Caro Giovanni
Sei andato direttamente al cuore del problema. Condivido!
A mio parere, Elena Loewenthal è stata bravissima, molto molto acuta. Ha messo Abraham B. Yehoshua con la faccia al muro e gli ha fatto ammettere ("Ho dunque attinto all’immaginario cattolico, innestandolo in una storia secondo me profondamente israeliana") che il suo sogno è molto, molto israeliano e poco, poco ebraico. Per dirlo diversamente: il viaggio a Santiago di Yehoshua è la premessa e il segnale per "intendersi" con il papa della Deus caritas est" romana (Benedetto XVI, 2006), ma non ha nulla a che fare con lo spirito della "charis-topia"(una bella espressione di don Luisito Bianchi)*, con la Grazia ("Charis") e con le Grazie ("Charites"), e con l’Alleanza (mosaica ed evangelica) dei nostri padri e delle nostre madri!
Tuttavia è da dire che Yehoshua, così facendo, ha portato alla luce "la scena perduta" del desiderio e della volontà di potenza di ogni universalismo (=cattolicismo) di questo tipo - religioso o laico, che si voglia! E bisogna riconoscerlo: non è poco, a mio parere. Molte "grazie" a Lui, per il suo lavoro!
Grazie anche a Te per l’intervento!
M. saluti,
Federico La Sala
* Nota:
"(...) io sono giunto ormai al termine della mia corsa. E se ho un testimone da trasmettere alla nuova staffetta che sta per iniziare la sua corsa per tradere a sua volta, eccolo: guardate alla radice dei termini che, nel Nuovo Testamento, indicano gratuità e gioia; è la stessa, char: char-is per gratuità, charà per gioia. (...) Posso sognare che questa utopia (il non-luogo) diventi una charis-topia (il luogo della gratuità) per qualcuno?" (Cfr, Luisito Bianchi, Gratuità ne ministero, "Il Regno" - Attualità - n. 20 del 15 novembre 2006)