La mia battaglia non è finita Oggi sarò a Ponte Galeria
di Khalid Chaouki, Deputato Pd (La Stampa, 27 dicembre 2013)
Quelle donne e quegli uomini del Cie di Lampedusa meritavano un gesto, un’azione, una presa di posizione. Per questo ho trascorsi gli ultimi giorni in loro compagnia dentro il Cie: se avessi ripreso subito l’aereo per Palermo la mia sarebbe stata solo l’ennesima voce, l’ennesima protesta contro un sistema di sicurezza fallimentare.
Ora che sono uscito, il telefono ritorna a squillare. Sono i reclusi del Cie di Ponte Galeria che non so come hanno avuto il mio numero di cellulare. Mi chiedono un incontro urgente, vogliono parlarmi. Alle due di pomeriggio sarò da loro. Spero che si volti pagina. Possiamo e dobbiamo ridare dignità al nostro Paese. Ritornare ad essere orgogliosi della consolidata tradizione di accoglienza che l’Italia ha mostrato nei secoli. Insieme al grandioso esempio di Papa Francesco possiamo finalmente passare dalle parole ai fatti. Io ci credo.
Devo ringraziare quanti, al Ministero dell’Interno, a partire dal vice ministro Bubbico, hanno saputo rispondere con concretezza alle mie richieste, alle nostre richieste, perché è anche grazie a loro se la mia protesta ha portato dei risultati. La mattina del 24 dicembre circa 200 migranti sono stati trasferiti in altri centri, più dignitosi, a Roma e a Palermo. Restano nel centro 17 tra siriani ed eritrei. Ho trascorso la mia ultima notte lì con loro, poi in una sorta di staffetta ora sono affidati alle cure qualificate 24 ore su 24 da parte di medici e psicologi della Croce Rossa.
La mia è stata e continua ad essere una battaglia contro la vergogna e a favore della legalità e dei diritti umani. Perché l’accoglienza torni ad riacquistare la sua dignità e non vi siano mai più questi Cie. Luoghi indegni, zone franche dove il diritto viene sospeso.