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EVANGELO, COSTITUZIONE, E CORAGGIO DI SERVIRSI DELLA PROPRIA FACOLTA’ DI GIUDIZIO. Per un cristianesimo di cittadine-adulte e di cittadini-adulti ....

A TODI, AL FORUM DELLE ASSOCIAZIONI CATTOLICHE. Una memoria - di Federico La Sala

don Primo Mazzolari era solito dire che rimettersi totalmente, ciecamente a un uomo, per autorevole che fosse, era come dimettersi da uomo. E agli uomini della sua parrocchia puntualmente ricordava: "Quando entrate in chiesa vi togliete il cappello, non la testa" (don Angelo Casati)
giovedì 20 ottobre 2011 di Federico La Sala
[...] Nonostante tante sollecitazioni a sciogliere i nodi e chiarirsi le idee da ogni parte - dentro e fuori le istituzioni cattoliche, c’è ancora molta confusione nel cielo del partito ’cattolico’ italiano: non hanno affatto ben capito né la unità-distinzione tra la “Bibbia civile” e la “Bibbia religiosa”, né tantomeno la radicale differenza che corre tra “Dio” [Amore - Charitas] e “Mammona” [Caro-Prezzo - Caritas] o, che è lo stesso, tra la (...)

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> A Todi - con Bagnasco, il forum delle associazioni di ispirazione cattolica:“La buona politica per il bene comune”. Un’assemblea mai vista dal dopoguerra ad oggi

sabato 15 ottobre 2011

Todi e i rischi di una Cosa bianca

di Aldo Maria Valli (“Europa” , 15 ottobre 2011)

Il forum delle associazioni di ispirazione cattolica che si riunirà lunedì a Todi ha un nome significativo: “La buona politica per il bene comune”.

Dopo anni e anni di berlusconismo e quindi di politica ridotta a strumento di affari privati e di nefandezze morali, non c’è persona sensata che non si ponga il problema di come tornare a una politica sana. Il che non vuol dire sognare a occhi aperti un impossibile mondo politico senza lotta fra posizioni diverse, ma semplicemente lavorare per il ritorno di un confronto al cui centro ci sia la res publica e non la res privata del sultano di turno.

Il confronto di Todi sarà, come si suol dire, a vasto raggio, e anche questo è un bene. C’è bisogno di guardarsi in faccia e parlare di tutto ciò che concerne questo paese da troppo tempo abbandonato a se stesso: la condizione giovanile, le famiglie, la crisi demografica, il lavoro, i meccanismi di selezione della classe politica e di espressione della volontà popolare, la stretta interdipendenza (espressamente proclamata dalla dottrina sociale della Chiesa) fra moralità individuale e ruolo pubblico.

Gli interventi saranno articolati in tre sezioni (valori, economia, politica), con discussione introdotta da Lorenzo Ornaghi, Corrado Passera, Stefano Zamagni, Vittorio Emanuele Parsi e Giuseppe De Rita. Il coordinamento e le conclusioni saranno a cura di Cisl (Bonanni), Movimento cristiano lavoratori (Costalli), Confartigianato (Guerrini), Coldiretti (Marini), Confcooperative (Marino), Acli (Olivero) e Compagnia delle opere (Scholz).

L’introduzione generale sarà tenuta da Natale Forlani, portavoce del Forum, mentre le conclusioni saranno affidate a Raffaele Bonanni.

All’inizio dei lavori del seminario ci sarà una prolusione affidata al presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Angelo Bagnasco, e questa scelta non è facilmente comprensibile alla luce della necessaria laicità dell’avvenimento: sa tanto di ipoteca clericale su un incontro nel quale i protagonisti sono i laici cattolici impegnati nelle varie realtà associative. Niente di personale contro il presidente dei vescovi, ma lui ha già parlato (e molto chiaramente) davanti al consiglio permanente della Cei, appropriata sede istituzionale per le sue valutazioni.

