Nadia Urbinati, docente: la disputa è diventata troppo ideologica
“Niente soldi pubblici ai privati, Bagnasco sbaglia a radicalizzare”
“Si tratta di una scelta politica: se la scuola pubblica è una priorità i finanziamenti si trovano. I diritti costano”
di Valerio Varesi (la Repubblica, 23.05.2013)
BOLOGNA - «I soldi pubblici devono andare alla scuola pubblica che è la scuola di tutti» spiega Nadia Urbinati, docente di Scienze politiche alla Columbia university.
Il principio è chiaro, ma non pensa che la contin genza possa autorizzare l’integrazione con gli istituti privati?
«Si tratta di una scelta politica: se la scuola pubblica è una priorità i finanziamenti si trovano. La Francia, pur in crisi, ha continuato a investire sulla scuola pubblica anche con Sarkozy. Il diritto all’istruzione è costoso, tutti i diritti lo sono e se li mettiamo in discussione cedendo all’emergenza economica, allora dovremmo negare anche molti altri diritti. Quella di finanziare la scuola privata è una scelta politica che si maschera dietro una necessità economica».
Ma il Comune di Bologna cosa dovrebbe fare se non riesce a garantire i posti per tutti nella scuola d’infanzia?
«Per esempio rinegoziare con lo Stato la presenza delle materne statali che è largamente insufficiente al contrario dell’offerta comunale. Lo si inviti a sopperire non a scaricare le responsabilità sugli enti locali».
Che ruolo attribuisce alle scuole private?
«Le private sono tali fino a quando non sono finanziate dallo Stato. Dal momento in cui ricevono dei soldi dal pubblico, quest’ultimo impone delle regole che contraddicono il principio del privato libero».
Crede che ci sia troppo scontro ideologico e poco nel merito?
«Sì, la disputa è stata troppo ideologica. L’intervento del cardinal Bagnasco ha radicalizzato il contendere in una disputa tra chi sta con la Chiesa e chi coi castigatori delle scuole cattoliche»