Caro TIANO ottima la sollecitazione a ri-leggere l’opera di Stirner!!! " Io ho riposto la mia causa nel nulla [...] La mia causa non è divina né umana, non è la verità, non è la bontà, né la giustizia, né la libertà, bensì unicamente ciò che è mio; non è una causa universale, bensì unica, come unico sono io. Nessuna cosa mi sta a cuore più di me stesso". Egli è e vive (a mio parere) insieme ad altri "soli": Marx, Nietzsche, Freud, Kierkegaard, Dante, Francesco e Chiara, Gioacchino, Gesù....: "Se la religione ha posto la tesi che noi siamo peccatori, io - scrive Stirner (verso la fine dell’opera - le contrapporrò quest’altra: noi siamo tutti perfetti! [...] io non sono un io fra tanti altri: io sono unico. E per ciò anche i miei bisogni, le mie azioni, in breve tutto ciò che è in me e viene da me, è unico. e soltanto sotto questo aspetto di unico io m’approprio ogni cosa a quel modo che solamente come tale io spiego la mia attività e mi svolgo liberamente. Questo il senso dell’unico". Mai come oggi attuale la sua ’lezione’: il suo è un ’canto’ formidabile di liberazione di ogni uno, di ogni una, contro e al di là di ogni pensiero "unico"!!! Per chi sa da dove viene e dove va, come è possibile non trovarlo e saperlo come unico-compagno di viaggio?
M. saluti, Federico La Sala