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PER LA DEMOCRAZIA REALE SUBITO: "DEMOCRACIA REAL YA"!!! CON LA SPAGNA DI "PUERTA DEL SOL"...

"INDIGNADOS" NELLE PIAZZE DI TUTTA LA TERRA. Al G20, in sintonia con il manager americano Black Rock, Mario Draghi sui giovani: «Ascoltare il loro appello», "Hanno ragione ad arrabbiarsi. Gli scontri al corteo? Un gran peccato"!!!

Sul tutto Draghi ha riconosciuto che "se siamo arrabbiati noi per la crisi figuriamoci loro che sono giovani, che hanno venti o trent’anni e sono senza prospettive".
giovedì 20 ottobre 2011 di Federico La Sala
[...] è stato lo stesso governatore Mario Draghi, futuro presidente della Bce, ad affermare di comprendere le ragioni dei manifestanti. [...] poco dopo a fargli eco è stato anche Timothy Geithner, segretario di Stato al Tesoro di quegli Stati Uniti dove la versione del movimento ha preso il nome "Occupy Wall Street" [...] Queste autorevoli espressioni di comprensione nei riguardi di questo movimenti, giungono dopo che negli ultimi giorni perfino da manager di alcuni dei maggiori fondi (...)

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> "INDIGNADOS" ... C’E’ MOTIVO DI SPERANZA (di Vittorio Cristelli - Indignati ma ingenui?).

venerdì 21 ottobre 2011

Indignati ma ingenui?

di Vittorio Cristelli (“vita trentina”, 23 ottobre 2011)

Gli "indignati" e decisamente non violenti sono scesi in piazza in tutte le parti del mondo, ma solo a Roma sono stati scippati dai Black bloc delle strade, delle piazze e dell’attenzione dei mass media.

La violenza di questi infiltrati ha rotto vetrine, bruciato macchine in sosta, provocato decine di feriti e commessa la simbolica e blasfema distruzione di una statua della Madonna e di un crocifisso. Ma ha anche impedito che le centinaia di migliaia dei manifestanti esprimessero le loro opinioni, le loro idee e i loro progetti. Come è vero che fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce.

Anche questa ci doveva toccare! Dopo il ridicolo delle vignette sul nostro governo e sulle battute e comportamenti del suo capo che da mesi rimbalza sui media stranieri, anche l’umiliazione di una capitale che non riesce ad ospitare i cittadini del Paese che manifestano pacificamente. Quella "Piazza San Giovanni" che da decenni ospita manifestazioni sindacali, comizi politici, proclami sociali come il "Family Day", ridotta a campo di battaglia e poi percorsa a sera dai destinatari indignados, ma non per gridare i loro slogan, bensì con le ramazze per fare pulizia.

E’ così che anche all’indomani non abbiamo sentito alle televisioni o letto sui giornali i loro discorsi, ma solo descrizioni di vandalismi, interviste ai feriti ed esecrazioni della violenza. Non pochi hanno descritto i giovani indignati come ingenui e ti sanno dire che i protagonisti di analoghe manifestazioni erano dotati di un loro esperto servizio d’ordine che sapeva individuare gli infiltrati e isolarli. Di rimbalzo va anche detto che pure i servizi d’ordine ufficiali avrebbero dovuto sapere in anticipo, dotati come sono dei mezzi adatti a conoscere la realtà e quindi a prevenire.

Nel frattempo si è tenuto a Todi il Forum delle associazioni e delle persone cristiane. Non ne è uscito né il progetto di un nuovo partito dei cattolici né la sconfessione del bipolarismo. Unitario invece il giudizio negativo sull’attuale situazione politica del nostro Paese e la convinzione che bisogna cambiare. Ma anche che questo cambiamento deve passare attraverso l’impegno di tutti i cattolici, consci che, come ha detto il card. Bagnasco nella sua prolusione, gli Italiani hanno una "comunità di destino". Bagnasco è stato ancora più esplicito quando ha detto che "i cattolici non possono arretrare di fronte alle sfide" e che "l’assenteismo sociale per i cristiani è un peccato di omissione".

Ne consegue, sia per i giovani indignati che reclamano la partecipazione di tutti alla gestione della cosa pubblica, sia per i cattolici che considerano questa partecipazione la modalità esigente di esercitare la carità cristiana, l’esigenza di farsi delle competenze specifiche. Sì, perché a partecipare ad un’impresa in cui si è incompetenti si rischia di fare un gran male alla comunità.

Partecipanti quindi ma non ingenui. E gli indignati dimostrano di non essere ingenui nell’analisi che fanno di questa società e delle cause che l’hanno portata in questa impasse. Non per nulla personaggi con le mani in pasta come Draghi e Krugman dicono che hanno ragione. Va pure detto che dovranno emergere dei leaders. Ma questo culto dei leaders carismatici la caduta dei quali sarebbe suprema iattura è pure segno negativo della situazione in cui ci troviamo. I leaders devono essere naturale espressione della competenza.

Il pensiero corre al dopoguerra, quando si trattava pure di mandare a casa una classe dirigente e imboccare una nuova strada, appunto quella della democrazia. La collaborazione di tutti: dai liberali ai marxisti, ai personalisti di ispirazione cristiana ha prodotto quel gioiello che è la Costituzione repubblicana italiana, invidiato da molti anche all’estero. C’è dunque motivo di speranza.


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