Perché intervenire anche a Todi, mettendo così un timbro clericale sull’intera giornata? Possibile che il laicato cattolico non sappia fare da solo, senza bisogno di questa permanente tutela? Il ruolo assegnato al presidente dei vescovi, inoltre, è già espressione, di per sé, di un indirizzo politico: collocare il ritrovato attivismo cattolico nel solco di un clerico-moderatismo che sembra pensato più per consentire una ricollocazione di soggetti cattolici bruciati, o quasi, dal contatto prolungato con Berlusconi che non per disegnare davvero un progetto per l’Italia intera e soprattutto per il suo domani, incarnato da tanti giovani privi di prospettive.

Ora, qual è il contributo che i cattolici possono dare alla rinascita del paese? Un’ammucchiata clerico-moderata, condita di “curialese” e distillata in base a un ecumenismo imposto dall’alto o la libertà di dire le cose come stanno e di chiamarle con il loro nome, per una chiara denuncia delle ingiustizie e un altrettanto chiara richiesta di svolta? Su Todi ci sono molte attese, forse esagerate. Scomposizione e ricomposizione sono parole suadenti, ma nessuno sa, in questo momento, che cosa possano dire in concreto. Né possono aiutare la precisazione del segretario Cei Mariano Crociata («Non abbiamo nessun partito cattolico da organizzare o da proporre», e ci mancherebbe) o il mantra di papa Benedetto che a ogni visita in Italia (l’ultima in Calabria) ripete l’appello «per una nuova generazione di uomini e donne capaci di promuovere non tanto interessi di parte ma il bene comune». Fin qui ci siamo.

Ma che cosa si vuol fare? Si vocifera di Ppe italiano, ma che vuol dire? Tanti anni fa Pietro Scoppola spiegò molto bene qual è la differenza che sta a cuore a cristiani: quella tra chi vive la solidarietà e la partecipazione come sfida esigente dell’operare quotidiano “nell’ambito delpossibile” e chi invece li considera inutili ingombri; quella fra chi concepisce la politica come coinvolgimento e responsabilità e chi invece, al di là dei proclami, la vede come strumento per farsi gli affari propri; quella fra chi parla di questione morale e chi vive la questione morale. Questa è la differenza che conta.

Il Pdl e i suoi alleati più o meno prezzolati hanno corroso l’impalcatura ideale su cui è stata costruita la Costituzione. In mezzo a tanta incertezza, chiaro è dunque il rischio che si profila: un Pdl in salsa cattolica con timbro vaticano. Una “Cosa bianca”, irrimediabilmente vecchia e ben poco attraente, rispetto alla quale i cattolici hanno un solo dovere: opporsi.


Todi, la carovana cattolica

di Marco Politi (il Fatto Quotidiano, 15 ottobre 2011)

Lunedì, a Todi, si riunisce la carovana cattolica. Un’assemblea mai vista dal dopoguerra ad oggi. Oltre cento rappresentanti. Per la prima volta saranno insieme tutte le principali sigle dell’area bianca. Sia le associazioni storiche dall’Azione cattolica alla Cisl o ben istituzionalizzate come la Compagnia delle Opere (ciellina) sia i “cammini” più strettamente religiosi come Rinnovamento dello Spirito, i Neocatecumenali, Sant’Egidio, i Focolarini. E molti altri gruppi, piccole associazioni e singole personalità erano prontissime a partecipare.

E questo è il primo dato. Mentre il teatro politico guarda agli sbocchi partitici o meno dell’iniziativa, c’è un mondo ramificato cattolico - disgustato dalla palude berlusconiana, stanco dell’alleanza privilegiata protrattasi per troppo tempo tra Vaticano e governo di centrodestra, represso dal verticismo di vent’anni di ruinismo - che istintivamente vuole partecipare alla rinascita del Paese.

