La chiesa italiana prepara il dopo-Berlusconi
di Philippe Ridet
in “Le Monde” del 18 ottobre 2011 (traduzione: www.finesettimana.org)
Ha voltato pagina. Un po’ tardi, sperando fino all’ultimo momento in un miracolo che non è arrivato. Stanca di aspettare, la chiesa cattolica, dopo anni di “affiancamento” e di interessi reciproci, ha rotto con Silvio Berlusconi. “Bisogna purificare l’aria”, ha avvertito il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, invitando ancora una volta i credenti a restaurare le rovine della politica italiana.
La prima riunione a porte chiuse della maggior parte delle associazioni cattoliche, lunedì 17 ottobre, in un convento di Todi, dovrebbe segnare il loro ritorno in forze. Insieme, dicono di rappresentare 16 milioni di italiani. Così, l’appuntamento di Todi è passato dalle “notizie in breve” alla “doppia pagina” dei quotidiani italiani. Ci si interroga su questo raduno di ecclesiastici e di laici che vogliono “salvare l’Italia”, “tornare all’etica pubblica”. Vi si parlerà di morale, lavoro, fiscalità, economia. Sarà celebrata una messa per i partecipanti.
Un ufficio funebre per le esequie politiche del Cavaliere? “Per più di dieci anni, il Vaticano ha chiesto ai cattolici di tacere per sostenere la sua alleanza con Berlusconi. Quell’epoca è finita”, nota Marco Politi, vaticanista di il Fatto Quotidiano. In nome di quel patto, che ha assicurato alla Chiesa il sostegno del governo sui suoi “valori non negoziabili” (rispetto della vita dal concepimento alla morte naturale, scuole cattoliche, ecc.), i cattolici hanno inghiottito di tutto: scandali sessuali, errori politici e promesse non mantenute.
Tra desiderio di partecipazione e volontà di pesare sulle prossime scadenze, lo scopo di questo forum non è chiaro. “I cattolici vogliono ormai essere protagonisti. Hanno il dovere di colmare l’abisso che si è creato tra i politici e il popolo”, spiega Andrea Riccardi, presidente della comunità di Sant’Egidio. Per Raffaele Bonanni, segretario generale della Confederazione italiana dei lavoratori (CISL, 4,5 milioni di iscritti), “è venuto il momento di costruire un governo responsabile di unità nazionale per affrontare i problemi. La riforma delle riforme, è la pacificazione dell’Italia. La conflittualità ha raggiunto un livello parossistico”.
L’annuncio di questa riunione dopo la presentazione in luglio di un Manifesto per una buona politica, è bastato a far risorgere l’ipotesi del ritorno della Democrazia cristiana che, dalla sua fondazione ne 1942 fino alla sua scomparsa nel 1994 a seguito di scandali finanziari, ha tenuto le redini della politica italiana. “La Balena bianca” (soprannome della DC) starebbe per rinascere? “La volontà di ricreare un partito dei moderati esiste, ma è minoritaria, decripta Marco Politi. L’intenzione del forum è piuttosto di lavorare su una piattaforma di proposte (...) che sarebbero poi sottoposte ai diversi partiti. Non c’è una vera strategia, perché non c’è uno stratega.”
L’ampiezza dei temi affrontati manifesta la volontà dei cattolici di uscire da un “do-ut-des” strettamente utilitaristico. Per anni, i credenti, spinti dal Vaticano, non hanno avuto a cuore se non la difesa dei loro “valori non negoziabili”. Essa traduce anche la volontà della Chiesa italiana di riprendere in mano il suo dialogo con il potere, che ha a lungo delegato alla Curia.
Mentre Berlusconi ha ottenuto un’altra volta la fiducia del Parlamento, la Chiesa scommette sulla sua prossima fine e sulle elezioni anticipate, o sulla formazione di un governo di responsabilità nazionale, nella primavera 2012. Un appuntamento per il quale la Chiesa ha già prenotato il suo posto. Carlo Costalli, presidente del Movimento cristiano dei lavoratori, vi si vede già: “Il declino del berlusconismo porterà ad una scomposizione e a una ricomposizione del panorama politico. (,,,) Vogliamo costruire dei ponti e collaborare con tutti.”