VERSO IL VOTO
Moratti, l’attacco personale a Pisapia fa scattare la querela: "E’ killeraggio"
Confronto su Sky fra il primo cittadino di Milano e il suo sfidante. "E’ stato amnistiato per il furto di un’auto utilizzata per un pestaggio". La replica: "Risponderà di falso". La vicenda era già nota *
Il sindaco uscente di Milano, Letizia Moratti, che accusa Giuliano Pisapia di essere il responsabile del sequestro e del successivo pestaggio di un giovane. E il candidato sindaco del centrosinistra che replica puntando il dito su "un falso e una calunnia" e la querela per diffamazione aggravata. Si è concluso così, fra molte polemiche e con nessuna stretta di mano, la sfida televisiva tra i due principali protagonisti delle elezioni amministrative del 15 e 16 maggio.
E’ toccato alla Moratti prendere la parola per l’ultimo intervento del confronto televisivo in onda sugli schermi di Sky e moderato dal direttore Emilio Carelli. Con il sindaco uscente che ha rivendicato di essere una "moderata" per prendere le distanze dal candidato del centrosinistra: "Continueremo con una politica moderata, la mia è una formazione professionale moderata e la mia è una famiglia moderata". Poi l’attacco verso Pisapia, "giudicato dalla Corte d’assise - ha detto la Moratti - responsabile del furto di un veicolo usato per il sequestro e il pestaggio di un giovane. Poi è stato amnistiato". Una vicenda nota, peraltro, che era stato lo stesso Pisapia a rispolverare in campagna elettorale.
Le regole del programma hanno impedito a Pisapia di replicare. L’avvocato ha però mostrato tutta la propria indignazione nei confronti del sindaco uscente: "Questa cosa è vergognosa, è un falso e una calunnia". E così non c’è stata alcuna stretta di mano tra i due avversari in corsa per Palazzo Marino. "La Moratti ha detto il falso sapendo di dire il falso e di diffamarmi: cosi’ non si fa la campagna elettorale - ha commentato poi Pisapia fuori dagli studi di Sky - I milanesi capiranno che chi è bugiardo continuerà a esserlo come è stato in questi anni". E ancora: "Letizia Moratti ha fatto una cosa vergognosa strumentalizzando il fatto di essere l’ultima ad avere diritto di parola. Ha fatto dichiarazioni assolutamente false sul mio conto". Più tardi, in una conferenza stampa, Pisapia rincara la dose: "La Moratti ha messo in atto un killeraggio mediatico progettato a tavolino. La mia vita è trasparente e non ho mai commesso reati". E la Moratti risponde: "Io ho voluto solo indicare la diffrenza tra la mia storia personale che è quella di una persona moderata e quella di Pisapia che non ha un percorso politico moderato".
Carelli ha poi precisato di aver deciso di "inserire nel finale, per correttezza giornalistica, una mia precisazione da studio, ricordando che Pisapia è stato vittima di un errore giudiziario e la condanna in concorso morale per furto d’auto amnistiata in primo grado è diventata in appello un’assoluzione per non aver commesso il fatto". E Armando Spataro, il magistrato che nel 1977 rappresentava l’accusa nel processo contro Giuliano Pisapia, dà ragione al candidato del centrosinistra: "Trovo davvero strumentale e incredibile che si possa tirare fuori questa vicenda. Pisapia fu assolto in fase istruttoria sia dall’accusa di banda armata, sia per il furto del furgone", ha detto ai microfoni di Radio Capital.
Qualche ora dopo il confronto, l’ufficio stampa di Pisapia ha diffuso una nota. "E’ evidente che Letizia Moratti è disperata - si legge nel comunicato - Fidandosi di qualche manina sporca che fabbrica dossier ad arte è incappata in un clamoroso errore. Ha diffamato Pisapia alla fine della registrazione del confronto su Sky TG24, pensando di approfittare come in un agguato del diritto di parlare per ultima". Carte alla mano, Pisapia contesta l’accusa rivoltagli dall’avversaria: "Letizia Moratti ha accusato Pisapia di essere responsabile di un furto, citando una sentenza della Corte d’assise che dichiarava il reato estinto per amnistia. Nonostante l’amnistia Pisapia presentò appello, accolto. La terza Corte d’assise d’appello di Milano, presieduta dal dottor Luigi Maria Guicciardi, nel procedimento 76 del 1985 ha assolto Pisapia per non aver commesso il fatto".
Pisapia cita direttamente la sentenza nel passaggio: "In conclusione non vi è prova - né vi sono apprezzabili indizi - di una partecipazione del Pisapia, sia pure solo sotto il profilo di un concorso morale, al fatto per il quale è stata elevata a suo carico l’imputazione di furto, dalla quale l’appellante va pertanto assolto per non aver commesso il fatto". "Tale sentenza di assoluzione con formula piena - ha concluso - è passata in giudicato ed è quindi definitiva".
Durante il confronto la Moratti ha rinunciato a parlare di giustizia, senza chiarire se sia d’accordo con la proposta lanciata dal premier Silvio Berlusconi di istituire una commissione d’inchiesta parlamentare per valutare il comportamento dei pm di Milano. "Mi occupo dei problemi milanesi, voglio stare sul mio programma", si è limitata a dire. Sull’argomento ha invece risposto il candidato del centrosinistra. "Il sindaco - ha detto Pisapia - dovrebbe capire che esiste una distinzione tra garantismo e garantire l’impunità, come vorrebbe Berlusconi, attraverso leggi ad personam e tentativi di scappare dal processo. E’ sbagliato trasformare le udienze in momenti di propaganda".
*la Repubblica, 11 maggio 2011 (ripresa parziale:
http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/05/11/news/sky_il_fango_della_moratti_su_pisapia_faccia_a_faccia_senza_stretta_di_mano-16081939/?ref=HREA-1