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PER LA DEMOCRAZIA REALE SUBITO: "DEMOCRACIA REAL YA"!!! CON LA SPAGNA DI "PUERTA DEL SOL"...

"INDIGNADOS" NELLE PIAZZE DI TUTTA LA TERRA. Al G20, in sintonia con il manager americano Black Rock, Mario Draghi sui giovani: «Ascoltare il loro appello», "Hanno ragione ad arrabbiarsi. Gli scontri al corteo? Un gran peccato"!!!

Sul tutto Draghi ha riconosciuto che "se siamo arrabbiati noi per la crisi figuriamoci loro che sono giovani, che hanno venti o trent’anni e sono senza prospettive".
giovedì 20 ottobre 2011 di Federico La Sala
[...] è stato lo stesso governatore Mario Draghi, futuro presidente della Bce, ad affermare di comprendere le ragioni dei manifestanti. [...] poco dopo a fargli eco è stato anche Timothy Geithner, segretario di Stato al Tesoro di quegli Stati Uniti dove la versione del movimento ha preso il nome "Occupy Wall Street" [...] Queste autorevoli espressioni di comprensione nei riguardi di questo movimenti, giungono dopo che negli ultimi giorni perfino da manager di alcuni dei maggiori fondi (...)

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> "INDIGNADOS" NELLE PIAZZE DI TUTTA LA TERRA. Al G20 ---- PERDERETE LA GUERRA. Una riflessione a caldo sulla manifestazione di Roma del 15 ottobre (di Giovanni Sarubbi).

domenica 16 ottobre 2011

Perderete la guerra

di Giovanni Sarubbi

Una riflessione a caldo sulla manifestazione di Roma del 15 ottobre *

Oramai il copione lo sanno a memoria, come attori consumati. Il palcoscenico è sempre lo stesso, quello delle manifestazioni di massa che altri hanno organizzato su altri contenuti e soprattutto con modalità pacifiche.

Parliamo dei cosiddetti “black block”, il “blocco nero” che ha già recitato la sua tragica commedia a Genova nel 2001 ed in altre parti d’Europa. Oggi 15 ottobre hanno recitato a Roma durante la manifestazione degli “indignati” a cui hanno partecipato oltre trecentomila persone. Loro, il “blocco nero” hanno incendiato, devastato, distrutto tutto quello che gli capitava a tiro con la polizia, come hanno detto tantissimi osservatori anche della TV e dei giornali, che ha sostanzialmente lasciato fare, come al G8 di Genova nel 2001. Appunto un copione imparato a memoria. Con gli stessi attori e la stessa regia. E come allora anche oggi è arrivata puntualissima agli “indignati” l’accusa di essere violenti da parte degli esponenti di quella destra eversiva che è al governo e che ha ridotto il paese alla bancarotta, favorendo con la propria politica l’arricchimento di finanzieri d’assalto, cricche e logge di tutti i tipi e costruendo una vera e propria corte di faccendieri che ha spolpato letteralmente l’Italia. E proprio ieri questa corte è stata ulteriormente incrementata con altri quattro sottosegretari di cui nessuno avvertiva la necessità. Altri quattro stipendi d’oro, altre auto blu e fondi pubblici da gestire e dirigere verso le proprie consorterie.

Le immagini e le cronache dei mass media dicono con chiarezza che si è cercato, da parte delle forze della cosiddetta sicurezza nazionale, il tanto peggio tanto meglio o forse sarebbe meglio chiamarlo “schema Cossiga”, quello schema che lo stesso oramai defunto ex presidente della Repubblica Cossiga raccontò in una intervista poco prima di passare a miglior vita. Lo schema che da ministro dell’interno aveva più volte usato, con l’infiltrazione di agenti provocatori all’interno delle manifestazioni pacifiche dei sindacati, per creare disordini e scontri e poter poi indicare i sindacati e i lavoratori come delinquenti e criminali, ottenendo poi anche l’approvazione di leggi liberticide.

Quando Cossiga, da ministro dell’interno, faceva queste cose si trovava però ad avere a che fare con un movimento sindacale organizzato, che conosceva una per una le persone che partecipavano alle manifestazioni ed i provocatori erano così subito smascherati ed isolati. E a quel punto spesso scattavano le cariche vere e proprie e spesso ci sono stati morti e feriti.

