STORIA E LETTERATURA, FILOLOGIA, E STORIOGRAFIA:
QUESTIONE ANTROPOLOGICA E INFERNO EPISTEMOLOGICO.
LEONARDO, IL RINASCIMENTO E IL CODICE DA VINCI. Una nota del 30 marzo 2005:
"[...] Perché del “ Codice da Vinci”, di un’opera “tra realtà e fiction”, non tentiamo finalmente di spiegare le ragioni profonde del successo invece di ripetere quanto molti (in modo molto conformistico vanno ripetendo da tempo) hanno già detto? Perché il “ Codice da Vinci” è considerato allo stesso modo dell’opera di Salman Rushdie, Versetti Satanici? E perché in Libano è stata pronunciata una fatwa contro l’autore, Dan Brown?
La ragione principale, a mio parere, sta nel filo della storia d’amore che è sotteso a tutto il racconto e nei problemi che ad esso sono collegati. Una citazione (tanto) per cominciare:
Questo è il problema dei problemi - un tema, se si riflette bene, molto prossimo a quello affrontato nel Cantico dei Cantici. Leggere per credere - e credere per leggere! E allora cerchiamo di essere onesti con noi stessi (prima, leggiamo l’opera) e (poi, facciamo i ‘conti’) con lo stesso autoree il suo lavoro: vediamo quali sono i temi e il tema centrale del romanzo-thriller... e così forse possiamo capire un po’ di più le ragioni del suo planetario successo e un po’ di più anche il senso della cronaca (cfr. Anais Ginori, “Le donne imam cambieranno l’islam”. Una giornalista dietro lo “scisma” Usa: La Repubblica, 27.03.2005, p. 15) del nostro stesso tempo!!!
Non accodiamoci alle varie gerarchie: “Sàpere aude!” - cerchiamo di avere il coraggio di usare la nostra personale intelligenza e di co-noscere e di co-nascere.... finalmente, al di là delle fantasie e delle cecità teo-biologistiche e teo-razziste di una dis-umanità, zoppicante e moribonda." (Il "Codice da Vinci", come i “Versetti Satanici”. Due opere da leggere, che danno (tanto) da pensare!, "il dialogo, 30 marzo 2005).
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