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STORIA D’ITALIA. INTELLETTUALI E SOCIETA’....

VICO, LA «SCUOLA» DEL GENOVESI, E IL FILO SPEZZATO DEL SETTECENTO RIFORMATORE. Una ’Introduzione’ di Franco Venturi, tutta da rileggere - a c. di Federico La Sala

Riformatori Napoletani. Giambattista Vico (...) con Hume, Robertson, Boulanger, Chastellux e Voltaire, fu il loro grande maestro (...)
martedì 25 marzo 2014
[...] l’obiettivo essenziale della polemica riformatrice? Se dovessimo ragionare secondo i vecchi schemi della storiografia filosofica dovremmo dire che di fronte a simile problema la «scuola» di Genovesi si divise, si scisse, e diede luogo ad una sinistra e a una destra. Potremmo facilmente dimostrare come l’insegnamento del maestro fosse raccolto in due diverse correnti, nello stesso tempo unite e discordi. Da una parte la corrente più utopistica e feconda insieme, composta da (...)

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> VICO, LA «SCUOLA» DEL GENOVESI, E IL FILO SPEZZATO DEL SETTECENTO RIFORMATORE. --- La camorra è parte integrante della società napoletana. Roberti: corruzione mai combattuta in Italia (di Nicola Barone)

mercoledì 16 settembre 2015

Roberti: corruzione mai combattuta in Italia

di Nicola Barone (Il Sole-24 Ore, 16 settembre 2015)

Mai combattuta la corruzione in Italia? «Mai». Così il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Franco Roberti davanti alla commissione parlamentare Antimafia. Per molte ragioni non ultima il fatto che «i corrotti sono sempre stati visti come dei furbi, gente che ci sa fare e che va negli uffici comunali con gli assegni in bocca per ottenere le licenze».

Nel ragionamento di Roberti si affaccia lo stesso discorso che vale per gli evasori fiscali. «Ma corruzione ed evasione fiscale sono il sostrato della criminalità organizzata. Come prova anche l’inchiesta su Mafia Capitale, la corruzione si è associata all’intimidazione, certo non l’ha sostituita: ma non si può in nessun caso negare che le mafie siano un elemento costitutivo delle società da cui hanno avuto origine, all’interno delle quali si sono affermate e da dove si sono propagate anche fuori d’Italia e fuori d’Europa proprio per effetto della vulnerabilità del sistema economico finanziario e delle istituzioni».

La camorra è parte integrante della società napoletana

«Alcuni anni fa, durante un’audizione davanti alla commissione Antimafia presieduta da Forgione, dissi che la camorra era un elemento costitutivo della società napoletana. Intendevo dire, e la realtà da allora non è cambiata, che la camorra è parte integrante della società napoletana e un problema economico e politico oltre che criminale». In apertura della sua audizione il procuratore nazionale mostra di condividere la sortita, assai discussa, della presidente Rosy Bindi.

«Basta con i negazionismi ipocriti, subdoli e paralizzanti - ha premesso Roberti - che contrappongono a questa evidenza una visione di Napoli come paradiso terrestre e un atteggiamento di tipo consolatorio. Esiste una Napoli virtuosa e onesta ma anche una Napoli camorrista e plebea che convive con l’altra, si alimenta delle diseguaglianze economiche, fa affari con i ricchi senza scrupoli e recluta nelle aree della povertà, dell’emarginazione e della disperazione».

A Napoli - ha proseguito il procuratore nazionale Antimafia - «la camorra domina ancora larga parte del territorio: guardare in faccia la realtà è la precondizione necessaria per articolare un’attività strutturale di contrasto che risulti davvero efficace.

Questo vale anche per la mafia e per la ’ndrangheta: «Negare che le mafie siano una componente organica della società significa negare l’evidenza ma è necessario anche prevedere tutta una serie di interventi per favorire sul piano economico e sociale il recupero di questi territori. Come intervento giudiziario di più non si può fare, anzi dobbiamo fare attenzione a non indebolirlo come, inconsapevolmente e in perfetta buona fede, si sta invece rischiando di fare in questi giorni con alcune modifiche al Codice penale».


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