Anche le manifestazioni organizzate da Gandhi avevano la stessa caratteristica della organizzazione ferrea e meticolosa dei partecipanti, perché chi si pone l’obiettivo di cambiare profondamente la realtà sociale deve mettere in conto la provocazione violenta di chi vede messo in discussione il proprio potere. E chi provoca lo fa per tentare di passare dalla parte della ragione, per additare coloro che contestano il suo potere come violenti e come nemici della pace sociale. E’ una storia vecchia, un copione oramai consunto per il suo troppo uso.

E’ chiaro a tutti, anche guardando le immagini trasmesse dalle TV, che l’enorme maggioranza dei pacifici manifestanti di Roma, che non erano a questo preparati, si sono trovati ad avere a che fare con un gruppo di persone militarmente addestrati ed altrettanto militarmente organizzati. Non si può, infatti, indossare una maschera antigas senza un addestramento specifico al suo uso, né si possono usare esplosivi o bombe molotov o altri strumenti bellici senza uno specifico addestramento. Chi lo facesse rischierebbe di morire sul colpo per mano sua stessa.

In Italia le organizzazioni in grado di fornire un addestramento di tipo militare, che è anche molto costoso, non sono molte e sono tutte note. Ve le indichiamo di seguito. Scegliete poi voi quale di queste organizzazioni vi sembra essere quella dove vengono addestrati i “black block”. Oltre ai vari corpi militari dello Stato, e ce ne sono tanti (esercito, marina, aeronautica, carabinieri, polizia, Guardia di Finanza, servizi segreti) c’è la criminalità organizzata, che ha un proprio esercito addestrato all’omicidio ai pestaggi e all’uso di esplosivi. E poi ci sono i gruppi neonazisti, di cui spesso sono segnalati dei veri e propri campi paramilitari in giro per l’Italia mascherati in vario modo, dove si “gioca alla guerra” e dove vengono usate armi giocattolo ad aria compressa che sono una perfetta imitazione di quelle vere, con tanto di assalti, imboscate e battaglie.

Ma la provocazione e l’esistenza di vere e proprie agenzie del reclutamento e della formazione di delinquenti provocatori, non avrebbe alcuna possibilità di avere successo se il movimento di massa attuale fosse come quello sindacale dei primi anni ’70 del secolo scorso, o come quello organizzato da Gandhi in Sud Africa o in India, o come quello messo su da Capitini per organizzare la sua prima marcia per la pace Perugia-Assisi.

Oggi ci troviamo di fronte invece ad un movimento di persone che si dicono “indignate” per quello che stanno subendo, che dicono di essere apartitici nel senso di apolitici cioè lontani dal sudiciume e dal ladrocinio che oggi domani la politica nazionale. La miseria e la violenza che si stanno scaricando su milioni e milioni di persone disoccupate, senza casa, a cassa integrazione o privi del diritto alla studio, o fallite, soprattutto nel mondo capitalistico, stanno portando queste persone a reagire e a dire basta.

Ma questo significa che siamo solo al primo gradino di un lungo percorso in salita che dovrà trasformare l’indignazione, la rabbia, la paura per il proprio futuro e per quello dei propri figli in coscienza di ciò che è necessario fare per dare un futuro a questa umanità e al pianeta Terra che ci ospita come ospiti sempre più sgraditi. E si tratta di gradini che devono portare milioni di persone ad imparare a partecipare alle manifestazioni in modo organizzato, su parole d’ordine precise, con modalità rigidamente pacifiche che escludano qualsiasi forma di violenza. Si dovrà tornare a parlare con le persone in carne ed ossa, rifiutando l’egoismo, l’individualismo, l’apparire invece che l’essere, l’ingordigia smodata dei ricchi e gaudenti che sta uccidendo milioni e milioni di esseri umani. Si dovrà imparare dalla esperienza del movimento sindacale italiano o da quella dei grandi movimenti nonviolenti di Gandhi, Martin Luther King, Capitini. Si dovranno capire bene i meccanismi che hanno portato l’umanità sull’orlo del baratro e chiedere e pretendere che i responsabili siano puniti ed arrestati, come hanno fatto nella pacifica Islanda.

Ieri ci auguravamo che la manifestazione di oggi a Roma fosse l’inizio di un grande e pacifico movimento di massa di milioni di persone per fermare la follia della guerra che è oggi il pericolo reale e incombente su tutta l’umanità. I “black block” e chi li manovra oggi hanno forse segnato un punto a loro favore, ma noi siamo sicuri che perderanno la guerra perché la guerra sarà bandita dalla vita dell’umanità. Che vinca la vita!

Giovanni Sarubbi

* Il dialogo, Sabato 15 Ottobre,2011 Ore: 23:09


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