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’NDRANGHETA. Concluso il processo sul primo caso di lupara bianca al Nord

LEA GAROFALO, TESTIMONE DI GIUSTIZIA. Sei ergastoli: al massimo della pena i sei imputati per l’omicidio di Lea Garofalo, la collaboratrice di giustizia uccisa e sciolta in cinquanta litri d’acido per aver testimoniato sulle faide tra la sua famiglia e un clan rivale.

I giudici hanno condannato all’ergastolo con l’isolamento diurno per due anni l’ex compagno di Lea, Carlo Cosco, contro cui ha testimoniato in dibattimento anche la figlia Denise.
domenica 1 aprile 2012 di Federico La Sala
[...] «Il fatto più importante oggi è che una giovane ragazza a cui hanno ucciso la mamma ha avuto il coraggio di essere testimone di giustizia. Ha rotto la paura e l’omertà e ha portato il suo contributo a scrivere una pagina di giustizia e verità», è il pensiero che Denise ha espresso attraverso il suo legale Vincenza Rando. «Abbiamo restituito dignità, verità e giustizia a sua mamma - ha detto in aula don Luigi Ciotti, fondatore di Libera - Dobbiamo inchinarci davanti a una ragazza che (...)

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> LEA GAROFALO, TESTIMONE DI GIUSTIZIA. --- "LEA". La donna che sfidò la ‘Ndrangheta: il film tv di Marco Tullio Giordana (di S. Gernini)

giovedì 12 novembre 2015

“Lea”, il racconto senza retorica della donna che sfidò la ‘Ndrangheta

di Silvia Gernini (l’Unità, 12 novembre 2015)

      • Il film tv di Marco Tullio Giordana verrà trasmesso il 18 novembre da Rai1

Un omaggio alla donna che ha sfidato la ‘Ndrangheta: Lea è il film per la tv firmato da Marco Tullio Giordana che racconta la storia di Lea Garofalo, la testimone di giustizia uccisa nel 2009. La fiction, presentata al Festival dei Beni confiscati alle mafie e ieri all’apertura del Roma Fiction Fest, andrà in onda il prossimo 18 novembre su Rai1 a pochi giorni dall’anniversario dell’assassinio avvenuto a Milano il 24 novembre.

Donna decisa e coraggiosa, Lea è la sorella di un capocosca di Petilia Policastro, nel crotonese, e compagna di uno degli uomini fidati del clan il quale gestisce lo spaccio e l’usura a Milano. Stanca di vivere e di crescere sua figlia Denise in un ambiente violento e criminale, la donna lascia il marito che nel frattempo è finito in prigione e decide di rivelare i suoi traffici alla giustizia. Da quel giorno inizia un altro inferno: il cambio di identità, i continui spostamenti da una città all’altra, le minacce sempre più violente fino al tragico finale. “Lea e Denise non sono perdenti, ma esempi e bandiere per la gente - ha precisato, però, Giordana - sono più forti di chi voleva annientarle perché hanno ribaltato la loro sorte”.

A firmare la sceneggiatura lo stesso Giordana insieme a Monica Zappelli, autrice, sempre con lui, anche de I cento passi. Storie simili, quella di Lea e di Peppino Impastato: persone comuni che con la loro forza riescono a opporsi a un intero sistema e capaci di scuotere un’intera comunità. “Nella storia di Lea Garofalo - ha spiegato il regista - ci sono due aspetti straordinari: la sua forza di ribellarsi e l’intelligenza, che la accomunano a Peppino Impastato. Vorrei che questo film riuscisse a raccontare questa forza e l’esempio che Lea ha saputo dare a sua figlia e l’esempio che Denise ha saputo e continua a dare a tante donne - ha aggiunto - nella loro stessa situazione”. Per questo motivo, il film tv prodotto da Rai e Bibi Film sarà anche messo a disposizione di Libera, l’associazione contro le mafie guidata da Don Ciotti per portare la storia e il messaggio veicolato dal film nelle scuole italiane.

Una regia asciutta, semplice, diretta: Giordana lascia ai suoi personaggi e ai suoi interpreti (prima fra tutti Vanessa Scalera) il compito di dare forza all’opera senza mai cedere alla retorica e all’agiografia: “Non ho modificato nulla di questa storia straordinaria non ho aggiunto niente, non abbiamo toccato niente, perché la storia era già colma di colpi di scena così com’era” ha detto il regista che non ha potuto incontrare Denise. La ragazza è infatti nel programma di protezione testimoni, ma Giordana sa che lei “è contenta che sia stato io, il regista de I cento passi, a raccontare questa storia, perché Lea amava molto il mio film e glielo aveva fatto vedere da ragazzina”.


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