Vince Crocetta sulle macerie
Boom di Grillo al 18%. Astensione al 52%. Il vincitore: in Sicilia cambierà tutto
O si cambia o si muore
di Claudio Sardo (l’Unità, 30.10.2012)
È UNA VITTORIA STORICA PER LA SINISTRA SICILIANA. Un successo mai neppure sfiorato dal Pd o dall’Ulivo negli anni di Berlusconi. Eppure non c’è da esultare. Più della metà degli elettori ha disertato le urne. Quello di Grillo è diventato il primo partito. L’esplosione del centrodestra non ha portato consensi al centrosinistra. La crisi politica unita a quella sociale spinge al ribellismo anziché alla ricostruzione. Lo scenario è pieno di macerie.
E Rosario Crocetta, segno di rottura e di legalità, non dispone di una maggioranza precostituita che gli assicuri una navigazione sicura. Sarà un’impresa difficile. L’allarme è già suonato. La sfiducia verso i partiti rischia di diventare sfiducia nella democrazia. È suonato l’allarme anche per il Pd, il solo «partito» rimasto in campo.
Non c’è più tempo. Il cambiamento va messo in campo ora. Non ci sono tatticismi che tengano. Vale per Crocetta, che deve costruire il suo governo con coraggio, sfidando l’Assemblea regionale. Vale per Bersani, che deve prendere il testimone di Monti dimostrando che i tecnici non sono stati una parentesi, ma neppure sono una condanna.
In Sicilia ha vinto un’alleanza di progressisti e moderati. È l’orizzonte di una riscossa civica, costituzionale, sociale. Ma serve ancora apertura, umiltà, rinnovamento. Guai a chiudere le porte. Bisogna includere per dare speranza, per progettare sviluppo. Chi a sinistra pensava di trarre una rendita di posizione dalla protesta è stato sconfitto. Il ribellismo è carburante solo per Grillo. Chi non si mette in gioco e non è disposto a rischiare, ha già perso.