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IL VATICANO E IL CODICE DA VINCI - di Gian Enrico Rusconi - selezione a cura del patrono della Voce, san Federico La Sala

domenica 30 aprile 2006 di Emiliano Morrone
IL VATICANO E IL CODICE DA VINCI
MADDALENA DELLO SCANDALO
di Gian Enrico Rusconi (La Stampa, 30 aprile 2006)
La reazione allarmatissima e decisa della Chiesa cattolica contro il romanzo, ed ora film, Il Codice da Vinci è il sintomo di una serie di questioni assai più complesse di quanto non si sospetti.
Perché mai un romanzo che narra una storia giudicata falsa e inattendibile, anzi considerata calunniosa e offensiva nei confronti di Gesù e della Chiesa ha un tale incredibile successo? (...)

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mercoledì 8 ottobre 2008
Il film è senz’altro passabile, nel suo genere quasi una perla perché intrattiene davvero come non si vedeva quasi dai tempi dei primi Indiana Jones. Peccato per la trama, e la storia. Piacerebbe vedere un film d’azione tratto da un libro su qualche complotto DURO E PURO DI OGGI. A chi importa più della Chiesa cattolica e del suo presunto potere? basta guardarsi intorno per vedere che la staffetta del potere è passata in ben altre mani, e in mani ancor più prive di scrupoli. Per esempio, mi piacerebbe vedere un film tratto dal libro di Tarpley, "La fabbrica del terrore", che è molto più imponente e importante, credo, di quello di Brown. "La fabbrica del terrore" è scritto da un giornalista investigativo residente, guarda un po’, a Washington, e di origini newyorkesi; è un cittadino americano che si ritiene fedele alla tradizione dei padri fondatori americani, che ha il proprio grande emblema in Abraham Lincoln, ma il suo libro parla di un complotto di portata planetaria. Tarpley, nel suo libro, che ha ricevuto le lodi anche di un ex agente della CIA e Marine come Robert Steele, argomenta bene, credo, l’impossibilità che le cose siano andate così come sono state raccontate, e che si debba prospettare l’ipotesi di attentati false-flag l’11 settembre. Quanto dovremo aspettare per vedere un film "ammerigano" tratto da questo eccezionale libro "ammerigano"? Evidentemente Hollywood continua a preferire i complotti innocui, i complotti d’antan, o, per fare un nome, alla Dan Brown.

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