Inviare un messaggio

In risposta a:
Brichetto

Per far chiarezza ecco chi è il padre della Moratti - di Dacia Valent - scelto dal reverendissimo sen. on. prof. san Federico La Sala

sabato 29 aprile 2006 di Emiliano Morrone
Per far chiarezza ecco chi è il padre della Moratti
Partigiano e golpista ed ecco perché è stato fischiato
di Dacia Valent (dal blog di Dacia Valent: www.ildialogo.org, Sabato, 29 aprile 2006)
"Paolo Brichetto viene indicato da Edgardo Sogno come uno dei venti componenti dei famigerati "Comitati di Resistenza Democratica", in un’intervista, mai smentita dalle persone citate, pubblicata da Panorama il 21/12/1990: "... I "magnifici 20", come li chiama, che nel maggio del 1970 fondarono i (...)

In risposta a:

> Per far chiarezza ecco chi è il padre della Moratti - di Dacia Valent - scelto dal reverendissimo sen. on. prof. san Federico La Sala

venerdì 5 maggio 2006

Per documentazione sull’attività della ministra Moratti, cattolicissima esponente del governo berlusconiano, ecco altri elementi (ripreso dal sito: www.ildialogo.org) per riflettere sulla ’democraticità’ e ’costituzionalità’ di alcuni interventi (devastanti) nel mondo della scuola della Repubblica Italiana. Federico La Sala


L’ORA DI RELIGIONE .... la polemica. Fa discutere l’ordinanza del Tar del Lazio che esclude la valutazione dell’Irc dalla pagella «Il pagellino? Pura discriminazione»

CON UNA NOTA REDAZIONALE

Tosoni (Cei): «La riforma introduce a tutti gli effetti la materia nel Portfolio delle competenze individuali» Da Roma Vincenzo Grienti (Avvenire, 07.02.2006)

___

SALVIAMO LA SCUOLA ... SALVIAMO LA COSTITUZIONE: DISCRIMINAZIONE ALLA ROVESCIA E OFFESA ALLA DIGNITA’ PER MIGLIAIA E MIGLIAIA DI STUDENTI ITALIANI !!!Con l’ora di religione “obbligatoria facoltativa”, lo Stato italiano non paga solo i docenti di religione nominati dal vescovo per insegnare “religione” cattolica ai propri “iscritti” e “fedeli” ma ... addirittura e letteralmente concede gli spazi e le aule per farlo, perché semplicemente e nei fatti mette fuori dalla porta delle aule dell’intera classe - durante tale “ora” - gli alunni e le alunne che non si avvalgano di quest’insegnamento “obbligatorio facoltativo”!!! Il paradosso, che si verifica per lo più e spesso per migliaia di studenti e studentesse di tutta la scuola della Repubblica democratica, è che, mentre parte o (come talvolta e spesso succede) due o pochi fanno la loro “ora” in classe con la “propria” insegnante o il “proprio” insegnante, tutti gli altri e tutte le altre sono “costretti” e “costrette” ad uscire e a fare nella quasi totalità dei casi (sia per mancanza di fondi sia di spazi!!!) assolutamente nulla - a fare un “intervallo” altrettanto “obbligatorio facoltativo” - in balia di se stessi (in qualche angolo o spazio “alternativo”)!!! Quale “lezione” si dà e, ancor più, quale offesa viene arrecata alla dignità dei futuri cittadini e alle future cittadine della intera società italiana è arrecata con questa ora “obbligatoria facoltativa” tutti fanno finta di non vedere... e ognuno continua a far-sì i “propri affari”!!! Che dire?! Solo vergogna dal punto di vista laico (non laicista!) e solo menzogne dal punto di vista cattolico (non cristiano!) - una deriva disastrosa per tutta la società, e per la stessa Chiesa!!! “L’ideologia moderata, il moralismo borghese, il fatale connubio di tanti reverendi pastori con il potere economico e politico tornano - come ben ha scritto Ettore Masina (L’airone di Orbetello, Rubbettino editore, p.25) - ad essere gabellati per virtuose saggezze (e imposti, più o meno disciplinatamente)” [nota di Redazione]


