Dissenso cattolico
di Filippo Gentiloni (il manifesto, 13 novembre 2012)
Si allarga sempre di più, specialmente in Europa, il fronte della richiesta di riforme e della protesta nella chiesa cattolica. Dopo «l’appello alla disobbedienza» promosso in Austria nel 2011 da circa 300 sacerdoti, ora un’iniziativa analoga è stata lanciata nella Svizzera tedesca, sotto il nome di «iniziativa delle parrocchie».
I firmatari dell’appello - arrivati a circa 400 tra preti, religiosi, religiose e responsabili laici - formulano il loro appello articolandolo in dieci punti : tra i più rilevanti, come al solito, la possibilità di condividere l’eucarestia fra tutti i battezzati e con i fratelli riformati, la comunione ai divorziati risposati, la possibilità per i credenti di prescindere dal loro orientamento sessuale, e anche la possibilità di pronunciare parti della preghiera eucaristica. Logica la reazione dei vescovi, per i quali l’appello non costituisce una strada percorribile: per loro la pastorale può essere vissuta esclusivamente in unione con i vescovi e con la chiesa universale.
L’appello austriaco dell’anno scorso insisteva sull’accesso delle donne al sacerdozio, sull’abolizione del celibato obbligatorio per i preti, sulla possibilità dei sacramenti per i divorziati risposati. Il dissenso, dunque, sia in Svizzera che in Austria, chiede profonde riforme e un «nuovo inizi» in grado di mettere la parola fine allo stato di paralisi in cui versa il cattolicesimo sia svizzero che austriaco. I temi sono praticamente gli stessi: i disobbedienti sia in Svizzera che in Austria (in proporzione più del 10% sul totale dei sacerdoti) prendono la parola chiedendo più spazio per i laici e per le donne.
In Belgio i vescovi si sono dimostrati più disposti al dialogo. Un certo numero è arrivato a dichiarare che l’ordinazione di uomini sposati potrebbe addirittura rappresentare un arricchimento per la pastorale.
Il quadro del fronte dei cattolici critici si completa in Irlanda, dove il 10% dei preti ha aderito all’associazione che presenta riforme analoghe. In Irlanda il confronto fra i rappresentanti dei preti critici con i vescovi è stato giudicato «valido, produttivo e prezioso». In Francia un gruppo di preti ha creato l’associazione «sostegno all’appello dei preti austriaci». Il dissenso cattolico si sta dunque allargando un po’ dovunque a macchia d’olio.