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SALVARE L’ITALIA: "FORZA ITALIA" (1994-2011)! LA MENZOGNA ISTITUZIONALE DI UN PARTITO, IL SILENZIO DEL COLLE, DELLA CORTE COSTITUZIONALE, E DEGLI INTELLETTUALI ATEI E DEVOTI ...

PER L’ITALIA, UNA E INDIVISIBILE. "DISCORSO DI FINE ANNO" AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. Una "memoria" per i posteri - di Federico La Sala

IL PRESIDENTE NAPOLITANO - "L’ITALIA PUO’ E DEVE FARCELA": "La fiducia in noi stessi è il solido fondamento su cui possiamo costruire, con spirito di coesione, con senso dello stare insieme di fronte alle difficoltà, dello stare insieme nella comunità nazionale come nella famiglia. E allora apriamoci così al nuovo anno: facciamone una grande occasione, un grande banco di prova, per il cambiamento e il nuovo balzo in avanti di cui ha bisogno l’Italia"
sabato 31 dicembre 2011 di Federico La Sala
PER L’ITALIA E PER LA COSTITUZIONE. CARO PRESIDENTE NAPOLITANO, CREDO CHE SIA ORA DI FARE CHIAREZZA. PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI ...
di Federico La Sala
Materiali per ricordare.
Ogni articolo rimanda a molteplici approfondimenti.
Buona esplorazione *
"PUBBLICITA’ PROGRESSO": L’ITALIA E LA FORZA DI UN MARCHIO REGISTRATO!!!
LA LIBERTA’, LA "PAROLA" E LA "LINGUA" DELL’ITALIA, E IL COLPO DI STATO STRISCIANTE DEL PARTITO "FORZA ITALIA".
L’ITALIA (1994-2011), TRE PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA, (...)

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> PER L’ITALIA, UNA E INDIVISIBILE. ---- Alla "Berghem Frecc" dure contestazioni al Presidente della Repubblica e al premier Monti. Bossi insulta Napolitano: "Terùn". "Ci siamo rotti, la Padania ci sarà".

venerdì 30 dicembre 2011

IL COMIZIO

-  Bossi insulta Napolitano: "Terùn"
-  "Ci siamo rotti, la Padania ci sarà"

Alla "Berghem Frecc" dure contestazioni al Presidente della Repubblica e al premier Monti. La folla grida "secessione". Il Senatur: "Chiamiamola indipendenza, ma con le buone o le cattive la Padania ci sarà" *

ALBINO (Bergamo) - Insulti, fischi e grevi ironie. Alla "Berghem Frecc" va in scena il peggio della Lega non più di governo che cerca di rinverdire agli occhi dei militanti l’immagine della "Lega di lotta". Obiettivi dello stato maggiore del Carroccio il premier Mario Monti ma soprattutto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, colpevole di aver fatto nascere il governo dei professori e di aver spinto sulle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia.

A dare il "la" agli attacchi è stato in prima persona il leader leghista, Umberto Bossi, che ha chiesto ai militanti che gremivano il palazzetto di Albino di "mandare un saluto al presidente della Repubblica": è partita una lunga serie di fischi, proseguita con un gruppo di leghisti che dal fondo ha scandito all’indirizzo del presidente del Consiglio lo slogan ’Monti vaffa...’: "Magari gli piace", ha osservato ridendo l’ex ministro delle Riforme dal palco.

"Il presidente della Repubblica - ha detto il Senatur dal palco - è venuto a riempirci di tricolori, sapendo che non piacciono alla gente del nord". Secondo Bossi, che ha fatto riferimento alle guerre per l’unità nazionale "tutti i giovani morti stavolta sparerebbero dall’altra parte". Quanto al governo di Mario Monti, il Senatur ha tenuto a sottolineare che "è stato voluto e messo lì dal presidente della Repubblica, non ce ne dimenticheremo". Da chi gli stava vicino sul palco è arrivata anche una voce che indicava le origini partenopee di Napolitano: "Non sapevo che l’era un terun", ha chiosato il leader del Carroccio.

Bossi ne ha avuto anche per l’ex premier Silvio Berlusconi, definito "fedele alleato" di Monti nel realizzare "quello che dice la sinistra". Una bacchettata anche per l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti, indicato da più parti come in rotta con il Pdl e sempre più vicino al Carroccio. Secondo Bossi, Tremonti avrebbe sbagliato a introdurre l’8 per mille per la Chiesa, "perchè poi ci si dimentica la vera missione dei preti. Roma è piena di furbacchioni - ha aggiunto - non solo la politica ma anche il Vaticano".

Quindi un nuovo riferimento alla secessione, anche se Bossi ora preferisce chiamarla "indipendenza": "Noi dobbiamo andare a Milano a confermare che con le buone o le meno buone che Padania sarà: adesso ci siamo rotti le balle". ha detto il Senatur riferendosi alla manifestazione contro il governo indetta dal Carroccio per il 22 gennaio nel capoluogo lombardo. "Ci sono momenti in cui la battaglia è decisiva: liberi o schiavi".

* la Repubblica, 29 dicembre 2011


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