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venerdì 28 marzo 2014
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> REGGIO CALABRIA - ’Ndrangheta: scoperta cupola in grado di pianificare i destini politici ed economici non solo della Calabria..-

venerdì 15 luglio 2016

’Ndrangheta: scoperta cupola segreta in Calabria, chiesto l’arresto del senatore Caridi

Gli ’invisibili’ infiltrati nella politica: in manette anche Alberto Sarra, uomo di fiducia di Scopelliti. Ma ci sono pure Alemanno e Gasparri fra gli uomini con cui i vertici della criminalità erano direttamente o indirettamente in contatto

di ALESSIA CANDITO (la Repubblica, 15 luglio 2016)

REGGIO CALABRIA - Una cupola in grado di pianificare i destini politici ed economici non solo della Calabria. E’ quella scoperta dal pm Giuseppe Lombardo della Dda di Reggio Calabria, che ha diretto l’indagine del Ros dei carabinieri in grado di svelare un nuovo, più importante e più pervasivo livello della ’ndrangheta. È sconosciuto ai più, invisibile, come gli uomini che è in grado di forgiare e usare per realizzare il suo programma eversivo.

Strumenti per infettare le istituzioni nelle mani dell’èlite dei clan, come l’ex sottosegretario regionale Alberto Sarra, e il senatore Antonio Caridi. Il primo è finito in manette questa notte, insieme al funzionario regionale Francesco Chirico, mentre per Caridi (Gal) si attende l’autorizzazione della Camera di appartenenza.

Per i magistrati, con diversi ruoli e compiti sono tutti uomini di cui questa nuova struttura della ’ndrangheta si è servita per governare la Calabria e in parte anche il Paese. È la "mammasantissima" o "santa" ed è il luogo in cui la ’ndrangheta si mostra nella sua essenza più pura, il potere. Una cupola - così la definiscono i magistrati - che non agisce mai in via diretta, ma solo tramite i suoi insospettabili uomini, i cosiddetti "riservati".

E sono stati proprio riservati come Sarra o Caridi, o gli uomini che a loro volta per conto della cupola controllavano, a mettere direttamente l’élite delle ’ndrine reggine con politici del calibro dell’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno e dell’attuale vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri. Il vice-presidente del Senato ed ex capogruppo del Pdl smentisce, e precisa che con questa cricca non ha mai avuto nulla a che fare. Eppure il suo nome viene fuori in una delle conversazioni intercettate fra Paolo Romeo e Alberto Sarra.
-  I magistrati li ascoltano mentre mettono a punto la strategia per prendersi la Provincia di Reggio Calabria e piazzare i loro uomini. "Allora - ricapitola Romeo - il discorso nostro quale deve essere? che noi dobbiamo tentare l’equilibrio interno di AN, cioè che tu ti prendi il ruolo alla Regione, con la prospettiva, a rimpasto, di fare l’assessore regionale ... subito ... senza ... perché Peppino ha già posto il problema ... e ... a Gasparri che la provincia di Reggio non può restare senza assessore ... gliel’ho detto ... lui, Peppino, già a Gasparri gli ha detto: "che non ti sogni ... incomprensibile ... vedi che io a Reggio ho bisogno assessore regionale"". Peppino è l’ex sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Scopelliti, oggi indagato e perquisito perché considerato creatura della cupola, per conto della quale è stato eletto prima ed è cresciuto politicamente poi. La conversazione intercettata invece altro non è che un metodo standard usato dalla parte più riservata della ’ndrangheta reggina per governare concretamente la Calabria e non solo.

Quella smascherata dal pm Giuseppe Lombardo e dai Ros è la struttura in grado di decidere nomi e volti di chi è chiamato a governare, in Calabria e come a Roma, ma anche di determinare e orientare i grandi flussi economici dei finanziamenti pubblici e acquisire informazioni riservate, provenienti da apparati informativi ed istituzionali, in cui infiltravano i loro uomini. Avevano contatti con Cosa Nostra, Camorra e Sacra Corona Unita e insieme definivano strategie, ma questo - dice il procuratore capo Federico Cafiero de Raho - "sarà oggetto di altra indagine". Un centro di potere, invisibile ai più, che ha sempre indirizzato la ’ndrangheta militare, per decenni guidata da una componente di cui non ha mai neanche sospettato l’esistenza.

