I RACCONTI CORRONO SUL WEB
"Sognavo Piazza Tahrir e Wall Street
mi sono trovato in mezzo al fuoco"
Su Twitter rabbia e delusione:
«Hanno oscurato la protesta»
di GIUSEPPE BOTTERO (La Stampa, 15.10.2011)
«Ho abbandonato il corteo. Wall street, Plaza de Cataluña e Piazza Tahir sono lontanissime». Paolo De Guidi, pacifista, per buona parte dell’anno gira il mondo con uno scooter, o a piedi. E’ un creativo, indignato davvero contro il governo e la cattiva politica. Ma oggi, dopo aver iniziato la marcia di Roma a «San Lorenzo» sotto «un sole glorioso» ha lasciato il serpentone. Deluso. Amareggiato. «Guerra, boati, gente che scappa in massa» racconta, come sempre, sul suo account Twitter. «Porto un cartello "keep calm and occupy everything" e mi sento tanto fuori posto. Questo non è #occupyrome è il solito triste corteo, la solita inutile fiera dei megafoni, il solito degrado».
Capita, in mezzo a migliaia di persone, di sentirsi solo: «Non ho notizie ma scommetto che siamo gli unici in Europa a far guerra. Mi vergogno d’esser qui». Però non è l’unico. Sono centinaia quelli gridano «basta violenza», «fermatevi». Eppure, per Paolo, il colpo d’occhio è desolante: «Pochi, disorganizzati, arroganti e provinciali».
I colpevoli? Gli incappucciati nero. I gruppi organizzati. In diretta racconta: «La manifestazione è divisa in spezzoni indipendenti. Ognuno corre per avere il suo striscione più in vista».
Da piazza della protesta virtuale Twitter si trasforma in raccoglitore di sfoghi. «Mi viene da piangere, l’Italia non è questa» dice Elena Schiavon. Da Londra rimbalzano le fotografie di Assange, da Roma quelle degli scontri. Confuso tra i manifestanti c’è Frankie Hi Nrg, il rapper: «Peccato quei caschi, quelle sciarpe, quei cappucci neri, vecchi e brutti.. Oggi siamo in piazza per portare bellezza» twitta dalla piazza. Francesco: «Sembra Genova 2001, forse anche peggio». Risponde Francesca Mazzuccato, scrittrice e blogger: «Restare senza parole va insieme a restare senza speranza».