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A CARLO M. MARTINI E A ENZO PACI, IN ONORE E MEMORIA ....

DEL CARDINALE CARLO M. MARTINI, LA LEZIONE PIU’ GRANDE: IL PRESEPE DEL LAGER NELLA BASILICA DI SANT’AMBROGIO (MILANO, 2000). Una nota di Federico La Sala

domenica 29 novembre 2015
[...] Uscire dai cerchi di filo spinato che delimitano dappertutto il nostro presente storico è la scommessa. Come fecero i militari italiani internati nel lager tedesco di Wietzendorf (cfr. il Presepio del lager - Natale 1944, ricostruito nella Basilica di sant’Ambrogio, a Milano, nel Natale 2000) e fece Enzo Paci, anch’egli in un [nello stesso, fls] lager tedesco nel 1944 (cfr. Nicodemo o della nascita, in Della Terra..., cit., pp. 120-125), oggi non possiamo che riaprire la mente e il (...)

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> DEL CARDINALE CARLO M. MARTINI, LA LEZIONE PIU’ GRANDE --- il cristianesimo come amico dell’intelligenza e della libertà (di mons. Giovanni Giudici - Una chiesa che non si sottrae a riformare se stessa).

martedì 4 settembre 2012

Una chiesa che non si sottrae a riformare se stessa

di mons. Giovanni Giudici (www.paxchristi.it, 4 settembre 2012)

La notizia, per quanto attesa, del ritorno alla casa del Padre di Carlo Maria Martini, Cardinale e Arcivescovo emerito di Milano, ci rende partecipi della sofferenza di coloro che lo hanno conosciuto. Ci sarà tempo e modo di riflettere sulla sua figura e sulla sua lezione. In queste ore, basti il ricordo della sua attenzione alle ragioni alte della giustizia e della pace, come pure del tratto umano di rispetto per ogni persona e ogni causa che aveva a che fare con la libertà e la dignità umana. Ambedue questi aspetti non sono estranei alla sua opera di biblista e di pastore. In certo modo l’essersi lasciato lui stesso plasmare dalla Parola di Dio mostra quale è la radice e lo sfondo della sua testimonianza.

Questo piemontese austero e riservato, con la fama di uomo di ricerca e dedito a studi severi, posto alla guida della diocesi di sant’Ambrogio e di san Carlo, ha saputo essere in pari tempo padre sollecito, un fratello maggiore, un signore amabile e accogliente. Con questa semplicità di uomo tra gli uomini, prima e più dell’eminente studioso e pastore di fama mondiale, ha saputo condividere la condizione comune degli uomini, su tutti i fronti della sua personalità e del suo ministero.

A partire dallo studio e dalla meditazione, e dalla predicazione della Parola, tutto il suo magistero e la sua azione pastorale sono riconducibili a un solo fine: educare i cristiani alla familiarità con la Parola e mostrarne ai non credenti la portata e la sapienza umana. L’umanità condivisa senza riserve da Martini, alla luce della Parola, lo ha condotto ad una interpretazione del cristianesimo come amico dell’intelligenza e della libertà. Da qui ancora la sua visione di una Chiesa povera, libera, sciolta, aggettivo cui spesso ricorreva per descrivere la Chiesa. Comunità strutturata sì, ma immune da ogni tentazione di potere e da propositi di costrizione.

Egli ci ha fatto sperimentare una Chiesa concentrata nella proclamazione di una parola che sa illuminare, confortare, chiedere cambiamenti. Vivendo con intensità il presente egli ci ha presentato una Chiesa che illumina e giudica le parole dell’uomo, comprese le parole della politica. Sui temi della pace si è posto, con semplicità e apertura di cuore, come segno e speranza di riconciliazione.

Ci ha proposto una Chiesa che accompagna con fiducia le opere dell’uomo, che apprezza il portato della scienza e della cultura moderna, anche in quelle zone grigie‚ che stanno al confine tra ciò che già possiamo giudicare, perché è conosciuto, e ciò che ancora ci pone interrogativi sulla sua qualità etica. In particolare una Chiesa che non si sottrae al dovere di riformare se stessa e di rileggere talune sue posizioni tradizionali. Quanti hanno fede nella comunione dei santi sono certi che misteriosamente continuerà ad accompagnarci.

Mons. Giudici

Vescovo di Pavia - Presidente di Pax Christi Italia


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