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VICO CON NEWTON: "NON INVENTO IPOTESI"! E CON SHAFTESBURY, CON LA "TAVOLA DELLE COSE CIVILI"!

VICO, PENSATORE EUROPEO. Teoria e pratica della "Scienza Nuova". Note per una rilettura (pdf, scaricabile) - di Federico La Sala

(...) al di là della contrapposizione della storia sacra e profana, rivelata e ragionata, e al di là dello “stato di minorità” - senza cadute in uno stato di super-io-rità!
sabato 6 gennaio 2024
C’era un lord in Lucania.... *
Se pochi filosofi e letterati sanno dell’omaggio di Ugo Foscolo al filosofo delle “nozze e tribunali ed are” (“Dei sepolcri”, v. 91), moltissimi “addottrinati” ignorano ancora e del tutto che Vico per circa nove anni decisivi per la sua vita ha abitato a Vatolla, nell’antica Lucania (in particolare, nell’attuale Cilento, a poca distanza dall’antica Elea-Velia, Ascea, Paestum, Palinuro, Agropoli) e, al contempo, che James (...)

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> RILEGGERE VICO. --- Il pensiero di Vico restituito dal manoscritto (di Armando Torno)

sabato 8 febbraio 2014

Il pensiero di Vico restituito dal manoscritto

di Armando Torno (Corriere della Sera, 07.02.2014)

La nuova edizione critica delle opere di Giambattista Vico era in corso dal 1982 presso Guida di Napoli. Da poco è passata alle Edizioni di Storia e Letteratura. Questa benemerita editrice ha riproposto i volumi già usciti e ha avviato la pubblicazione dei nuovi. A cura di Paolo Cristofolini e Manuela Sanna vede la luce La scienza nuova, 1744 (pp. 376, e 52; presentazione di Fulvio Tessitore). 


Vico pubblicò la celebre opera in prima edizione nel 1725, ne seguì una seconda, rivista, nel 1730 (il testo critico di essa, con i medesimi curatori, uscì nel 2004 da Guida e ora è nelle Edizioni di Storia e Letteratura) e, infine, con ulteriori modifiche apparve l’ultima nel 1744. Quella che Cristofolini e Sanna definiscono «il momento culminante nell’attività di pensatore di Giambattista Vico». Il lavoro si può così riassumere: i curatori hanno collezionato il manoscritto autografo dell’opera (conservato alla Biblioteca Nazionale di Napoli) con l’editio princeps del 1744, uscita nella città partenopea dalla Stamperia Muziana «a spese di Gaetano e Steffano Elia».

La necessità di riprendere il manoscritto per qualche emendamento risale a Fausto Nicolini, che un secolo fa pubblicava nella compianta collana degli «Scrittori d’Italia» di Laterza un’edizione delle opere di Vico. Ma soprattutto, ricordano Cristofolini e Sanna, «sono già stati resi pubblici risultati di perizie ecdotiche più puntuali e circoscritte che dal testo fornito dal Nicolini hanno preso le distanze e hanno formulato nuove letture». D’altra parte, la stampa del 1744 offre qualche passo «di scarsa attendibilità».


I curatori dunque, partendo dal manoscritto considerato testimone fondamentale, hanno tenuto poi conto delle edizioni ottocentesche di Giuseppe Ferrari, di quella del Nicolini (che è stata la base per quasi tutte le novecentesche) nonché del lavoro di Andrea Battistini (curò una scelta di opere di Vico per i «Meridiani» Mondadori nel 1992).


Il risultato è questa nuova edizione con varianti a piè di pagina. Un testo più sicuro dei precedenti, che si avvale di oltre due secoli di ricerche e consente di ritrovare un’opera che Adorno consigliava di leggere e rileggere. In essa Vico espone una scienza umana a fondamento delle cui certezze pose la possibilità di considerare il «fatto», vale a dire quanto si compie o si produce, come «vero». Avviava in tal modo una polemica notevole con il razionalismo scientifico e metafisico di René Descartes. Filosofo che egli amava tradurre con la locuzione «Renato delle Carte»


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