> AMERICAN DREAM. La crisi del sogno americano. --- Usa, "spiate" anche grandi società web. New York Times: "Obama ha perso credibilità"

venerdì 7 giugno 2013

Usa, "spiate" anche grandi società web.

New York Times: "Obama ha perso credibilità"

Lo scandalo sta mettendo in seria difficoltà l’amministrazione. Il Washington Post rivela che Nsa e Fbi hanno accesso diretto anche ai server di Microsoft, Yahoo!, Google, Facebook, PalTalk, Aol, Skype, Youtube e Apple. L’amministrazione: "Riguarda solo cittadini non americani" *

NEW YORK - Le rivelazioni del Guardian sulle telefonate "spiate" dalla National Security Agency (Nsa) rischiano di travolgere l’amministrazione americana. E l’ondata di critiche nei confronti della Casa Bianca è destinata a crescere. Secondo il Washington Post, infatti, non sono sotto controllo soltanto le comunicazioni telefoniche di milioni di clienti della Verizon, una delle maggiori compagnie Usa: Nsa e Fbi hanno accesso diretto anche ai server di nove società internet - Microsoft, Yahoo!, Google, Facebook, PalTalk, Aol, Skype, Youtube e Apple - e possono estrarre video, audio e foto che consentono di "seguire" i movimenti e i contatti di milioni di cittadini, di controllarne potenzialmente la vita.

E se il controllo sui tabulati telefonici è recente (l’ordinanza giudiciaria top secret di cui il Guardian è entrato in possesso risale al 25 aprile scorso) il programma per il web, nome in codice Prism, è stato creato nel 2007 ed è una delle fonti primarie della Nsa. "Sembra simile a quello controverso voluto dal presidente George W. Bush dopo gli attacchi dell’11 settembre", scrive il quotidiano, secondo il quale Microsoft è stata la prima azienda a diventare partner di Prism, nel maggio 2007.

Per aprire i loro server alle autorità e acquisire l’immunità da azioni legali, le società devono ottenere una direttiva dal procuratore generale e dal direttore nazionale dell’intelligence. In pratica - afferma il Washington Post - hanno spazio di manovra, come dimostra il fatto che Apple ha resistito per anni prima di entrare a farne parte. Google precisa di comunicare "i dati al governo nel rispetto della legge" e nega che sia stata "creata una porta per il governo nel sistema".

Il New York Times dedica alla vicenda un editoriale al vetriolo che mette sotto accusa direttamente il presidente Barack Obama parlando di un "abuso di potere che richiede vere spiegazioni". Il governo federale "ha perso ogni credibilità", scrive il comitato editoriale del giornale, uno dei più influenti degli Stati Uniti, tradizionale sostenitore delle politiche del capo della Casa Bianca. E come se non bastasse, l’amministrazione ha risposto "con le stesse banalità che ha usato ogni volta che il presidente Obama è stato sorpreso a eccedere nell’uso dei suoi poteri".

Duro anche il sito progressista Huffington Post che apre con un titolo provocatorio a tutta pagina "George W. Obama" e sotto un fotomontaggio di una faccia frutto della fusione delle foto dell’attuale presidente e del suo predecessore.

L’amministrazione Obama si difende dicendo che questo tipo di sorveglianza rientra nella "lotta al terrorismo". E un alto esponente del governo federale trinceratosi dietro l’anonimato assicura che il programma Prism riguarda esclusivamente cittadini non americani che vivono fuori dagli Stati Uniti e osserva che la legge che autorizza questo tipo di raccolta dati non permette il controllo di cittadini Usa. Si tratta - sottolinea la fonte - della "più importante mole di dati d’intelligence mai accumulati, usati per proteggere la Nazione da molteplici minacce".

Linea ribadita più tardi dallo stesso capo della Nsa, James Clapper, che ha definito "pieni di errori" gli articoli del Guardian e del Wp e ha deplorato una fuga di notizie che mette a rischio la sicurezza nazionale. Il numero uno dell’agenzia ha quindi annunciato che alcuni dettagli del programma saranno resi noti per permettere agli americani di capire meglio e correggere le impressioni sbagliate create dai resoconti dei due quotidiani.

* la Repubblica, 07 giugno 2013


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