Siamo tutti ritardati
di Mirella Camera
in “a latere...” (http://alatere.myblog.it) del 13 aprile 2012
Dopo aver letto la smentita di Avvenire alla penosa vicenda, riportata da molti media, della comunione rifiutata a un bambino disabile a Ferrara, ci si accorge di quanto sia difficile, oggi, farsi un’opinione. Visto che anche l’informazione diviene un oggetto di fede. Quali che siano i fatti, però, rimangono le parole attribuite al parroco, don Piergiorgio Zaghi; il quale pare abbia detto (il condizionale è d’obbligo) che il bambino, portatore anche di ritardo mentale, “non è in grado di capire”.
Ma, mi chiedo io, di fronte all’Eucarestia, chi lo è?
La Chiesa, consapevole che anche la ragione vuole la sua parte, ha escogitato una “dimostrazione” logica che pretende esaurisca ogni domanda: la particola, tramite la cosiddetta “transustanziazione” che avviene al momento della consacrazione, perde la sua specifica “forma”, che viene sostituita dal corpo di Cristo, mentre la materia rimane intatta. Solo che per “capire” questo in modo razionale, secondo la dottrina ufficiale, bisognerebbe anche aver studiato Aristotele e san Tommaso. E, secondo me, non basta comunque. Anzi, detta così sembrerebbe quasi una magia.
Forse è meglio ricorrere a qualche altra via. E se i sinottici non ci aiutano molto, ci può invece illuminare Giovanni, che a sua volta compie una sua “transustanziazione evangelica”, ponendo nell’ultima cena, al posto della distribuzione del pane, la lavanda dei piedi.
A Pietro che gli diceva: “Tu non mi laverai i piedi!” Gesù ha risposto: “Quello che io faccio, tu ora non lo comprendi. Lo capirai dopo”. Non capire è normale, credo. Dopo tutto è un mistero. E’ far finta di avere capito che è molto pericoloso.