La prima università del Perù non potrà chiamarsi «cattolica»
di Marco Ventura (Corriere della Sera, 27 luglio 2012)
Era scaduto l’8 aprile scorso l’ultimatum delle autorità vaticane. Invano. La Pontificia universidad católica del Perú era rimasta ferma. Nessuna traccia della revisione dello statuto richiesta da Roma affinché programmi e insegnanti si allineassero ai vincoli imposti nel 1990 da Giovanni Paolo II alle università cattoliche. Era proseguita la litania di dispetti, comunicati, ispezioni.
Infine la Santa Sede ha deciso. Il segretario di Stato vaticano, per conto del Pontefice, ha emesso un decreto che ritira alla prima università del Perù il diritto di chiamarsi «pontificia» e «cattolica» e di rilasciare diplomi ecclesiastici. I vescovi peruviani sono solidali col Papa. Gli avvocati si danno battaglia su immobili e terreni di proprietà ecclesiastica. Opinione pubblica, corpo accademico e studenti inneggiano alla resistenza.
Ultimo episodio di una lunga storia di tensioni tra Roma e le università cattoliche sparse nel mondo, il decreto del cardinale Bertone mette in scena la collisione tra due mondi. Da un lato una Curia romana che difende le proprie prerogative, il senso dell’autorità, la visione dell’educazione cattolica come bastione dell’ortodossia e dell’ordine ecclesiale. Che si vuole interprete del diritto delle famiglie e degli studenti ad un prodotto coerente col marchio. Dall’altro una comunità universitaria forte della propria missione nel Paese, orgogliosa di una diversità da difendere contro ogni colonizzatore, sfrontatamente libera.
Lo scontro in atto coglie un aspetto cruciale della crisi vaticana degli ultimi tempi, rivelando la difficoltà della Santa Sede di governare la cattolicità mondiale e di governarla attraverso la dottrina e l’educazione. Se ciò è caratteristico del nostro tempo, è ancor più significativo che le due parti abbiano confuso la questione di fondo con il braccio di ferro per il comando, in un vortice di retorica e colpi bassi che è la cifra della cronaca di mesi di incomprensioni tra Roma e Lima. Ambizioni personali, strategie di potere, interessi economici, procedure opache hanno avvolto una nobile contrapposizione in una nebbia che ha confuso i contorni delle cose e annacquato le responsabilità.
Gli studenti che protestano a Lima hanno inquietudini, idee, urgenze. Animano ogni giorno sul sito web «La luz luce», insieme a colleghi di tutto il Sudamerica, uno straordinario dibattito sul senso di un’università cattolica oggi. Le loro domande e risposte dissipano la nebbia: illuminano il valore del conflitto culturale e religioso di cui sono protagonisti.