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CRISI NUCLEARE. All’indomani della pubblicazione del rapporto dell’Aiea sul nucleare iraniano, uno scenario (reale) da brividi.

IRAN E ISRAELE: ALLARME ROSSO. CON LA SUA INVINCIBILE ARMADA VOLANTE, ISRAELE E’ PRONTA AD ATTACCARE TEHERAN. Un breve resoconto di U. De Giovannangeli - a c. di Federico La Sala.

Di fronte all’acuirsi della crisi tra Israele e Iran, si moltiplicano gli sforzi internazionali per una svolta diplomatica. L’Europa chiede un rafforzamento delle sanzioni. Tel Aviv le accetta solo se saranno «paralizzanti».
domenica 18 novembre 2012 di Federico La Sala
[...] «Se saremo attaccati risponderemo con i missili all’aggressione», avverte il generale Mohammed Ali Jafari, comandante dei Guardiani della rivoluzione. I vettori iraniani possono trasportare sia testate convenzionali che chimiche o batteriologiche e addirittura nucleari. Se venissero utilizzate armi di distruzione di massa la risposta israeliana non si farebbe attendere grazie ai missili balistici Jericho II e Jericho III. Non solo: le testate nucleari miniaturizzate a bordo dei (...)

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> IRAN E ISRAELE: ALLARME ROSSO. --- ESCALATION. Israele, lampi di guerra. Caccia colpiscono in Siria.Bombardato un convoglio di armi alla frontiera tra Siria e Libano.

giovedì 31 gennaio 2013


-   Israele, lampi di guerra Caccia colpiscono in Siria
-  Bombardato un convoglio di armi alla frontiera tra Siria e Libano.
-  No comment di Gerusalemme

-  di Umberto De Giovannangeli (l’Unità, 31.01.2013)

Israele entra nel teatro di guerra siriano. I caccia con la stella di David hanno bombardato un convoglio di armi al confine tra Siria e Libano. «Le forze aeree israeliane hanno fatto saltare in aria un convoglio che aveva appena attraversato il confine dalla Siria verso il Libano», ha detto la fonte, rimasta anonima. La notizia arriva dopo che, nella mattinata, fonti occidentali avevano riferito che l’altra notte l’Air Force israeliana aveva compiuto una serie di raid aerei contro obiettivi al confine tra Siria e Libano.

ESCALATION

«Israele mantiene la massima vigilanza di fronte alle attività regionali dell’Iran e segue con attenzione la sorte degli arsenali di armi mortali in Siria, un Paese che va spaccandosi». Nei giorni scorsi, aprendo la seduta settimanale del consiglio dei ministri il premier israeliano Benyamin Netanyahu aveva sciolto le riserve, lanciando l’ennesimo messaggio alla comunità internazionale.

Lo aveva fatto alla vigilia delle indiscrezioni trapelate dal suo vice, Silvan Shalom, a proposito di una riunione a porte chiuse tenuta dai vertici della sicurezza nazionale pochi giorni dopo l’esito delle legislative. Una consultazione lampo, durante la quale i fedelissimi di Netanyahu avevano discusso per la prima volta l’apertura di un’ondata di raid preventivi volti ad impedire che gli arsenali chimico-batteriologi siriani i più grandi dell’intera regione potessero finire nelle mani delle milizie sciite libanesi di Hezbollah o di gruppi legati ad al Qaeda.

E ieri, i raid, sono arrivati nel consueto format adottato da Tzahal: lampo. In un lampo Israele è sceso in campo in prima linea nel conflitto che da oltre 22 mesi devasta il popolo siriano. I suoi caccia hanno bombardato un convoglio di armi al confine con il Libano, calcando perfettamente la linea intrapresa di recente nel corso dell’operazione «Pilastro della difesa» condotta nei confronti delle cellule terroristiche di Hamas. «Le forze aeree di Tel Aviv hanno fatto saltare in aria un convoglio che aveva appena attraversato il confine dalla Siria verso il Libano», ha spiegato una fonte parlando a condizione di anonimato, viste le delicate dimensioni della questione.

Una seconda voce, proveniente da ambienti della sicurezza, ha tuttavia precisato che «l’obiettivo, colpito intorno a mezzanotte, al momento dell’attacco si trovava ancora nel territorio siriano». Entrambe le fonti hanno inoltre registrato un «alto livello», definito «inusuale», di attività dell’aviazione israeliana nello spazio aereo libanese negli ultimi due giorni.

L’esercito di Beirut ha confermato la notizia: «Dalle 8:30 di ieri alle 2 notturne di mercoledì diversi aerei da guerra di Israele sono entrati per almeno 16 volte nello spazio aereo libanese». «Ogni giorno ci sono sorvoli israeliani, ma ieri erano molto più intensi del solito», ha puntualizzato, poi, una terza fonte alla France Presse.

Un ufficiale statunitense, con la condizione dell’anonimato, ha dichiarato che il raid ha colpito un convoglio di camion. Un portavoce dell’esercito israeliano non ha voluto confermare la notizia. L’attacco è stato lanciato solo pochi giorni dopo che Israele ha trasferito a nord due batterie del suo sistema anti-missile Iron Dome, a fronte del crescente timore che il conflitto siriano possa riversare armi in Libano.

Il raid aereo, è stato prontamente smentito dalle autorità libanesi «Le notizie di raid israeliani al confine siro-libanese sono semplici dicerie», afferma l’agenzia di Stato libanese Nna e snobbato dagli organi d’informazione ufficiali di Damasco, rischia ora di aprire una nuova spaccatura in seno al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, già profondamente diviso dall’ostruzionismo manifestato a più riprese da Pechino e Mosca. Una divisione che ieri ha costretto lo stesso inviato speciale di Onu e Lega araba, Lakhdar Brahimi, a ricordare a Washington e Bruxelles che non ha intenzione di mollare il proprio incarico, ma che al contempo i Quindici hanno l’obbligo di esercitare una pressione più consistente verso il regime di Bashar al-Assad.

Intanto Israele mantiene un elevato stato di allerta nel Nord del Paese. La radio militare ha spiegato che in particolare esiste il timore che armamenti sofisticati, e non necessariamente chimici, passino dalla Siria agli Hezbollah. Radio Gerusalemme ha riferito che in alcune zone di Israele si è notato ieri un netto aumento delle persone che ritirano maschere antigas dalle apposite postazioni del comando delle retrovie: erano state allestite da mesi, ma finora erano state spesso ignorate.


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