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METALMECCANICI. Sciopero generale e corteo: da piazza Esedra a piazza San Giovanni

CON LA FIOM A PIAZZA SAN GIOVANNI. TUTTI A ROMA: QUEI DIRITTI SONO DI TUTTI. Ecco perché ci saremo. Note di Claudio Sardo, Furio Colombo, Paolo F. d’Arcais - a c. di Federico La Sala

(...) un contributo alla ricostruzione di un tessuto civile e democratico. Una risposta a chi vuole la democrazia senza partiti, le relazioni industriali senza sindacati, la società senza corpi intermedi. Una risposta a chi vuole isolare i lavoratori e i cittadini per renderli impotenti davanti allo Stato e al mercato.
venerdì 9 marzo 2012 di Federico La Sala
[...] Una democrazia ha bisogno di un’opposizione, cessa di essere viva e vegeta se nel suo orizzonte circola solo il corrivo plauso al governo. Poiché opposizione democratica non è certo lo spurgo di pulsioni separatiste e razziste che si riconosce nei Bossi e altri Calderoli, oggi l’Italia è una democrazia dimezzata. L’opposizione esiste nella società civile, vitalissima anzi da oltre dieci anni, a partire da un indimenticabile “resistere, resistere, resistere”, nelle sue (...)

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> CON LA FIOM A PIAZZA SAN GIOVANNI. ---Penso che sia molto importante essere a Roma oggi. Esserci oggi è un dovere civico di ogni cittadino (di Giovanni Barozzino, operaio)

venerdì 9 marzo 2012

Esserci oggi è un dovere civico di ogni cittadino

-  Scrive il lavoratore in causa con la Fiat, reintegrato dal giudice. Ma che l’azienda lascia a casa, pagandolo
-  Ricordatelo: se perdono i lavoratori perde il Paese

di Giovanni Barozzino, operaio (l’Unità, 09.03.2012)

Penso che sia molto importante essere a Roma oggi. Lo sciopero della Fiom serve oggi a difendere non soltanto i diritti legati al lavoro, ma la libertà di pensiero e quindi la stessa democrazia. Forse esagero, ma manifestare oggi dovrebbe essere un dovere per ogni cittadino.

Noi operai soprattutto noi ma penso ai lavoratori tutti, di ogni categoria, dalla scuola ai pensionati sappiamo di aver dato già tanto in questi anni. Soprattutto durante e a causa di questa lunga crisi. E quando pensiamo di aver pagato ad di là ogni ragionevole limite, ci rendiamo conto come, ogni giorno che passa, nostro malgrado, assistiamo progressivamente e inesorabilmente un’altra volta e un’altra volta ancora alla riduzione di diritti e di spazi di democrazia. Oggi tra mille problemi vive il nostro Paese con migliaia di posti di lavoro e di licenziamenti individuali e collettivi. Ogni giorno chiusure e difficoltà delle imprese che chiudono e l’ultima offensiva ideologica: il tentativo della cancellazione del famoso art 18 dello statuto dei lavoratori.

L’art 18 è in verità una norma di civiltà e di libertà ma vorrei aggiungere e ricordare al Presidente della Repubblica che molto si è speso su questi temi nella sua prima parte del settennato l’art.18 è una norma e un principio di sicurezza.

Sì, non sembri esagerato, dico proprio di sicurezza. Infatti, cancellando questo articolo, si renderà ancora più debole e precaria la condizione del lavoratore che sarà così più ricattabile. Quello che sta accadendo alla Fiat di Melfi ad esempio rende evidente quali possano essere i comportamenti di cui può rimanere vittima un lavoratore.

Renderlo ulteriormente debole lo esporrà indubitabilmente ad eventuali soprusi che senza l’articolo 18 difficilmente potranno emergere. Il perché è di facile intuizione.

Ma dicevo essere oggi in piazza è un dovere perché si stanno restringendo sempre più gli spazi di democrazia. Quello che stà succedendo in Italia al mondo del lavoro è sotto gli occhi di tutti. Ma quello che accade al Paese più in generale, vedi legge elettorale tradimento dei risultati dei referendum quello sull’acqua e non solo mi preoccupa e non poco. A noi lavoratori metalmeccanici accade invece che nelle fabbriche viene negata la possibilità di potersi scegliere liberamente da chi farsi rappresentare. A noi lavoratori metalmeccanici viene praticamente impedito di essere partecipi del nostro futuro. A noi lavoratori metalmeccanici viene impedito di poterci definire cittadini.

Tutto ciò accade in un silenzio spaventoso di gran parte della politica. A tutti vorrei ricordare che da sempre ad un riduzione dei diritti dei lavoratori è corrisposto un arretramento della società tutta. Per questo e necessario oggi essere a Roma.


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