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L’ULTIMO MESSAGGIO DELL’ECUMENISMO RINASCIMENTALE E LA QUESTIONE ANTROPOLOGICA, OGGI...

LE SIBILLE E VICO: L’ONDA LUNGA DEL RINASCIMENTO. RELAZIONE DEL PROF. GIUSEPPE CACCIATORE (UNIVERSITA’ DI NAPOLI) SUL LAVORO DI FEDERICO LA SALA

CONTURSI TERME, 12 AGOSTO 2013: PRESENTAZIONE DEL LIBRO "DELLA TERRA, IL BRILLANTE COLORE".
sabato 7 dicembre 2013
Il “luogo d’inizio” di questo libro* di Federico La Sala (filosofo originario di Contursi e docente per oltre un ventennio in un liceo milanese) è la piccola chiesa di S. Maria del Carmine a Contursi. Qui sono stati riportati alla luce alcuni affreschi che raffigurano le sibille, profetesse annuncianti, già in era pagana, l’avvento del Cristo. E’ da questo spunto che s’origina e si articola il discorso antropologico, storico-religioso e filosofico di La Sala.
Sullo stile di (...)

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> LE SIBILLE E VICO: L’ONDA LUNGA DEL RINASCIMENTO. --- IL TEMPO E LE IDEE. La Costituzione non resti sulla carta - ha bisogno di guardiani (di Giuseppe Caciatore)

mercoledì 15 maggio 2019

IL TEMPO E LE IDEE

La Costituzione non resti sulla carta

Il paragone tra il fascismo mussoliniano e il nazionalismo sovranista di Salvini è certamente, dal punto di vista storico e politico, improprio, ma i presidi democratici hanno bisogno mai come oggi di "guardiani", alla luce dell’attacco costante, in nome di una insistita e rozza idea di sicurezza, del ministro degli Interni

di Giuseppe Cacciatore (Salerno-Sera, 14 Maggio 2019)

Continuo a pensare che il paragone tra il fascismo mussoliniano e il nazionalismo sovranista di Salvini sia, dal punto di vista storico e politico, improprio. Su che cosa baso questa mia convinzione? Sul fatto che, malgrado i tentativi, alcuni dei quali fortunatamente non riusciti, di deturpare o radicalmente modificare i pilastri fondamentali della nostra Costituzione, questa rimane, insieme al Presidente della Repubblica, alla Corte Costituzionale, al Consiglio Superiore della Magistratura, ad una forte ed autonoma presenza dei sindacati confederali e a un sempre più crescente movimento di opinione pubblica e di autonomi movimenti di protesta contro le organizzazioni neofasciste e i partiti che ne favoriscono e proteggono le attività, una ancora solida barriera protettiva per la nostra democrazia. Non sfugge però una preoccupazione.

Fin quando reggerà questa opposizione democratica e civile e fin quando sarà possibile resistere a una cancellazione, fatta pezzo dopo pezzo, del nostro ordinamento democratico-costituzionale? Faccio solo qualche esempio: la riforma elettorale (di gran lunga peggiore della legge Acerbo che consegnò il Parlamento al partito di Mussolini) voluta fortemente dal PD e da Renzi e che ha consegnato come effetto boomerang la maggioranza ai partiti populisti e sovranisti; la legge Minniti che elimina dall’iter processuale contro i migranti il secondo grado di giudizio; la riforma della cosiddetta autonomia differenziata delle Regioni che è in aperta violazione degli articoli della Costituzione che garantiscono l’unità nazionale e la paritaria utilizzazione delle entrate fiscali. E adesso arriva il cosiddetto decreto sicurezza bis, che Salvini minaccia di portare subito all’approvazione del Consiglio dei ministri, malgrado l’opposizione dei grillini e le perplessità di Conte. Altre forzature e attacchi al principio di legalità da parte del ministro Salvini con l’annunciato nuovo decreto sicurezza

Basta dare un rapido sguardo ai contenuti del decreto per capire che si tratta di un attacco inaudito, incostituzionale e persino in netta collisione con le norme del codice penale. La solidarietà verso i migranti e le loro drammatiche peripezie diventa reato punibile con la somma che va dai 3.500 ai 5.500 euro per ogni essere umano che abbia trovato accoglienza e rifugio sulle navi alle quali, se italiane, verrà sospesa o revocata la licenza. Il decreto, con atto tipico di prepotenza dittatoriale, toglie al Ministero dei Trasporti la competenza sulla limitazione o sulla chiusura delle acque territoriali a tutte le navi che hanno migranti a bordo. E non è finita: vengono trasferite alle Direzioni distrettuali antimafia le competenze sulle inchieste per associazione a delinquere e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Vi è poi l’aspetto ancora più inquietante: l’abolizione delle attenuanti per chiunque si opponga a un pubblico ufficiale e si introducono pene più pesanti per chi commette reati di resistenza e oltraggio alle cosiddette forze dell’ordine. Guai poi a chi si illude che possano ancora svolgersi manifestazioni e cortei, giacché si prevedono condanne sino a 4 anni non solo per i violenti saccheggiatori di macchine e vetrine (com’è giusto che sia) ma anche per quelli che si oppongono alla polizia con oggetti di protezione passiva. Mi pare del tutto evidente che la manovra del ministro degli interni sia tutta volta ad accrescere il consenso elettorale in vista del voto europeo e in previsione di una più che probabile crisi di governo all’indomani delle elezioni. Ho detto all’inizio che il paragone col fascismo è storicamente improprio e ne ho spiegato la ragione primaria: l’esistenza di una carta costituzionale democratica e garantista verso i deboli, gli esuli, gli immigrati, i senza lavoro.

Ma la Costituzione non può restare sulla carta o come libro sul quale ritualmente si giura nei tribunali. Essa ha bisogno di guardiani: dalle supreme cariche dello Stato alle forze politiche sinceramente democratiche, dalle organizzazioni dei lavoratori ai movimenti studenteschi, dalle donne in lotta contro la violenza ai movimenti in difesa dell’ambiente, da tutti coloro, infine, che non hanno dimenticato cosa sia il valore della solidarietà umana. Il fascismo vinse con la violenza omicida e la sopraffazione, ma anche grazie alla complicità di un re fellone che doveva essere il garante dello Statuto e alla debolezza dei partiti democratici e socialisti, intenti più a litigare tra loro che a trovare la forza e l’unità di opporsi alle camicie nere.


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