IL SECONDO dato è l’interesse sociale di movimenti nati in un’ottica prevalentemente spirituale: come i pentecostali di Rinnovamento dello Spirito e i Neocatecumenali. L’appello del presidente Cei cardinale Bagnasco a “purificare l’aria” ha elettrizzato molte energie rimaste a lungo in sonno. In molti casi questa realtà magmatica è la stessa che ha contribuito alla vittoria dei referendum sull’acqua e contro la legge salva-Berlusconi del “legittimo impedimento”. È un mondo impaziente di mettersi in marcia per ridare una direzione all’Italia, anche se i traguardi operativi sono ancora incerti. La riunione di Todi, che il cardinale Bagnasco aprirà, ha molte radici.

Già due anni fa il ministro Sacconi progettava di creare un “blocco sociale cattolico” da contrapporre alla “sinistra sociale”. È seguita una breve stagione in cui esponenti della gerarchia guardavano a Tremonti come capofila di un centrodestra fatto di cattolici e liberali attenti alla dottrina della Chiesa.

Ma l’evento che ha messo definitivamente in moto la carovana cattolica è stato il 14 dicembre dell’anno scorso, quando Fini (dopo Casini) ha abbandonato il governo e l’asse Berlusconi-Bossi si è dimostrato totalmente incapace di governare la crisi. Da gennaio il Forum delle associazioni cattoliche del mondo del lavoro (Acli, Cisl, Coldiretti, Compagnia delle Opere, Confartigianato, Confcooperative, Mcl) ha cominciato a progettare un’azione comune. Così è nato a luglio il “Manifesto per una buona politica” e dopo il disastro delle cinque manovre economiche si è deciso di chiamare a raccolta il mondo cattolico intero.

Anche chi era filoberlusconiano si è convinto che il premier è finito e soprattutto che non ha dato niente al mondo cattolico, specie in termini di tutela delle famiglie. A porte chiuse persino il ciellino Bernhard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere, sbeffeggia l’onorevole ciellino Lupi perché si sgola ancora in difesa di Berlusconi.

SULLA TABELLA di marcia la carovana è piuttosto divisa. C’è chi avrebbe preferito, come il presidente di Confcooperative Luigi Marino, un salto coraggioso: un appello ai liberi e forti di sturziana memoria per fondare ex novo con le energie cattoliche un partito moderato non confessionale nel nome della “modernizzazione del Paese”. Sostiene Marino che in questa fase “bisogna concentrare le forze e offrire all’Italia un soggetto concreto”. Qualcosa di meglio delle alchimie politiche di vertice. Ma è una posizione minoritaria.

La linea prevalente è di lavorare per un blocco pre-politico in grado di presentare a tutto l’arco delle forze politiche un’agenda specifica su cui confrontarsi. “Pochi temi, con rivendicazioni precise, quasi bozze di disegno di legge su cui i partiti non possano che rispondere con un sì o con un no”, spiega il presidente aclista Olivero. In quest’ottica, dopo Todi, il Forum dovrebbe darsi articolazioniterritoriali nelle regioni italiane.

Ancora diversa è la posizione di Andrea Riccardi, leader di Sant’Egidio. Favorevole a programmare un lavoro culturale di lungo respiro. “Bisogna iniziare un processo per elaborare idee”, sottolinea. Comune alla maggioranza è la richiesta di una legge elettorale proporzionale. “Per scardinare gli attuali schieramenti”, ammette sinceramente un esponente del Forum.

Propulsore dell’iniziativa è il leader cislino Raffaele Bonanni, che chiuderà i lavori di Todi. A lui interessa creare una massa di manovra da giocare sul tavolo della transizione verso la Terza Repubblica con un governo di “grandi intese”. È un deus ex machina un po’ ammaccato. Ha regalato tutto alla Fiat, ma la mitica Fabbrica Italia sta a zero. Ha avallato la linea Sacconi dei licenziamenti facili e stendendosi sulla linea Marchionne ha finito per favorire lo scardinamento della Confindustria. Troppo ambizioso per aprire una pagina nuova.


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