Fa discutere l’ordinanza del Tar del Lazio secondo cui la valutazione dell’insegnamento della religione cattolica (Irc) non va effettuata "nell’ambito delle materie curriculari". Al centro dei riflettori la circolare ministeriale numero 84 del 10 novembre 2005 sui documenti di valutazione scolastica cui tutte le scuole dovrebbero uniformarsi. «Come è noto, la riforma prevede l’introduzione del Portfolio delle competenze individuali quale ulteriore documento di valutazione, in cui registrare la crescita dell’alunno nel corso della sua carriera scolastica, cui tutte le discipline messe in campo concorrono. E l’Irc figura tra le discipline elencate nel documento di valutazione che fa parte del Portfolio, benché in una categoria "nuova", come insegnamento "obbligatorio opzionale" - sottolinea don Giosuè Tosoni, responsabile del Servizio Irc della Cei -. Le accuse mosse da varie parti, cui (almeno per alcune) ha dato risposta il Tar del Lazio, sono essenzialmente riconducibili a tre tipi: finora la valutazione dell’Irc è stata redatta su una scheda separata; si violerebbe la legislazione sulla privacy con la pubblicazione di un dato sensibile; si ripristinerebbe una sorta di obbligatorietà dell’Irc, tradendo il dettato neoconcordatario». Il Portfolio, quindi, andrebbe oltre la delibera riportata nel Testo unico della legislazione scolastica (DLgs 297/94), che all’articolo 309 dispone così: «Per l’Irc, in luogo di voti e di esami, viene redatta a cura del docente e comunicata alla famiglia, per gli alunni che di esso si sono avvalsi, una speciale nota, da consegnare unitamente alla scheda o alla pagella scolastica, riguardante l’interesse con il quale l’alunno segue l’insegnamento e il profitto che ne ritrae». Per Sergio Cicatelli, dirigente scolastico del liceo scientifico "Benedetto Croce" di Roma, bisognerebbe allargare la riflessione e «trovare il coraggio di una coerenza, anche con la riforma scolastica in atto. Ci si deve misurare, oltre che sul valore normativo effettivo della disposizione riposata nel Testo Unico, sul fatto che una disciplina curriculare a tutti gli effetti, (perché tale è L’Irc, facoltativo solo per coloro che non se ne avvalgono), rischi di non essere presa in considerazione per una valutazione ormai interdisciplinare. Ci può essere una sorta di discriminazione, di solito invocata per chi non si avvale dell’Irc, anche nei confronti di chi si avvale dell’Irc - prosegue Cicatelli -. Se c’è diversità fra chi si avvale e chi invece non si avvale, da rispettare, non si dovrebbe però trasformare questa diversità in alcuna forma di discriminazione. Se poi aggiungiamo un malinteso ancora diffuso, per cui la scheda separata di valutazione è una specie di difesa della privacy, considerando la scelta dell’Irc come espressione di un dato sensibile in quanto riconducibile all’appartenenza religiosa, e dunque da non divulgare, allora si crea confusione. Inoltre bisogna anche ricordare che la legislazione sulla privacy classifica come dato sensibile la sola appartenenza religiosa, insieme a quella politica, sindacale o alle condizioni di salute, e non le valutazioni scolastiche, che il garante per la privacy ha classificato come dato di interesse collettivo». La presenza dell’Irc tra le discipline curricolari, inoltre, era stata da tempo convalidata dalla Corte costituzionale ed era contemplata anche nella bozza di decreto attuativo della riforma Berlinguer-De Mauro del febbraio 2001, testo mai entrato in vigore ma che non aveva suscitato alcuna riserva al proposito. «Si tratta di assicurare che anche l’Irc, come tutti gli insegnamenti curriculari, opzionali e facoltativi, abbiano a concorrere in maniera unitaria nella valutazione degli alunni - aggiunge Cicatelli -. Perché in fondo quello che conta o dovrebbe contare è la crescita personale, culturale e professionale dei ragazzi, cui l’Irc dà un contributo per certi versi insostituibile». A questo punto, spiega Nicola Incampo, curatore del sito www.culturacattolica.it, «tenendo conto che molte scuole stanno completando gli scrutini, gli istituti scolastici nell’ambito della loro autonomia, in attesa della risoluzione definitiva del contenzioso, possono scegliere se inserire la valutazione dell’irc nell’unica pagella o riprendere il pagellino. Le scuole quindi che hanno già inserito la valutazione dell’Irc nel documento di valutazione in un’unica scheda, insieme a tutte le altre discipline non sono obbligate a compilare per gli alunni avvalentesi anche il pagellino». Martedì, 14 febbraio 2006


