STORIA DELL’ ARTE, ANTROPOLOGIA, E TEOLOGIA:
IL PULPITO DELLA "CHIESA DI SANT’ANDREA" DI PISTOIA è il capolavoro di Giovanni Pisano. [...]
Iniziato nell’anno 1298 e terminato nel 1301 , vi si può misurare il rapporto con le analoghe opere scolpite dal padre (i pulpiti del Battistero di Pisa e del Duomo di Siena). Poche sono le testimonianze relative a quest’opera se non l’iscrizione in lingua latina che corre tra le arcatelle ed i parapetti in cui si testimoniano il committente Arnoldo, i tesorieri Andrea Vitelli e Tino di Vitale, e l’artista Giovanni Pisano, lodatissimo artefice che in questo pulpito "seppe superare il padre in sapienza".
[...] Il programma iconografico del pergamo riprende i modelli paterni, con Allegorie nel pennacchio degli archetti, Profezie (ovvero sei sibille per il mondo pagano e dieci profeti per il mondo giudaico) a figura intera, appoggiate sulle mensole dei capitelli, ed i cinque parapetti del pulpito con Storie della vita di Cristo:
[...] Le scene sono molto affollate, come nel pulpito di Siena, ma a paragone con la ritmica organizzazione dell’insieme di Nicola Pisano, qui le figure scolpite da Giovanni sembrano emergere improvvisamente dal background (altorilievo), con bruschi giochi di luce ed ombra che scaturiscono dal diverso livello di rilievo di ciascuna figura e dall’estrema ricerca di dinamismo. Uno dei riquadri più notevoli è quello del Massacro degli innocenti, dove è posto in scena un movimento vorticoso dei personaggi con accentuato espressionismo degli aspetti, deformati dalla pena, dalla paura, dalla costernazione. Inoltre c’è un virtuosismo nel contrapporre figure con dettagli preziosamente rifiniti e altre sbozzate, con effetti di contrasto drammatico. Mai fino ad ora un artista medioevale era riuscito a rendere così vivo un dramma. Pisano si ispirò a modelli tedeschi o alle scene più toccanti della Colonna Traiana.
Notevole è la novità anche in una delle sibille, che si volta con uno scatto quasi spaventato verso un angelo che da dietro le suggerisce le rivelazioni profetiche. [...]" (ripresa parziale, senza le immagini e senza le note).