2015 l’anno della luce, per decisione dell’Onu
È questo l’anno che svelerà tutti i poteri della luce
di Gabriele Beccaria (La Stampa TuttoScienze, 07.01.2015)
Confessatelo: il 2014 era stato dichiarato l’«Anno della cristallografia» e non ve ne eravate nemmeno accorti. Pazienza. Ci saranno altre occasioni per scoprire come si organizza la materia. In Natura e in laboratorio.
Ora, però, è arrivato il 2015 e l’Onu ha pensato di trasformarlo nell’«Anno della luce». Il tema è decisamente più accattivante e potrebbe attirare l’attenzione di tanti. Sono previsti 12 mesi di mostre, convegni e iniziative. In 85 nazioni.
Qual è il motivo della mobilitazione? Non è solo un fatto di autopromozione degli scienziati. La luce e le tecnologie che la sfruttano e la manipolano - ha spiegato il presidente del comitato organizzatore John Dudley - rappresentano un’occasione unica per risolvere un’infinità di problemi: energetici e climatici, medici e agricoli. Senza dimenticare il carburante del mondo globalizzato: le comunicazioni.
L’esempio di vita quotidiana che cita Dudley è questo: con l’high-tech della fotonica si minimizzeranno i consumi in bolletta e allo stesso tempo si ridurrà l’inquinamento luminoso che ha quasi cancellato la bellezza dei cieli notturni (e la possibilità di esplorarli con i telescopi).
La promessa di Dudley è che chiunque - studente di liceo, dilettante con manie da piccolo ingegnere, pensionato curioso - troverà un motivo per appassionarsi. Oltre la classica luce dei poeti, infatti, ad abbagliarci c’è l’altra luce, quella vista, studiata e trasformata dalla scienza. Luce significa fotosintesi (e quindi un meccanismo-base della vita) e anche Big Bang (e quindi debutto dell’Universo come lo conosciamo).
La luce, d’altra parte, è stata essenziale per formulare la Teoria della Relatività, mentre quella prodotta dai laser è alla base di applicazioni a cascata, dalle misurazioni di precisione alle diagnosi mediche fino alle onnipresenti telecomunicazioni. Più luce, quindi, significherà anche più ricerca avanzata e più sviluppo sostenibile.
L’obiettivo è rendere consapevoli non solo le opinioni pubbliche, ma i «policymaker», vale a dire le stesse élite politiche che dall’Italia all’Europa (e non solo) tagliano le spese per la scienza e dimostrano una straordinaria indifferenza per il ruolo che ha e avrà nell’affrontare le questioni collettive.
Intanto la macchina degli eventi si sta mettendo in moto. In Italia si comincia il 26, a Torino, con il convegno organizzato dall’istituto di metrologia Inrim diretto da Massimo Inguscio, dalla Società di Fisica e dal Comune. E, mentre si parlerà di futuro, saranno tanti gli anniversari da celebrare. Una vera rincorsa nella storia. Meglio i lavori sull’ottica di Ibn Al-Haytham del 1015 o la nozione di luce proposta da Fresnel nel 1815? La teoria elettromagnetica della propagazione della luce di Maxwell del 1865 o l’interpretazione dell’effetto fotoelettrico di Einstein del 1905? O la scoperta della radiazione cosmica di fondo da parte di Penzias e Wilson del 1965? Stavolta sarà molto più difficile restare indifferenti.