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SCIENZE ED EREDITA’ CULTURALE ...

L’EPOCA D’ORO DELLA SCIENZA ARABA. Prima di Galileo e Newton la rivoluzione dimenticata. Intervista al prof. Jimal­ Khalili di Gabriele Beccaria

Mentre l’Occidente languiva nella povertà, oltre che in una tremenda ignoranza, la civiltà scintillava in Medio Oriente e in Asia. Merito degli Omayyadi e degli Abbasidi e della fetta di mondo che plasmarono. Un melting pot che avrebbe unito popoli e culture dalla Spagna all’India.
mercoledì 2 ottobre 2013 di Federico La Sala
“Prima di Galileo e Newton la rivoluzione dimenticata”
Non solo matematica ma astronomia e geografia:
“La scienza araba cambiò il mondo”
di Gabriele Beccaria (La Stampa/TuttoScienze, 02.10.13)
Jimal­ Khalili: È PROFESSORE DI FISICA TEORICA ALL’UNIVERSITÀ DEL SURREY (GRAN BRETAGNA)
IL LIBRO : «LA CASA DELLA SAGGEZZA. L’EPOCA D’ORO DELLA SCIENZA ARABA», BOLLATI BORINGHIERI
Molti manoscritti sono perduti, così come gli imperi che li custodivano si sono sbriciolati. (...)

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> L’EPOCA D’ORO DELLA SCIENZA ARABA. -- La memoria corta genera ignoranza, presunzione e ingiustizia. Se fossi un docente di scuola dedicherei un tempo adeguato a ricordare la grande scuola dei traduttori nella Toledo medievale (Carlo Sini).

giovedì 4 ottobre 2018

Cultura, logos e traduzione

L’occidente è una parola scritta

di Carlo Sini (Corriere della Sera, 04.10.2018)

      • Domani a Milano (ore 18.30, Villa Necchi Campiglio) viene presentato il Premio internazionale di letteratura araba «Sheikh Zayed Book Award». Intervengono Ali Bin Tamim, presidente del Premio, Abdulla Majed Al-ali, Samer Abou Hawwach, Paolo Spinicci, Alessandro Zaccuri e Marco Zapparoli, di Marcos y Marcos, presidente degli editori indipendenti italiani. Modera Paolo Gualandris. Il filosofo Carlo Sini terrà una «lectio minimalis» che anticipiamo.

La memoria corta genera ignoranza, presunzione e ingiustizia. Se fossi un docente di scuola dedicherei un tempo adeguato a ricordare la grande scuola dei traduttori nella Toledo medievale e poi a Siviglia e a Murcia (non so quanto oggi lo si faccia): senza di loro tutto il nostro sapere e la nostra cultura «occidentale», di cui giustamente siamo fieri e che sta diventando sempre più planetaria, non ci sarebbero.

La premessa storica è il periodo d’oro della conquista araba della Spagna, accompagnata da una grande quantità di manoscritti. Quando i re cristiani si impadronirono di quelle terre, cacciando gli arabi (in realtà la situazione si ribaltò più di una volta), quei preziosi manoscritti ispirarono la grande impresa della loro traduzione in latino, consegnando un po’ alla volta a tutte le scuole d’Europa trattati preziosissimi di filosofia, di teologia, di astronomia, di scienza, di matematica e con essi una parte cospicua della cultura greca sino ad allora perduta o dimenticata in Occidente. Senza questi lavori la grande rivoluzione della Scolastica in Europa, patrocinata anzitutto da Tommaso d’Aquino, non sarebbe stata possibile.

La cosa ancora oggi straordinaria e degna di molta riflessione fu il progetto di far convivere in armonia studiosi arabi, cristiani ed ebrei: progetto che consentì quella fiorente scuola di traduttori che Alfonso X re di Castiglia e di Leon particolarmente protesse e potenziò, ispirando anche traduzioni dal latino al castigliano.

L’Occidente, in conclusione, è l’invenzione e l’uso della parola scritta, invenzione resa nel tempo universale dalla cultura greca. Come ogni pratica, anche la scrittura si accompagna a forme di vita e a istituti diversi, ma essa è e rimane il cuore della nostra cultura, greca, araba, romana, cristiana ed ebraica: ignorarlo o trascurarlo è un delitto contro la civiltà e un suicidio intellettuale.


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