Neanche i magistrati, come commentava soddisfatto il funzionario regionale Chirico "Sapevano dell’Australia, dell’America... che c’erano varie cose, le sanno queste cose ormai... ...(inc.)... questa, l’ultima operazione del Rono (Reparto operativo del nucleo operativo), che sapevano i cazzi di tutti... e i cazzi ...(inc.).... però c’è un’altra cosa ancora che non la sanno nemmeno loro... qua a Reggio contano i... i Segreti". Che adesso sono stati scoperti.

Ed è proprio su questa struttura occulta che la ’ndrangheta ha costruito la propria forza. "È la mafia più potente d’Italia", per il generale Giuseppe Governale, comandante del Ros, "in grado di attentare alla democrazia" perché capace di infiltrare le istituzioni con uomini selezionati e forgiati per favorire la ’ndrangheta. Quali fossero, dove dovessero essere collocati e cosa dovessero fare lo hanno deciso per decenni gli avvocati Paolo Romeo e Giorgio De Stefano, fin dagli anni Settanta veri registi delle più raffinate strategie criminali dei clan. Entrambi condannati definitivamente per concorso esterno negli anni Novanta, di recente sono stati riarrestati in due diverse operazioni per estorsione, ma solo con il provvedimento di cui oggi sono stati destinatari è possibile capire pienamente il loro ruolo.

Sono loro che hanno scelto, preparato e indirizzato uomini come l’ex sottosegretario regionale Sarra, e il senatore Caridi. E tramite loro, hanno condizionato tutti gli appuntamenti elettorali dal 2001 al 2010, amministrativi o politici che fossero. Sono stati gli invisibili a scegliere l’ex sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Scopelliti, per gestire la città e al contempo spedire Sarra in Regione da assessore, al posto del neo primo cittadino. Nello stesso anno, hanno portato sullo scranno più alto della provincia Pietro Fuda, per poi lavorare all’elezione dell’allora assessore regionale Umberto Pirilli al Parlamento europeo. Una manovra scientifica e progressiva, destinata - spiegano i magistrati - a coprire tutte le caselle di governo locale, da inondare di fondi diligentemente procurati a Bruxelles dal loro candidato.

In tanti però hanno beneficiato dei loro servigi e dei loro pacchetti di voti nelle diverse tornate elettorali. Si tratta di Demetro Strati del Cdc, di Leandro Savio della lista civica Alleanza per Scopelliti, di Massimo Labate, Paolo Gatto, Beniamino Scarfone e , per An, di Francesco Germanò, di Seby Vecchio. Quest’ultimo, poliziotto prestato alla politica, finirà anche per diventare presidente del consiglio comunale. Avranno i voti degli invisibili ancheAlessandro Bruno Delfino (candidato alle elezioni comunali dell’anno 2007 nella lista CDC - Italiani nel mondo), mentre su loro ordine troveranno posto in lista candidati voluti dai singoli clan come Giuseppe Adolfo Alati, voluto dai Lampada di Milano.

Per ordine della direzione strategica della ’ndrangheta saranno anche create liste ad hoc, come "Noi Sud", in cui trovavano posto Sebastiano Giorgi, dell’omonimo clan, e il noto legale Antonio Managò, poi nominato sottosegretario regionale. Altri troveranno posti di sottogoverno come Felice Romeo, uomo di spicco della cosca Alvaro, catapultato al vertice dei forestali. Hanno scelto loro i posti dirigenziali in tutte le partecipate della città. Hanno governato, in silenzio, per decenni. Adesso però sono stati scoperti. "Questo - dice il generale Governale - è uno spartiacque. Chiunque voglia affrontare seriamente la lotta alla criminalità organizzata, da domani dovrà partire da qui.


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