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ARCHé -o- LOGIA EVANGELICA. ALLA RICERCA DELL’ARCA DI NOE’, DELL’ARCA DELL’ALLEANZA DI MOSE’, DEL PRESEPE DI FRANCESCO D’ASSISI. "La x è il punto dove scavare" ("Indiana Jones e l’ultima crociata", 1989 - nella biblioteca di Venezia da cui si accede alle catacombe).

NATALE 2012. TERRA BRUCIATA INTORNO A GESU’. E’ NATO IL "PADRONE GESU’", IL"DOMINUS IESUS" DI PAPA RATZINGER. Via "Giuseppe" e via anche "il bue e l’asinello"!!! Una nota di Roberto Monteforte

L’INFANZIA DI GESU’. Bue e asinello non c’erano. La rivelazione sulla nascita di Gesù nel libro di Benedetto XVI. È il terzo volume che Bendetto XVI dedica alla vita del Nazareno
giovedì 6 dicembre 2012 di Federico La Sala
[...]«È un libro su un bambino e su una donna e sul grande significato della libertà» ha osservato il presidente Rcs libri, Paolo Mieli intervenuto alla presentazione del volume con il cardinale Ravasi, la teologa brasiliana Clara Lucchetti Bungemer, il direttore della sala stampa vaticana padre Federico Lombardi [...]
"Duemila anni fa, un ovulo fu miracolosamente fecondato dall’azione soprannaturale di Dio, da questa meravigliosa unione risultò uno zigote con un patrimonio cromosomico (...)

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> NATALE 2012. TERRA BRUCIATA INTORNO A GESU’. ---- Dimentichiamo l’avvento: è Natale! cantano i casinò, i mercati, le agenzie di viaggi, lei televisioni (Incontro alla stella di Natale - di Philippe Baud in “www.baptises.fr”).

domenica 2 dicembre 2012

Incontro alla stella di Natale

di Philippe Baud

in “www.baptises.fr” del 1° dicembre 2012 (traduzione: www.finesettimana.org)

Entriamo nel tempo d’Avvento. Eh sì, di qualcosa che deve avvenire. Ma che cosa deve ancora avvenire? Lasciamo ai fervori New Age e ad altre angosce millenariste l’aumento di adrenalina che esigerebbe, per il 21 dicembre prossimo, la fine di un ciclo del calendario maya (annuncio della... fine del mondo). Gli adepti parlano già di un errore di calcolo che sposterebbe la data...

Quanto ai profeti della Bibbia, anche se prendevano le loro immagini - come del resto anche Gesù - da un genere orientale che chiamiamo “apocalittico”, lo facevano per l’annuncio della buona notizia: “Ecco verranno giorni nei quali io realizzerò le promesse di bene... in quei giorni farò germogliare un germoglio di giustizia... Gerusalemme vivrà tranquilla” (Geremia, 33, 14-16). In una parola, tutto il contrario di quello che abbiamo sotto gli occhi!

Il sole e la luna restano nella loro orbita, ma vi sono giorni in cui sembra siano cadute le stelle: ne sono piene tutte le strade delle nostre città, dei negozi, dei ristoranti, delle cassette delle lettere. Esagerazione! Il mondo stellare non fa restrizioni per il momento commerciale culminante dell’anno. E siccome non siamo pastori per dormire “sotto le stelle” in questa stagione, dimentichiamo l’avvento: è Natale! cantano i casinò, i mercati, le agenzie di viaggi, lei televisioni.

Allora, cercando in mezzo alle galassie la stella della Natività - la nascita di Dio tra gli uomini - arrivo a chiedermi se non sia come una di quelle sorgenti di fuoco di cui gli astrofisici ci dicono che sono morte da moltissimo tempo, così lontano negli abissi, ma di cui percepiamo ancora la luce. È un po’ l’impressione che ci danno spesso le nostre grandi istituzioni, pubbliche o private: stati, partiti politici, religioni, Chiese, aziende, centri amministrativi e finanziari, musei nazionali e centri di divertimenti... I proiettori sono puntati sulla scena, suonano le trombe, si illuminano gli spot, si alza il sipario, l’apparizione... il nulla! Discorsi ripetitivi, voci aggressive o stanche sotto dorature avvizzite, esortazioni e promesse vuote. Prima di essere aperta, la parentesi è già chiusa.

E la mia Chiesa, intanto? Ha perso il fuoco? Si è spenta sotto il peso dei rituali e della proclamazioni inadeguate o contraddittorie? Dobbiamo annoverarla tra quelle istituzioni solenni e perdute, di cui le statistiche prevedono la morte vicina? A meno che io debba capovolgere la domanda, e chiedermi: “Dov’è il fuoco?”

Per vedere le stelle, bisogna osare abbandonare la città e le luci della ribalta, assumersi il rischio di una certa solitudine: scopriremo allora che l’oscurità è popolata e potremo perfino scorgervi degli “angeli”, dei volti radiosi senza orchestra e senza piume. Per questo Gesù raccomanda ai suoi discepoli: “State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano!” (Luca 21, 34-36). Perché, per volare, bisogna saper mantenere il cuore leggero, e questa leggerezza si chiama speranza. Che s’infiltra raramente - ve lo concedo - nei grandi apparati. Ma allora, la Chiesa?

Non cercatela né a Roma né a Gerusalemme, ma “Vegliate in ogni momento pregando”. Abbiate il cuore attento a tutta quella brace d’amore che non muore nel freddo dell’inverno, ma che scalda le anime sole, le case modeste, le famiglie in difficoltà, le comunità in ricerca, i giovani assetati “di diritto e di giustizia”, i vecchi sereni e fiduciosi. Lì si trova la Chiesa, è a quella porta che dobbiamo bussare. E lì “troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia” (Luca 2,12): Dio presente in mezzo agli uomini, non visto, fragile, esposto ai rischi delle nostre vacillanti tenerezze, delle nostre insufficienze, delle nostre dimenticanze, ma anche della nostra fede. Paolo, ai suoi amici di Tessalonica, scrive semplicemente: “Che il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore tra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi” (1Ts 3, 12). Lì si trova la stella viva, la luce e il dono. Lì si trova la Chiesa che non muore e la presenza di Dio che sempre nasce: il suo “avvento”.


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