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CRISI NUCLEARE. All’indomani della pubblicazione del rapporto dell’Aiea sul nucleare iraniano, uno scenario (reale) da brividi.

IRAN E ISRAELE: ALLARME ROSSO. CON LA SUA INVINCIBILE ARMADA VOLANTE, ISRAELE E’ PRONTA AD ATTACCARE TEHERAN. Un breve resoconto di U. De Giovannangeli - a c. di Federico La Sala.

Di fronte all’acuirsi della crisi tra Israele e Iran, si moltiplicano gli sforzi internazionali per una svolta diplomatica. L’Europa chiede un rafforzamento delle sanzioni. Tel Aviv le accetta solo se saranno «paralizzanti».
domenica 18 novembre 2012 di Federico La Sala
[...] «Se saremo attaccati risponderemo con i missili all’aggressione», avverte il generale Mohammed Ali Jafari, comandante dei Guardiani della rivoluzione. I vettori iraniani possono trasportare sia testate convenzionali che chimiche o batteriologiche e addirittura nucleari. Se venissero utilizzate armi di distruzione di massa la risposta israeliana non si farebbe attendere grazie ai missili balistici Jericho II e Jericho III. Non solo: le testate nucleari miniaturizzate a bordo dei (...)

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> IRAN E ISRAELE: ALLARME ROSSO. ---- QUELLO CHE DEVE ESSERE DETTO. Ma si può criticare governo e stato di Israele? (di Moni Ovadia)

sabato 14 aprile 2012

Ma si può criticare governo e stato di Israele?

di Moni Ovadia (l’Unità, 14 aprile 2012)

La querelle che contrappone lo scrittore tedesco Guenter Grass, Premio Nobel per la letteratura e il governo israeliano continua. Dopo che il poemetto dello scandalo "quel che deve essere detto" ha provocato la rappresaglia del ministro degli Interni di Israele nei confronti di Grass interdetto dai confini nel Paese come persona non grata, lo scrittore, amareggiato ma per nulla intimorito, ha risposto al bando per le rime dicendo che un simile trattamento gli era già stato già riservato ma solo da regimi dittatoriali come la Ddr e la Birmania, lasciando intendere che il governo dello Stato di Israele ha comportamenti degni di sistemi totalitari.

Ora, a margine di questa vicenda c’è una domanda che mi sembra utile porre. Il governo di Israele e lo Stato che rappresenta possono essere criticati come qualsiasi altro governo e Stato? Devono anch’essi sottostare a tutte le convenzioni internazionali incluse quelle sugli armamenti atomici? Devono rispettare come tutti le risoluzioni dell’Onu? I critici severi delle politiche del governo Nethanyahu-Lieberman possono esprimere le loro opinioni senza essere dichiarati dei criminali antisemiti?

Ebbene secondo l’attuale esecutivo israeliano, secondo la maggioranza della coalizione che lo sostiene, secondo molti esponenti delle comunità ebraiche della diaspora e secondo gli ultras filosionisti "laici" la risposta è no e poi no! Mai! In nessun caso! Questa anomalia, giustificata con ragioni del credo sicuritario che non accetta il confronto con le opinioni, soprattutto quelle dure e sgradevoli, è un problema. Non per i critici, per il futuro della democrazia israeliana.


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