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STORIA E STORIOGRAFIA. VITA E FILOSOFIA...

LA TAVOLA DI VICO, LA TAVOLA DI CEBETE, E LE VERITA’ DI BENEDETTO CROCE SCOPERTE A LONDRA. Una nota - di Federico La Sala

Nel 1924, Croce è a Londra: alla “Modern Humanities Research Association” di Cambridge tiene la sua prolusione (...) Il titolo e il tema è “Shaftesbury in Italia”, vale a dire sul soggiorno di Lord Shaftesbury a Napoli (...)
venerdì 7 febbraio 2014
Qui prosegue il lavoro di “rilettura” dell’opera di Vico, iniziato da alcuni anni e nato da ipotesi di lavoro già accennate in alcuni lavori precedenti: in particolare, in La mente accogliente. Tracce per una svolta antropologica (Antonio Pellicani editore, Roma, 1991) e in Della terra, il brillante colore, Prefazione di Fulvio Papi (Edizioni Nuove Scritture, Abbiategrasso-Milano, 2013).

Quale Cebete Tebano fece (...)

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> LA TAVOLA DI VICO, LA TAVOLA DI CEBETE, E --- Una nota sui "Discorsi morali su la Tavola di Cebete tebano" di Agostno Mascardi (di E. Bellini).

sabato 16 gennaio 2021

Una nota sui "Discorsi morali su la Tavola di Cebete tebano" di MASCARDI, Agostino *

"MASCARDI, Agostino [...] Nel 1627 videro la luce a Venezia, con dedica a Maurizio di Savoia, i Discorsi morali su la Tavola di Cebete tebano, compimento del lavoro di lettura dal M. svolto presso l’Accademia degli Addormentati durante l’esilio genovese del 1621-23.

L’opera, divisa in quattro parti per complessivi 35 discorsi, si configura come commento all’operetta greca, latinamente indicata come Cebetis Tabula e risalente al I o II secolo d.C., che ebbe ampia fortuna almeno fino a Vico. La Cebetis Tabula è un dialogo filosofico-morale con forti venature stoiche, ma che include sincreticamente anche dottrine socratico-ciniche e neoplatoniche, in cui vengono illustrate le immagini dipinte in un quadro votivo nel quale, attraverso complesse allegorie, si allude al cammino dell’uomo che progressivamente si lascia alle spalle l’ignoranza e i vizi fino a raggiungere con fatica la vera sapienza.
-  I Discorsi morali non si limitano tuttavia all’esegesi puntuale e fedele delle dottrine contenute nella Tabula, ma, affiancando con brillante eclettismo alle voci dei filosofi e dei poeti antichi (Platone, Aristotele, Seneca, Plutarco, Massimo Tirio, Omero, Virgilio) quelle dei moderni (G. Lipsio, Dante, Petrarca, Ariosto, Tasso), riflettono sui grandi temi dell’esistenza umana: la difficoltà di distinguere il bene dal male, il suadente richiamo dei piaceri, l’instabilità della fortuna, i vizi e i pericoli che si accompagnano alla sorte favorevole, le insidie dell’adulazione, la funzione positiva del pentimento e del rimorso, l’inganno delle false scienze inutili al raggiungimento della vera virtù, l’asprezza della via che conduce alla conquista della vera sapienza.
-  Oltre alla difesa dell’utilità morale e della forza persuasiva delle favole antiche (I, 3), che si pone in controtendenza rispetto ad ampie zone della cultura postridentina, generalmente sospettosa verso la mitologia, notevole appare l’intera Parte terza, dove, in aperto contrasto con quanto affermato dalla Tabula, il M. sostiene l’importanza delle arti liberali e delle discipline scientifiche, da Cebete considerate non altro che vana erudizione, nel percorso di perfezionamento dell’uomo, opponendo così il proprio netto rifiuto a un modello etico svincolato dai valori umanistici.
-  Di singolare rilievo le pagine dedicate alla filologia (Della critica, III, 8, pp. 309-325), nelle quali il M., a dimostrazione di una viva curiosità intellettuale, trova modo di ricordare il Don Chisciotte di Cervantes (p. 315) e individua con gusto sicuro nel giovane G.L. Bernini lo scultore più creativo della sua generazione (pp. 320 s.). Un ritratto grafico del M., databile intorno al 1630 e attribuibile alla mano di Bernini, è conservato a Parigi presso l’École des beaux-arts (Bellini, 2003, pp. 404-415). [...]" (cfr. Eralbo Bellini, cit.).

* Testo: Discorsi morali, Agostino Mascardi, su la Travola di Cebete Tebano.

** Sul tema, cfr. l’Introduzione di S. Benedetti, al suo Itinerari di Cebete. Tradizione e ricezione della «Tabula» in Italia dal XV al XVIII sec., Introduzione, Roma 2001, pp. 323-384

FLS


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