Prof di religione, ancora assunzioni

E il precariato continua ad aumentare

di di SALVO INTRAVAIA (www.repubblica.it , 14.04.2006)

Da settembre entreranno in ruolo altri tremila insegnanti che potranno contare su contratti retroattivi. La protesta dei sindacati

Assunzione in arrivo per altri 3.077 insegnanti di religione. Dopo il primo e cospicuo contingente di immessi in ruolo dello scorso anno e quelli di quest’anno, i tecnici del ministero dell’Istruzione hanno annunciato l’avvio della procedura formale per "l’autorizzazione del terzo e ultimo contingente". La notizia è stata data nel corso dell’ultima riunione prima delle elezioni, tenutasi pochi giorni fa con i sindacati.

I diversi passaggi - autorizzazione del ministero dell’Economia, del dicastero della Funzione pubblica e decreto del presidente della Repubblica - nella sostanza rappresentano una formalità perché per i due precedenti blocchi tutto è filato liscio. Fra qualche giorno - hanno spiegato a viale Trastevere - si saprà la ripartizione a livello regionale dei posti relativi al secondo contingente che avrà addirittura decorrenza retroattiva: il primo settembre scorso. E i prossimi neo immessi in ruolo con ogni probabilità potranno coronare il loro sogno già a partire dal prossimo mese di settembre. Tutto fatto, insomma, per i docenti di Religione.

Discorso completamente diverso per tutti gli altri precari della scuola italiana: quelli "normali", che sono in aumento e aspettano ancora una risposta. Le 20 mila assunzioni per il 2006/2007 annunciate dal ministro Moratti meno di un mese fa sono state considerate dai sindacati della scuola "un provvedimento insufficiente per combattere il precariato nella scuola". Per comprendere il significato di questa dichiarazione basta sapere che a partire dal prossimo primo settembre lasceranno la cattedra circa 28mila insegnanti: in sostanza, più di quanti ne saranno assunti. Il precariato - e i disagi per alunni, famiglie e prof - è così destinato ad aumentare.

I numeri. Con l’avvio dell’iter per l’immissione in ruolo degli "ultimi" 3.077 docenti di Religione si completa il "pacchetto" di assunzioni per cui si era impegnato la coppia Berlusconi-Moratti già dal 2001: 15.383 docenti di Religione pagati dallo Stato italiano, ma nominati nella sostanza dai singoli ordinari diocesani italiani. Il contingente più corposo ha visto tagliare il traguardo del contratto a tempo indeterminato, per la prima volta nella storia della Repubblica, a 9.229 maestre e prof che si occuperanno della "cura dell’anima" degli alunni italiani. Il primo dei restanti due contingenti (di 3.077 posti ciascuno) è stato "varato", il secondo lo sarà probabilmente fra meno di sei mesi.

Il reclutamento. Gli oltre 15 mila docenti di Religione di ruolo italiani - che costeranno allo Stato quasi 350 milioni di euro all’anno - per entrare di ruolo hanno goduto di una "corsia preferenziale": un concorso riservato a coloro che, alla data del bando, avevano insegnato per almeno quattro anni consecutivi nell’ultimo decennio, in una scuola statale o paritaria. Incarico che è stato e viene tutt’ora assegnato dal vescovo della diocesi in cui ricade la scuola. Ordinario diocesano che si occupa anche di rilasciare la certificazione di idoneità (morale) senza la quale, per effetto del Concordato, non è possibile insegnare Religione.

Il concorso, malgrado le proteste, è stata una passeggiata: in moltissime regioni italiane le selezioni hanno visto un numero di partecipanti di poco superiore ai posti a disposizione. E a giochi fatti, in Emilia Romagna, Liguria, Marche, Molise, Umbria, Veneto e Lombardia - per l’elementare e la materna - i posti a disposizione hanno superato gli idonei. Il concorso sognato da tutti: più posti che candidati. (14 aprile 2006)


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: