La visione strumentale della religione di Berlusconi che ora si affida a Dio
di don Aldo Antonelli ( L’huffington Post, 13/06/2016)
Dopo essersi sostituito a Dio negli anni della sua onnipotenza, ora lo risuscita come altro da sé, ma sempre a supporto del suo ego e come polizza assicurativa nei giorni della sua impotenza. "Mi affido a Dio!".
L’espressione non è la confessione di una improvvisa conversione, ma la prosecuzione di un’antica, strumentale visione della religione.
Sia chiaro. Qui non si vuole infierire sulla malattia del de cuius, cui auguriamo pronta guarigione, ma evidenziare l’uso, o meglio, l’ab-uso, cui spesso la religione si presta e a cui ancora più spesso molti ricorrono. È un cliché vecchio stampo ma sempre "disponibile", "pronto all’uso".
Nel suo bellissimo e molto interessante libro "Prego Dio che mi liberi da Dio" a pagina 45 Marco Vannini scrive testualmente: "Nel suo aspetto menzognero, la religione è la forma estrema di appropriazione, religio come legame non all’origine, alla verità, ma a se stessi, ovvero amor sui, che vuole impadronirsi di Dio per metterlo al proprio servizio, a sostegno dell’egoità - e lo fa con la costruzione di una teologia".
Il Cristianesimo, così come si evince dal messaggio evangelico, che è la carta costituzionale per la fede di un cristiano, è ben altra cosa: Dio mi libera da me stesso per aprirmi, in totale disponibilità e senza riserve, all’altro.