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FRANCESCO, IL NUOVO PAPA, OLTRE IL MAGISTERO EQUIVOCO DI BENEDETTO XVI: DAL "DEUS CARITAS EST" AL "DEUS CHARITAS EST"? EU-*CHARISTIA* o EU-*CARESTIA*!?

DUE PAPI IN PREGHIERA: MA CHI PREGANO?! Bergoglio incontra Ratzinger: "Siamo fratelli". Ma di quale famiglia?! Un resoconto dell’incontro, con note - a c. di Federico La Sala

Il colloquio, ha detto Lombardi, ha dato modo a Benedetto XVI di "rinnovare il suo atto di riverenza e obbedienza al suo successore" e a questi di rinnovargli la "gratitudine sua e di tutta la Chiesa per il ministero svolto da papa Benedetto nel suo pontificato".
domenica 24 marzo 2013
MEMORIA DI FRANCESCO D’ASSISI. "VA’, RIPARA LA MIA CASA"!!!
PAPA FRANCESCO I, ALL’OMBRA DEL PAPA EMERITO, RIUSCIRA’ A CAMBIARE REGISTRO?

Bergoglio incontra Ratzinger: "Siamo
fratelli".
I due Papi a confronto su Vatileaks
Al Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo il faccia a faccia tra Papa Francesco e il Papa Emerito Benedetto XVI. Al centro del colloquio, i contenuti dell’inchiesta interna sullo scandalo che ha scosso la Curia (...)

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> DUE PAPI IN PREGHIERA: MA CHI PREGANO?! Bergoglio incontra Ratzinger: "Siamo fratelli". Ma di quale famiglia?! --- I “segni” di Dio. Vuoto è il Sepolcro del sacro (di Giancarla Codrignani)

martedì 7 luglio 2015

fuoritempio

I “segni” di Dio

di Giancarla Codrignani *

      • Nella navata in penombra, passi in punta di piedi. Cercano Cose nascoste ai dotti e ai sapienti ma vuoto è il Sepolcro del sacro. E là fuori, oltre il sagrato un venticello leggero soffia sulla vita e le dà la parola. Parole di donna, parole di uomo, Parola di Dio.

      • Commenti al Vangelo di chi è ‘svestito’: senza paramenti, dottrina e gerarchie, ma non per questo ‘senza Dio’.

      • ANNO B 2 agosto 2015
        -  XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
        -  Es 16,2-4.12-15 - Sal 77 - Ef 4,17.20-24 - Gv 6,24-35

L’ombra di tristezza che vela il volto del Signore da quando ha preso la determinazione di seguire fino in fondo la sua vocazione morde di amaro anche lui, che ha condiviso tutto dell’umano, nel profondo dell’io: la gente non lo ha capito e vuole farlo re perché ha dato loro da mangiare e spera che possegga la bacchetta magica per dargliene sempre.

Era stato proprio con il non-miracolo dei pani che Gesù sperava di essersi fatto capire: il problema era dentro chi gli andava dietro e doveva essere risolto con lo sforzo di capire perché il rapporto con qualunque potere mondano era lontano da lui, perfino fisicamente. Invece lo stavano mettendo in pericolo.

Era la stessa gente che avrebbe di lì a poco scelto Barabba, e che poi avrebbe sempre eletto qualunque Pifferaio o qualunque blogger avesse promesso soldi e successo.

Questa gente nemmeno la Bibbia se la leggeva con la propria testa: se la faceva raccontare da Radio Maria e imparava che gli israeliti rumoreggiavano contro Mosè e Aronne perché li avevano portati alla fame nel deserto mentre in Egitto tutti sarebbero stati contenti con le pentole piene.

Questi sulle barche credono che sia la stessa cosa e chiedono che, se è il Profeta, Gesù si comporti come Mosè, che aveva promesso il pane e dato la manna. Invece il Signore li invita a leggere ragionevolmente la "Parola di Dio": non è Mosè che agisce come un dio e si inventa la manna, ma il Padre che ha cura di tutti.

Un lago intero di inconsapevolezza divide questo pezzo del popolo di Dio da Gesù: «Voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane...».

Il Paolo della seconda lettura, invece, è uno che ha capito e solleciterà gli Efesini, anch’essi simili ai pagani per gli stessi "vani pensieri": il cristiano autentico sa di dover abbandonare l’uomo vecchio che non riconosce più il senso della vita; se si rinnova "nello spirito della mente", diventa l’uomo nuovo, quello creato secondo il criterio di Dio, per la giustizia e la vera santità.

Per un momento anche sulle barche c’era stato un sussulto di verità: «Signore, dacci sempre il pane di cui parli... ». Ma ugualmente nessuno capiva che il pane della vita era lui stesso: quando se ne resero conto, molti si scandalizzarono e si tirarono indietro.

Oggi molti che vogliono dirsi cristiani non si chiedono il senso delle loro pie pratiche. Se se lo chiedessero onestamente, o si ritirerebbero o riconoscerebbero di essere uomini (e donne) "vecchi": non per l’età, ma per ignoranza, per ipocrisia, per falsa ricerca di sicurezza.

Molti, poi, che si sono fatti carico dei ministeri e del culto e ritengono di dover cristianizzare il mondo, convertirlo, battezzarlo, continuano a consacrare un pane e un vino che, "per definizione", sono il corpo e il sangue del Signore, stupiti dell’abbandono delle chiese.

Ancora una volta si deve tornare al Concilio Vaticano II e alla Pacem in Terris: Gesù parlava dei "segni" che la gente non aveva saputo vedere. Giovanni XXIII ha indicato altri "segni dei tempi" per chi, 50 anni fa, voleva essere uomo (o donna) "nuovo": l’ascesa economico- sociale delle classi lavoratrici, l’ingresso della donna nella vita pubblica.

L’umanità "secondo il criterio di Dio" ha bisogno di segni che propizino il suo cammino: oggi ne sono nati altri, ancora sospetti per l’autorità ecclesiastica che, purtroppo, determina regole all’accoglienza eucaristica e non riconosce la libertà della ricerca scientifica e tanto meno di quella teologica.

Sono "segni" che ormai hanno evidenza sufficiente: la libertà religiosa, le donne che consacrano, l’accoglienza dei fratelli omosessuali, i diritti dei bambini, la nonviolenza...

Il Signore, come diceva p. Turoldo, non sta al di là delle nubi, ma al di là delle forme, come in quel pane che riceviamo: è andato oltre, verso le cose a venire... Parla un linguaggio duro, poco comprensibile non solo a quelli sulle barche, ma ai discepoli stessi, ignari della tristezza di Gesù, che inquieta gli animi: «Volete andarvene anche voi?».

* Saggista, già parlamentare della Sinistra Indipendente. Questa omelia è già stata pubblicata su Adista Notizie n. 26/12

-  ADISTA Notizie, 11 LUGLIO 2015, Anno XLIX, n. 6282


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