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VATICANO: CEDIMENTO STRUTTURALE DEL CATTOLICESIMO-ROMANO. Benedetto XVI, il papa teologo, ha gettato via la "pietra" ("charitas") su cui posava l’intera Costruzione ... e anche la maschera

OBBEDIENZA CIECA: TUTTI, PRETI, VESCOVI, E CARDINALI AGGIOGATI ALLA "PAROLA" DI PAPA RATZINGER ("DEUS CARITAS EST", 2006). Materiali per riflettere - a c. di Federico La Sala

EUROPA ED EVANGELO. LA ’CROCE’ (lettera alfabeto greco = X) DI CRISTO NON HA NIENTE A CHE FARE CON IL CROCIFISSO DELLA TRADIZIONE COSTANTINIANA E CATTOLICO-ROMANA
mercoledì 13 febbraio 2013
Per leggere i testi, cliccare sui titoli evidenziati in rosso:
"DEUS CARITAS EST": LA VERITA’ RECINTATA!!!
LA CHIESA DEL SILENZIO E DEL "LATINORUM". Il teologo Ratzinger scrive da papa l’enciclica "Deus caritas est" (2006) e, ancora oggi, nessuno ne sollecita la correzione del titolo. Che lapsus!!! O, meglio, che progetto!!!
FORZA "CRISTO RE"!!! (Paolo di Tarso): "vivendo secondo la verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di lui, che è il capo, Cristo, dal quale (...)

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> OBBEDIENZA CIECA: TUTTI, PRETI, VESCOVI, E CARDINALI AGGIOGATI ALLA "PAROLA" DI PAPA RATZINGER ("DEUS CARITAS EST", 2006). Materiali per riflettere - a c. di Federico La Sala

martedì 13 novembre 2012

Dissenso cattolico

di Filippo Gentiloni (il manifesto, 13 novembre 2012)

Si allarga sempre di più, specialmente in Europa, il fronte della richiesta di riforme e della protesta nella chiesa cattolica. Dopo «l’appello alla disobbedienza» promosso in Austria nel 2011 da circa 300 sacerdoti, ora un’iniziativa analoga è stata lanciata nella Svizzera tedesca, sotto il nome di «iniziativa delle parrocchie».

I firmatari dell’appello - arrivati a circa 400 tra preti, religiosi, religiose e responsabili laici - formulano il loro appello articolandolo in dieci punti : tra i più rilevanti, come al solito, la possibilità di condividere l’eucarestia fra tutti i battezzati e con i fratelli riformati, la comunione ai divorziati risposati, la possibilità per i credenti di prescindere dal loro orientamento sessuale, e anche la possibilità di pronunciare parti della preghiera eucaristica. Logica la reazione dei vescovi, per i quali l’appello non costituisce una strada percorribile: per loro la pastorale può essere vissuta esclusivamente in unione con i vescovi e con la chiesa universale.

L’appello austriaco dell’anno scorso insisteva sull’accesso delle donne al sacerdozio, sull’abolizione del celibato obbligatorio per i preti, sulla possibilità dei sacramenti per i divorziati risposati. Il dissenso, dunque, sia in Svizzera che in Austria, chiede profonde riforme e un «nuovo inizi» in grado di mettere la parola fine allo stato di paralisi in cui versa il cattolicesimo sia svizzero che austriaco. I temi sono praticamente gli stessi: i disobbedienti sia in Svizzera che in Austria (in proporzione più del 10% sul totale dei sacerdoti) prendono la parola chiedendo più spazio per i laici e per le donne.

In Belgio i vescovi si sono dimostrati più disposti al dialogo. Un certo numero è arrivato a dichiarare che l’ordinazione di uomini sposati potrebbe addirittura rappresentare un arricchimento per la pastorale.

Il quadro del fronte dei cattolici critici si completa in Irlanda, dove il 10% dei preti ha aderito all’associazione che presenta riforme analoghe. In Irlanda il confronto fra i rappresentanti dei preti critici con i vescovi è stato giudicato «valido, produttivo e prezioso». In Francia un gruppo di preti ha creato l’associazione «sostegno all’appello dei preti austriaci». Il dissenso cattolico si sta dunque allargando un po’ dovunque a macchia d’olio.


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