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ONU: 2015, ANNO DELLA LUCE. Nobel per la Medicina 2017 alla scoperta dei meccanismi che regolano l’orologio biologico. 2019: Luna 1969...

LA LUCE, LA TERRA, E LA LINEA DELLA BELLEZZA: LA MENTE ACCOGLIENTE. "Note per una epistemologia genesica" - di Federico La Sala

sabato 19 gennaio 2019
Note per una epistemologia genesica
Ai poeti ‘lunatici’ e ai filosofi ‘solari’ - un’indicazione sulla giusta rivoluzione *
di Federico La Sala ("Dismisura", Anno XIX - N. 100/103, Gennaio-Settembre 1990, pp. 16-17; Federico La Sala, "La mente accogliente. Tracce per una svolta antropologica", Antonio Pellicani editore, Roma 1991, pp. 198-200)
A partire dal nostro cielo e dalla nostra terra.
Noi abitiamo, noi siamo - insieme con la Terra, terra
e cielo.
Non siamo la luce, e non abbiamo (...)

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> LA LUCE, LA TERRA, E LA LINEA DELLA BELLEZZA: LA MENTE ACCOGLIENTE. -- Con il gene Clock, l’orologio biologico controlla anche l’evoluzione del cervello

domenica 10 dicembre 2017

L’orologio biologico controlla anche l’evoluzione del cervello

Con il gene Clock

di Redazione ANSA *

L’orologio biologico non controlla solo fame e sonno, ma ha un ruolo importante anche nell’evoluzione del cervello. Lo fa attraverso il gene Clock, già noto per essere il regista dei ritmi biologici (ritmi circadiani) . Lo ha scoperto lo studio coordinato dal Southwestern Medical Center dell’università del Texas (UT), pubblicato sulla rivista Genes & Development.

E’ un risultato che permette di capire come alcune proteine prodotte dal gene Clock influenzano i processi attraverso i quali i neuroni trovano il loro giusto posto nel cervello. "Ora abbiamo la prova che Clock regola molti geni al di fuori dei ritmi circadiani, quindi possiamo collocarlo come un punto chiave nella gerarchia di importanti percorsi molecolari per lo sviluppo e l’evoluzione del cervello umano", ha spiegato Genevieve Konopka, del Peter O’Donnell Jr. Brain Institute della UT Southwestern.

Il risultato ha sorpreso gli stessi ricercatori: "Una nuova funzione del gene Clock nel cervello, non direttamente correlata ai ritmi circadiani, era inaspettata e il suo possibile ruolo nell’evoluzione della neocorteccia umana è molto eccitante", ha commentato Takahashi della UT Southwestern, tra gli autori dello studio.

Il cervello umano è notevolmente più grande del cervello del nostro parente più prossimo, lo scimpanzé, ma la dimensione da sola non basta a giustificare le abilità cognitive, basti pensare a quei mammiferi come le balene e i delfini, che hanno cervelli ancora più grandi. I ricercatori hanno quindi cercato di capire cosa rende più intelligente il cervello umano.

Per farlo si sono concentrati su quell’area del cervello legata allo sviluppo del pensiero superiore, sede della memoria e dell’apprendimento, chiamata neocorteccia. Hanno così scoperto che il gene Clock, come un regista, regola l’attività di un insieme di geni importanti per l’evoluzione del cervello, alcuni dei quali legati a disturbi cognitivi e che hanno un ruolo nel processo mediante il quale i neuroni nati in alcune zone del cervello migrano per raggiungere la loro sede definitiva.

*ANSA 10 dicembre 2017


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