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"PREFACE TO PLATO"(Eric A. Havelock, 1963): "CULTURA ORALE E CIVILTA’ DELLA SCRITTURA. Da Omero a Platone".

RILEGGERE HAVELOCK PER RICOMPRENDERE (ANCORA E MEGLIO) PLATONE - E NOI. Una sintesi (in pdf) del suo importante lavoro - di Federico La Sala

(...) un contributo essenziale a meglio comprendere la mutazione mentale (Vernant) che diede origine a quell’intellettualismo astratto che i Greci chiamarono filosofia (...)
lunedì 19 settembre 2011 di Federico La Sala
La "Repubblica" di Platone - un documento fondamentale nella storia della cultura europea, non il manifesto di un’improbabile società utopica, ma il momento decisivo nellal otta contro la tradizione e la cultura orale, e in sieme il programma di un’epoca e di un tempo futuro (quelli stessi della storia dell’occidente, poi) [...] I percorsi critici della filosofia e dell’antropologia culturale, come le lotte di liberazione dei popoli di tradizione orale sopravvissuti ai vari imperialismi (da ricordare gli stessi indiani di America) sono del tutto fuori dall’ottica etno-logocentrica del lavoro - pur prezioso - di Havelock).

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> RILEGGERE HAVELOCK ---- Incisi nella pietra i segni dei bimbi di 13 mila anni fa, nella grotta di Rouffignac, in Francia (di Paola Caruso).

martedì 11 ottobre 2011

Incisi nella pietra i segni dei bimbi di 13 mila anni fa

Nel periodo Paleolitico i bambini in età prescolare non avevano carta e pennarelli per scarabocchiare, ma disponevano di caverne con pareti molli come il pongo, su cui tracciare scanalature con le dita. I loro segni si trovano nella grotta di Rouffignac, in Francia, e risalgono a 13 mila anni fa.

di Paola Caruso (Corriere della Sera, 11.10.2011)

La scoperta del solchi nella roccia non è recente, ma soltanto adesso l’archeologa Jessica Cooney dell’Università di Cambridge, insieme a Leslie Van Gelder, si è accorta che quelle scanalature («finger fluting») sono da attribuire a bambini di 3-7 anni. Le dimensioni e le distanze tra le dita non lasciano dubbi: è opera di baby artisti.

La Cooney ha presentato la ricerca alla conferenza «Child Labour in the Past» di Cambridge, sottolineando la presenza della mano femminile nei disegni. «Sembra che le tracce siano di almeno quattro bambini - dice Diego E. Angelucci dell’Università di Trento -. Ma quelle più ricorrenti sono state attribuite a una bambina». Insomma, una femmina più attiva dei maschi. «La gender archaeology sta rivalutando il ruolo della donna nelle società preistoriche - aggiunge Angelucci -, dove spesso ci immaginiamo la figura dell’uomo cacciatore, coltivatore e guerriero, mentre la donna è sottovalutata».

Le scanalature di Rouffignac ci dicono anche altro. Primo: alcune linee sono troppo regolari per un bambino, spingendoci a credere che la minuscola mano sia stata guidata da una sorta di maestro/a. Secondo: i segni sono concentrati in un’unica stanza. Se mettiamo insieme le due osservazioni, possiamo dedurre che forse in quel luogo era presente una «scuola d’arte» per minori. «Le tracce in alto sulla parete indicano che i bambini venivano sollevati o tenuti sulle spalle - commenta Angelucci - e ciò ci fa capire quanta attenzione ci fosse per loro. Già in quel periodo i piccoli avevano uno status sociale. Lo si nota dal corredo funerario: il bimbo di Lagar Velho in Portogallo di 25 mila anni fa è stato sepolto con un coniglietto da compagnia».


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